23 Dicembre 2023

Usciamo dalla gabbia. L’elenco dei 1805 firmatari dell’appello per la pace e per un unico paese dal Giordano al Mediterraneo fondato sullo stato di diritto

«Noi palestinesi e amici della Palestina porgiamo la mano a tutti coloro che hanno detto no alla guerra e che hanno condannato il terrorismo in tutte le sue forme. In modo particolare la porgiamo ai cittadini israeliani (purtroppo ancora una minoranza) e a tutti gli ebrei nel mondo che non hanno concesso il loro nome ai criminali di guerra.

La carneficina in corso contro il popolo palestinese, la pulizia etnica antica e recente, la colonizzazione e le spedizioni terroristiche dei coloni contro la popolazione autoctona, come lo sradicamento degli alberi, la distruzione delle case e la confisca della terra, oltre ad abbattere ogni ponte di dialogo, ledono gravemente l'immagine e la storia di tutta una comunità e rilanciano di nuovo l’antisemitismo, che offende ogni popolazione di origine semita, quella ebraica come quella palestinese. E, nei fatti, rendono Israele il luogo meno sicuro per la popolazione ebraica e per tutti i suoi cittadini.

La battaglia per la libertà del popolo palestinese è la stessa battaglia per la libertà della popolazione ebraica e della nostra libertà.

Lo Stato può diventare una gabbia. Il nazionalismo è stato il cancro della modernità. La fratellanza è un vasto spazio di umanità libera.

Per questo non vogliamo rinunciare al sogno di un unico paese fondato sullo stato di diritto e sull'uguaglianza delle persone a prescindere dalla loro appartenenza e dal loro credo religioso. Siamo ancora in tempo. Iniziamo con il cessate il fuoco e poi cominciamo a guardare alla Mezzaluna fertile del Mediterraneo con altri occhi».

Ali Rashid, Aida Tuma (deputata del Knesset israeliano), Issam Makhluf (già deputato del Knesset, presidente del fronte democratico per la pace e eguaglianza in Israele), Mohammad Bakri (regista arabo israeliano), Renato Accorinti, Mario Agostinelli, Marta Anderle, Sergio Bellucci, Gianna Benucci, Gianfranco Bettin, Mario Boccia, Loris Campetti, padre Nandino Capovilla, Sergio Caserta, Beatrice Cioni, padre Fabio Corazzina, Fiammetta Cucurnia, Massimo De Marchi, Nicoletta Dentico, Tommaso Di Francesco, Stefano Disegni, Patrizio Esposito, Silvano Falocco, Rania Hammad, Adel Jabbar, Dina Ishneiwer, Raniero La Valle, Mimmo Lucano, Fiorella Mannoia, Serena Marcenò, Rino Messina, Emilio Molinari, Erica Mondini, Michele Nardelli, Mario Natangelo, Silvia Nejrotti, Azra Nuhefendic, Moni Ovadia, Maurizio Pallante, Nino Pascale, Dijana Pavlovic, Tonino Perna, Daniele Pulcini, Gianni Rocco, Michele Santoro, Stefano Semenzato, Vauro Senesi, Sergio Sinigaglia, Gianni Tamino.

19 Dicembre 2023

Eppure una volta eravamo fratelli.

di Ali Rashid

Corre il tempo e cambiano le idee, i concetti fondamentali e i significati. Come fosse arrivato a compimento la negazione di ogni valore! Dio è morto. Viva l’eroica morte, giusto l’annientamento del “nemico”. Dilaga il nichilismo e trionfa la tecnica.

Vivo in me i racconti di mio nonno. Andava a Safad in Galilea per comprare un fulard di seta dalla comunità ebraica sfuggita all'inquisizione in Portogallo, avevano imparato la tessitura della seta dagli arabi in Spagna.

Mi ricordo di Khaiem, socio di mio nonno in una cava vicino a Gerusalemme. Khaiem non ha potuto salvare la mia famiglia dalla pulizia etnica, ma continuò a mandare alla nostra famiglia in esilio la parte del guadagno dell'impresa finché non morì.

Non ho notizie dei figli di Khaiem, ma ho seppellito mia sorella in Norvegia, un fratello negli Stati Uniti, un mio caro e stimatissimo zio una settimana fa a New York, mentre la salma di mio nonno giace in un anonimo cimitero di Amman.

14 Dicembre 2023

Cessare il fuoco e immaginare scenari di pace

... Occorre fermarsi. Serve un immediato cessate il fuoco indispensabile per la vita di milioni di esseri umani e per evitare l'allargamento della guerra a tutta la regione, Mediterraneo compreso. Ed iniziare a riflettere su come trovare una soluzione di pace duratura, individuando strade diverse da quelle fin qui percorse.

Ma per far questo occorre un cambiamento radicale nelle politiche di tutti gli attori, nonché un cambio delle classi dirigenti.

Fin quando saranno le armi e la violenza a dettare l'agenda politica del Vicino Oriente (e dei potenti della Terra), la pace non potrà essere che un lontano miraggio.

22 Novembre 2023

Armi italiane a Israele, contro legge e trattati

di Giorgio Beretta

(14.11.2023) Voglio essere chiaro. Continuare a fornire armamenti a Israele da parte degli Stati Uniti e dei Paesi dell’Unione europea costituisce un esplicito sostegno all’indiscriminata e criminale operazione militare “Spade di ferro” condotta dalle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza.

Come evidenziano diverse associazioni per i diritti umani, a fronte delle gravi violazioni del diritto internazionale e delle leggi di guerra, continuare ad inviare materiali militari a Israele rischia di rendere i Paesi fornitori complici di questi abusi contribuendone consapevolmente e in modo significativo.

Questo è inaccettabile per i Paesi dell’Unione sia ai sensi delle normative nazionali, degli impegni assunti in sede comunitaria in materia di controllo delle esportazioni di armamenti, sia soprattutto delle norme del “Trattato internazionale sul commercio di armi” che è stato ratificato dai principali Paesi dell’Unione nell’aprile del 2014 ed è entrato in vigore il 24 dicembre dello stesso anno.

Le istituzioni europee hanno pertanto il dovere non solo di richiamare lo Stato di Israele al rispetto delle Convenzioni internazionali, ma di sospendere, se non revocare, le forniture di armamenti e sistemi militari.

13 Novembre 2023

Donne per la Pace: cessate il fuoco!

Le "Donne per la Pace" di Trento denunciano il crimine di genocidio in atto nella Striscia di Gaza perpetrato dal governo israeliano di Netanyahu. Condannano l'atroce azione terroristica di Hamas e chiedono l'immediato rilascio degli ostaggi.

Contro ogni efferato eccidio, ripudiamo l'uso della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti, la parola "vendetta" non dev'essere contemplata in democrazia.

Il prezzo più alto nella guerra lo pagano sempre i civili, soprattutto donne e bambini. Condividiamo l'angoscia e il dolore di tutte le vittime palestinesi e israeliani e chiediamo che venga applicata la Risoluzione dell'ONU per il "Cessate il fuoco".

I nostri primi appuntamenti saranno i lunedì di novembre (13, 20, 27) dalle ore 17.00 alle ore 18.00 in Piazza Pasi.

10 Novembre 2023

Staffetta di digiuno per la pace e il cessate il fuoco

Una staffetta di digiuno per la Pace e il cessate il fuoco inizia oggi 3 novembre in Trentino e proseguirà nei venerdì di novembre (e in altri giorni della settimana con l'adesione di gruppi che vorranno aderire), per testimoniare la vicinanza alle vittime delle guerre e condannare ogni forma di violenza.

La #staffettadigiunotrentino è promossa dal Cantiere di Pace del Trentino e dal Centro Pace di Rovereto in rete con tante associazioni del Trentino.

Questo il calendario con le prime adesioni:

Venerdì 3 novembre – Ilaria P., Andrea T., Massimiliano P., Giovanna S., Luigi A., Sandra D.

Lunedì 6 novembre - Khezar I., Leila L., Jihane S., Najoua M., Siham D., Paolo R., Paola T, Emma D. G., Stefano R.

Venerdì 10 novembre – Ilaria P., Marco B., Michele N., Alessandra S., Giovanna S., Luigi A., Marta A., Silvana R., Bruno M., Luigi C., Manuela G., Gabriella M.

Lunedì 13 novembre - Khezar I., Leila L., Jihane S., Najoua M., Siham D, Jacopo Z., Silvano B. e Laura M., Lucia C.

Venerdì 17 novembre - Ilaria P. , Maria Grazia S., Roberto M., Fiordanna D., Miriam F., Paolo M., Giovanna S., Luigi A., Mariangela D., , Manuela G.

Lunedì 20 novembre - Khezar I., Leila L., Jihane S., Najoua M., Siham D.

Venerdì 24 novembre - Ilaria P., Alberto T. e Giulia B., Miriam F., Giovanna S., Luigi A., Walter N., Rudi P., Manuela G.

Lunedì 27 novembre - Khezar I., Leila L., Jihane S., Najoua M., Siham D.

2 Novembre 2023

Un mandala, per uscire dalla logica della guerra.

di Diego Cason

Nella storia umana la pace è transitoria, una fortunata contingenza, prodotta e protetta da una solida barriera di iniquità, figlie del predominio. Lo sapeva già Esiodo 2800 anni fa:

O Perse, ascolta tu la Giustizia, né mai favorire

la Prepotenza: ch’è male pel debole; e il forte, ancor esso

non la sostien leggera, ma sotto il suo peso s’aggrava,

quand’ei nella Follia della colpa s’imbatte. Assai meglio

vale seguir l’altra via, che guida a Giustizia: Giustizia

sempre alla fine trionfa, lo stolido impara a sue spese.

La pace è un’aspirazione utopica che, come il fuoco, deve essere quotidianamente alimentata. Se la fiamma dell’utopia langue o si estingue l’armonia è perduta e con essa la pace. Anche Pindaro tre secoli dopo, a proposito di Atene, scrive:

Quivi abita, insieme con Ordine e Giustizia sua suora, per cui

in pie’ le città restan salde, e Pace, datrice di beni,

figlie auree di Tètide dal savio consiglio.

Tracotanza, ch’è madre superba

dell’Odio, sanno esse respinger lontano.

Pindaro associa, come è necessario, per avere un’armonia duratura, le tre figlie di Tètide. La loro madre ebbe anche un figlio maschio, Achille, simbolo della prepotenza, condannato alla perenne guerra alla quale si adattò, credendosi immortale, perché ambiva la gloria. Il conflitto e il violento massacro dei fratelli stanno scritti nella natura ferina dell'uomo. Per ottenere la pace è necessario rifiutare il destino e desiderare qualcosa di meglio da condividere con gli altri.

21 Ottobre 2023

Nella guerra non ci sono vincitori

... Avremmo dovuto comprendere da tempo che nella guerra non ci sono vincitori. Se non i profittatori di guerra, quelli che si arricchiscono, in divisa o in abiti civili. O quelli che le armi le producono sul piano industriale. Ma di indagare la guerra nelle sue molteplici (e talvolta inconfessabili) sfaccettature, comprese le nuove guerre dove finisce il monopolio statuale della violenza, oppure di educazione alla pace e alla nonviolenza neanche parlarne.

Chi sarebbero i vincitori? Quelle centinaia di migliaia di persone che hanno perso la vita e che i propri eserciti negano perché nella retorica della vittoria è meglio nascondere il numero delle “proprie” vittime? Quelli che in una terra avvelenata dagli idrocarburi, dall'uranio impoverito e dall'amianto1 non ci potranno più abitare se non ignari dei tumori correlati? Le generazioni a venire che si troveranno un ambiente devastato talvolta irrimediabilmente? ... O, ancora, quelli che ora vivono nelle baracche fatiscenti di campi profughi destinati a durare negli anni? O forse i reduci, nei dopoguerra segnati dalla violenza in famiglia, dal suicidio o dall'alcolismo, dal silenzio e dalla follia? ...

12 Ottobre 2023

La pace come competenza. Un percorso formativo rivolto agli insegnanti

Aula Magna Liceo Sophie Scholl, Trento

ottobre 2023

lI percorso formativo “La pace come competenza” nasce quale evoluzione del corso “Temi e metodi di pace per l’innovazione didattica”, realizzato nel corso dell’anno scolastico 2022-23.

Co-progettato, come quest’ultimo, dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani ed IPRASE, condivide con esso l’intento fondamentale di dotare gli insegnanti di contenuti e metodi atti a far sì che il loro insegnamento curricolare sia ad un tempo sempre ed anche sforzo di educazione alla pace.

A tal fine il percorso affronta il tema della pace connettendolo con la questione della complessità del reale storico e umano in cui siamo immersi, attraversato da fattori di diversità che entrano in relazione tra loro in maniera talora conflittuale. L’obiettivo perseguito è quello di contribuire allo sviluppo, in docenti e studenti, della capacità di riconoscere tale complessità, e “stare” in essa in maniera consapevole e accorta, senza cedere alla tentazione di negarla o eliminarla tramite semplificazioni e soluzioni sbrigative. A tale capacità è, appunto, connessa la (pace come) competenza di cui si dice nel titolo.

Dettata dall'obiettivo perseguito, la scelta di conferire un carattere “immersivo” ai momenti che strutturano “La pace come competenza”, a configurare un percorso in senso proprio, diretto ad una meta precisa: muovendo dalla presentazione esplicita, da parte di studiosi esperti, di temi e metodi specifici, di carattere sia storico-antropologico sia metodologico-didattico, si sarà condotti via via alla “scoperta” in prima persona di questioni e approcci, attraverso attività pensate ad hoc e un ritorno meta-riflessivo sulle stesse. Infine, alla luce delle consapevolezze guadagnate, si rifletterà sulla portata educativa, nel contesto della didattica, di contenuti appresi e metodi sperimentati.

25 Luglio 2023

Frontiere di pace. Il futuro della nonviolenza

Il Comitato Parrocchiale e la Pro Loco di Garniga Terme promuovono un confronto pubblico dal titolo

Frontiere di pace.

Il futuro della nonviolenza.

Sabato 29 luglio 2023, ore 20.00

Garniga Terme, Chiesa Sacro Cuore di Gesù

A confronto saranno

Paolo Costa, filosofo, saggista e autore di "L'arte dell'essenziale" e "La ragione e i suoi eccessi"

Michele Nardelli, ricercatore e scrittore, autore di "Inverno liquido", "Sicurezza" e "Darsi il tempo"

intervistati da Michele Fedrizzi

27 Maggio 2023

L’espansione della Nato comprata per 94 milioni di dollari

è quanto hanno speso le industrie delle armi USA per ottenere l’allargamento della NATO fino ai confini della Russia. Un documento dell’altra America

Questo documento è apparso il 16 maggio 2023 sul New York Times, promosso dall'Eisenhower Media Network, un’organizzazione di esperti ex militari e funzionari civili della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti che cerca di raggiungere l’opinione pubblica americana “la quale – dicono – sempre più si accorge che la politica estera degli Stati Uniti non rende il Paese e il mondo più sicuri». Il titolo del documento reca: “Gli Stati Uniti dovrebbero essere una forza per la pace nel mondo”. Credo sia utile riportarlo per avere un quadro completo della guerra e dell'escalation in corso senza per questo nulla togliere alle responsabilità della Russia di Putin nell'aggressione verso l'Ucraina.

***

La guerra Russia-Ucraina è stata un disastro assoluto. Centinaia di migliaia di persone sono state uccise o ferite. Milioni di persone sono sfollate. La distruzione ambientale ed economica è stata incalcolabile. La devastazione futura potrebbe essere esponenzialmente maggiore man mano che le Potenze nucleari si avvicinano sempre più alla guerra aperta. Deploriamo la violenza, i crimini di guerra, gli attacchi missilistici indiscriminati, il terrorismo e altre atrocità che fanno parte di questa guerra. La soluzione a questa violenza sconvolgente non è “più armi” o “più guerra”, che garantiscono ulteriori morti e distruzioni.

Come americani ed esperti della Sicurezza Nazionale, esortiamo il presidente Biden e il Congresso a usare la pienezza del loro potere per porre fine rapidamente alla guerra Russia-Ucraina attraverso la diplomazia, soprattutto in considerazione dei gravi pericoli di un’escalation militare che potrebbe innestare una spirale fuori controllo.

1 Maggio 2023

Il mondo e il compito dell’Europa. Via dalla spirale dei massacri

di Mauro Magatti *

Se a livello privato si osserva l’indebolimento dell’empatia, sul piano politico-istituzionale questo tempo segna il ritorno in grande stile del conflitto armato per risolvere le controversie che si moltiplicano nel mondo globalizzato. L’invasione dell’Ucraina ha fatto da evento catalizzatore di processi già avviati negli anni precedenti che adesso stanno però acquisendo natura sistemica. Sono tre le tendenze principali che si vanno rafforzando reciprocamente. Secondo l’ultimo Rapporto disponibile del Stockholm International Peace Research Institute già nel 2021 - cioè prima dell’invasione Ucraina - la spesa militare complessiva a livello mondiale aveva superato (per la prima volta dal 1949) i 2.000 miliardi di dollari annui.

Un’ascesa cominciata nel 2015 e alimentata da cinque Paesi: i due terzi delle spese militari globali sono infatti effettuati da Usa, Cina, Russia, India e Regno Unito. Gli Stati della Ue, più indietro, dopo i fatti ucraini hanno cominciato la rincorsa: la Francia ha annunciato un programma per la difesa di oltre 400 miliardi di euro nei prossimi 7 anni. La Polonia ha annunciato che porterà al 4% del Pil le proprie spese militari e la Germania le raddoppierà sino oltre i 100 miliardi annui. D’altra parte, la guerra in Ucraina proclama che, per “vincere” o almeno non perdere lo scontro bellico, servono armi sempre più sofisticate: in un mondo tecnologico anche la guerra diventa tecnica (anche se a morire sono poi uomini e donne in carne e ossa, a centinaia di migliaia).

Il secondo trend è la costruzione di muri. Anche in questo caso la tendenza è cominciata a ben prima dell’attacco all’Ucraina. Muri e recinzioni costruiti per cercare di separare ciò che in realtà è strutturalmente unito sono ormai diffusi in tutti i continenti. A oggi si contano circa 80 muri per quasi 50.000 km, l’equivalente della circonferenza dell’intero pianeta. A fine del 2022 sui confini europei si contavano 2.048 chilometri di barriere, quando nel 2014 erano 315 e zero nel 1990. A seguito dell’invasione dell’Ucraina, anche la Finlandia ha cominciato a costruire un muro sulla lunga frontiera con la Russia. E per fronteggiare la questione migratoria qualche mese fa dodici Stati membri (Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Ungheria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia) hanno chiesto alla Commissione finanziamenti per la costruzione di barriere fisiche di difesa.