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Ricongiungere la terra nella politica del territorio

Può far meraviglia evocare questo lessico da industria pesante nella metamorfosi dei “poli industriali” dello sci di massa alla ricerca della neve sempre più in alto nell’inverno liquido che mangia acqua con i cannoni (il 90% delle stazioni sciistiche ne è provvisto) per innevare. Viviamo tempi in cui anche il turismo, non solo in montagna, rischia di assumere i connotati di industria pesante.

Bene hanno fatto i due autori a percorre dalle Alpi agli Appennini dialogando con gli imprenditori, gli albergatori, i sindaci cercando tracce di una coscienza di luogo postfordista nella piattaforma delle terre alte. Dove l’acqua a proposito di fondamentali è fondamentale per l’idroelettrico. Energia bianca per imprese e città ai tempi del fordismo che oggi in tempi di instabilità strutturale della risorsa, viene quotata dal sistema delle concessioni nel capitalismo delle reti dei grandi operatori dell’energia (Enel, A2A, Edison, Dolomiti Energia….) e si oscilla nel rapporto con il territorio dalla vecchia logica delle compensazioni e dei dividendi a pioggia (per comuni polvere sempre più poveri) alla richiesta di investimenti a tutela di servizi, ecosistemi e modernizzazione infrastrutturale.

Questioni non da poco e fondamentali nel fragile rapporto tra i dislivelli delle terre alte e le terre basse se si guarda all’agricoltura avendo coscienza che lo spazio di posizione alpino ed appenninico alimenta il bacino del Po dell’Adige, del Rodano, dell’Arno, del Tevere… in una ragnatela di grandi, piccoli e medi fiumi e torrenti. Geografia a cui guardiamo quando oscilla il pendolo della crisi ecologica preoccupati della siccità o travolti dagli eventi estremi come in questi giorni.

Entrambi rimandano ai fondamentali della cura di una risorsa scarsa ed alla manutenzione sempre annunciata e scarsamente praticata del territorio. La lunga ed accelerata deriva dell’Antropocene ha visto progressivamente separarsi il territorio inteso come processo di costruzione sociale esito dell’azione umana (politica, economica e sociale), dalla terra, intesa come insieme di cicli naturali che fanno ecosistema.

Ricongiungere territorio e terra è perciò la più grande e complessa sfida umana del nostro tempo, all’interno della quale si ridisegnano scenari geopolitici e geoeconomici. Il rapporto «Green Italy» dà conto speranzoso dell’agire territoriale del sistema Paese descrivendo una società sotto sforzo nella transizione ecologica.

Avvertendo l’urgenza del mettersi in mezzo allo iato tra territorio e terra è prevista a Treia, luogo simbolo per Symbola, anche una tre giorni di riflessione con l’Uncem, quelli delle comunità montane, dedicata ai fondamentali: acqua, bosco, agricoltura, parchi nelle terre alte. Solo mettendo i fondamentali della terra nella contemporaneità del territorio in transizione ecologica si evitano i fondamentalismi della retrotopia mettendo in mezzo l’eterotopia che altro non è che l’utopia del fare qui e subito, sempre più urgente.

* Il Sole 24 Ore del 7 novembre 2023

1 Comments

  1. rossoantico ha detto:

    Contributo di livello molto alto che, ho sempre confessato i miei molti limiti, mi ha costretto in uno sforzo di totale comprensione al ricorso a Google e Wikipedia.
    Del resto la sede prestigiosa in cui veniva ospitato e la grandezza dell’estensore giustificano il leggero disagio che mi ha provocato la lettura e soprattutto la comprensione. Certo che aiuterà la diffusione del messaggio di Inverno liquido