27 Novembre 2014

L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve

Inaugurazione della mostra "L’Europa in guerra. Tracce del secolo breve" *

 

«... Hanno come un fervore di fabbrica gli ossari.
Vi si ricevono ordini, ordinazioni eterne. Vi si smista.
All’asilo, certi pazzi-di-guerra, ancora vivi
allevano maiali; traffici con gli ossari...». 

Andrea Zanzotto

 

29 novembre 2014 - 28 febbraio 2015

Magazzino delle idee - TRIESTE

28 marzo - 26 luglio 2015

Castello del Buonconsiglio - TRENTO

 

a cura di Piero Del Giudice

 

* per il catalogo della mostra, un breve saggio di Michele Nardelli "Il Novecento, un secolo che nasce e muore a Sarajevo"

 

Enti promotori

Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trieste, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Museo storico del Trentino, Umjetnička Galerija Bosnie i Hercegovine (Galleria Nazionale d’Arte, Sarajevo), Kinoteka Bosnie i Hercegovine (Cineteca Nazionale, Sarajevo)

 


Trieste, Magazzino delle Idee, Corso Cavour (ingresso lato mare)

L'invito

25 Novembre 2014

Figlie dell’epoca. Storie di (alcune) donne nella grande guerra

FIGLIE DELL’EPOCA

storie di (alcune) donne nella grande guerra

 

Siamo figli dell’epoca, l’epoca è politica. (…)
Che ti piaccia o no, i tuoi geni hanno un passato politico
la tua pelle una sfumatura politica, i tuoi occhi un aspetto politico.
Ciò di cui parli ha una risonanza, ciò di cui taci ha una valenza (…)

Wislawa Szymborska

 

un progetto di e con Roberta Biagiarelli.

Dramaturg Simona Gonella. Advisor storico Gemma Bigi. Assistente Erica Girolimetti. Realizzazione elementi di scena Dubalcain snc. Produzione La Corte Ospitale – Rubiera (RE) con il sostegno di Babelia&C-progetti culturali, Echidnacultura Associazione Culturale, Mirano (VE), in collaborazione con Istoreco- Reggio Emilia.

Grazie a Bruna Bianchi, Raffaella Podreider, Maria Grazia Suriano, Stefania Azzolina, Paolo Rumiz, Andrea Rossini, Alessandro Scillitani, Elda Guerra 


Bolzano, Auditorium Liceo Torricelli

La brochure dell'evento

21 Novembre 2014

La Prima Guerra Mondiale alle origini del secolo breve

 

Nell'ambito dell'itinerario di incontri "Tra le pagine del conflitto" promosso dalla Comunità della Vallagarina, Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera dialoga con Michele Nardelli, già presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.

 


Rovereto, via Tartarotti 15. Ex scuole D.Chiesa

La brochure dell'itinerario

15 Maggio 2014

Reportage Chernobyl

Reportage Chernobyl
L'atomo e la vanga. La scienza e la terra

​Le storie non le cerchi, sono loro a trovarti. È  sempre così. Chernobyl è una storia dimenticata. Del destino delle persone che hanno vissuto e subito le conseguenze dell'incidente si sa molto poco. Eppure Chernobyl è una perfetta metafora del mondo che ci circonda, del rapporto spesso perverso che abbiamo con la tecnologia, della disinformazione di cui siamo vittime rispetto ai grandi disastri ambientali, del rapporto bulimico che stringe le società occidentali con l'energia. Ne consumiamo sempre di più, per il soddisfacimento di quelli che riteniamo essere i nostri bisogni inalienabili, trascurando spesso l'impatto che questi hanno sullo stato di salute del pianeta. Ma Chernobyl è soprattutto la lucida realtà del rapporto antico tra l'uomo e la scienza o, per dirla con le parole di uno dei testimoni della tragedia: tra l'atomo e la vanga.


Bolzano, Aula magna Liceo scientifico Torricelli, via Rovigo 42
10 Maggio 2014

La neve nera

Ieri 9 maggio, giorno dell'Europa, è stata riapertadopo molti anni di ristrutturazione, la Vijećnica,la Biblioteca Nazionale di Sarajevo, che venne distrutta dell'agostodel 1992 all'inizio dell'assedio di quella città. E' un avvenimentoimportante, non solo per la città di Sarajevo ma per ogni cittadinoeuropeo, o almeno così dovrebbe essere. Per ricordare questatragedia, vi voglio riproporre il capitolo “La neve nera” trattodal libro “Le stelle che stanno giù” (Edizioni Spartaco) di AzraNuhefendić,corrispondente di Osservatorio Balcani Caucaso.

di AzraNuhefendić

La Vijećnica è il simbolo della distruzione di Sarajevo e dellaBosnia Erzegovina. Custodiva, prima della guerra, un milione e mezzodi libri, tra i quali 155.000 esemplari rari e preziosi e 478manoscritti. Era l'unico archivio nazionale di tutti i periodicipubblicati in, o sulla Bosnia Erzegovina. Dopo tre giorni di rogo, dalla Biblioteca bruciata sono rimastisolo lo scheletro di mattoni e dieci tonnellate di cenere.

"Una grande catastrofe culturale", cosi il Consiglio diEuropa ha definito la distruzione della Biblioteca Nazionale diSarajevo. "La pazzia visibile", così il quotidiano inglese"The Times" intitolava l'articolo sulla devastazione dellaVijećnica.

Il 25 agosto 1992, poco dopo la mezzanotte, i nazionalisti serbispararono le prime bombe incendiarie sulla Vijećnica dalle collineche circondano la città. La Biblioteca Nazionale fu bombardata pertre giornate intere. La precisione dei lanci non lasciava dubbio cheil bersaglio fosse proprio la Vijećnica.

10 Maggio 2014

Quando volgemmo il nostro sguardo altrove… Rinasce la Vijećnica.

(10 maggio 2014)Quando, in quei giorni di fine agostodel 1992, venne incendiata la Vijećnica,la Biblioteca nazionale di Sarajevo, l'Europa volse il suo sguardoaltrove. Non solo i potenti, sia chiaro, anche i cittadini europei -che evidentemente ancora non lo erano (e non lo sono) - pensarono chequella cosa non li riguardasse più di tanto.

Comeavvenne per i successivi tre anni e mezzo, quello che accadeva di làdel mare non li turbava affatto, chiusi nei propri luoghi comuni chedescrivevano quella tragedia come l'ennesimo capitolo della ferociatipica di quella gente, guerre etniche e arcaiche – si diceva –che nemmeno il quotidiano stillicidio di morte riusciva a turbare piùdi tanto.

28 Aprile 2014

Quel passaggio di tempo che cambiò l’Europa e il Mediterraneo

Martedì 29 aprile 2014 ad ore 16.45, Via Dordi 8 (sede Pro Cultura)

Presentazione del libro "Trento nelle guerre d'Europa e d'Italia nella seconda metà del XV secolo. L'origine del lanzichenecchi".

Michele Nardelli in dialogo con l'autore Francesco Prezzi


Trento, Via Dordi 8
21 Aprile 2014

Ciao campione. ’Hurricane’, la canzone che Bob Dylan dedicò a Rubin Carter

(20 aprile 2014) Rubin Carter se ne è andato. Nel 1975 Bob Dylan dedicò una canzone alla storia del peso medio ingiustamente accusato d'omicidio che era in carcere da alcuni anni. "Mi sono vergognato di vivere in un paese dove la giustizia è un gioco" cantava Dylan. Ecco la canzone, la traduzione e il testo originale.

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23 Marzo 2014

Bekim Fehmiu: le piume e il sangue

di Dejan Atanackovic *

In questi giorni a Firenze una mostra dedicata all'Ulisse venuto dai Balcani: Bekim Fehmiu. Pubblichiamo il discorso tenuto all'inaugurazione da Dejan Atanackovic, docente e artista che si divide tra Firenze e Belgrado

(20 novembre 2012) Non ho meritato l'invito per dare un mio contributo
all'inaugurazione di una mostra dedicata a Bekim Fehmiu per la conoscenza del suo lavoro. Al contrario, per me la sua è un'immagine un po' leggendaria, un volto d'infanzia, un simbolo "pop"" della mia adolescenza. E in effetti, di lui si sapeva poco.

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23 Marzo 2014

Una lapide sulla strada dei diamanti

di Andrea Rossini

(20 maggio 2013) Amici e familiari hanno posto una stele nel luogo della strage dei tre pacifisti italiani Guido Puletti, Sergio Lana e Fabio Moreni, uccisi il 29 maggio di venti anni fa mentre portavano aiuti alla popolazione bosniaca.

"Voglio condividere con voi la memoria di quel giorno."" Agostino Zanotti, uno dei due sopravvissuti alla strage del 29 maggio, inizia un lungo racconto. Davanti a lui ci sono alcune decine di parenti e amici delle vittime, italiani e bosniaci, i rappresentanti delle autorità locali e dell'Ambasciata d'Italia.

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23 Marzo 2014

Srebrenica, diciott’anni dopo…

(11 luglio 2013) Srebrenica. Che cosa è rimasto nella coscienza collettiva dei cittadini europei di quanto accadde nel cuore dell'Europa l'11 luglio 1995? A ragion del vero è un po' l'insieme di quella tragedia che concluse il Novecento europeo che oggi appare rimossa, incasellata nella categoria di "guerra etnica"", segnata dal pregiudizio dell'ignoranza e dei luoghi comuni, sterilizzata dalla falsa coscienza di un'Europa incapace di riflettere su se stessa e infine dimenticata, come se non avesse nulla di importante da dirci.

Tutto questo rende il genocidio di Srebrenica, quelle 8372 (o forse più) vite spezzate sotto gli occhi di una comunità internazionale distratta, quando non complice, se possibile, ancora più doloroso. Perché se per i famigliari delle vittime la ferita più aperta è quella di dare riconoscimento e sepoltura a quanti ancora giacciono nelle fosse comuni e, insieme, il desiderio di avere giustizia (se pensiamo che le condanne comminate per quanto accadde a Srebrenica diciott'anni or sono si contano sulle dita di due mani), l'aspetto che più in generale risulta insopportabile è rappresentato dal fatto che il nome di questa antica città non rappresenti motivo di riflessione per l'insieme della coscienza civile europea e mondiale.

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