2 Luglio 2015

Faedo, l’asfalto come immaginario

di Roberto Devigili

(2 luglio 2015) Alla fine, nonostante l’opposizione, autorevolmente rappresentata dalla SAT di San Michele all’Adige, ma anche di molti amici ed estimatori del nostro splendido paesaggio, una nuova striscia di asfalto, ma solamente l’ultima in ordine di tempo, ha coperto un altro tratto della collina di Faedo. Alla fine di marzo, una stradina comunale, che coincide anche con un tratto del sentiero SAT 414, unico accesso pedonale alla volta di Faedo (da qui l’opposizione dell’associazione degli alpinisti ) è stata, appunto, asfaltata.

Con garbo, ma con determinazione, la sezione SAT di San Michele (che annovera tra i suoi iscritti anche parecchi soci di Faedo), si era opposta al progetto di asfaltare quel tratto di strada che da San Michele, tra i filari e le pergole di pregiati vigneti, sale verso i masi di Faedo, inviando, negli anni scorsi più lettere al Comune per tentare una diversa soluzione; con lo stesso obiettivo era stato scritto alla Comunità di Valle, erano state raccolte decine e decine di firme firme ed organizzata anche una “marcia” che aveva visto l’adesione di un centinaio di persone.

 

29 Giugno 2015

Krugman: ’Una mostruosa follia aver spinto Tsipras fino a questo punto’

Secondo l’economista statunitense il premier Tsipras non poteva fare altro che ricorrere agli elettori: “La troika sperava che il governo greco avrebbe ceduto o in alternativa si sarebbe dimesso. Non posso biasimare il premier ellenico per aver rimesso tutta la questione nelle mani degli elettori”.

di Paul Krugman, da Repubblica, 29 giugno 2015

Ad oggi ogni monito riguardo a un’imminente frattura dell’euro si è dimostrato infondato. A dispetto di quanto affermato in fase di campagna elettorale, i governi cedono alle richieste della troika, e parallelamente la Bce interviene per calmare i mercati. Tale dinamica ha permesso di tenere insieme la moneta unica, ma ha al tempo stesso perpetuato un’austerità profondamente distruttiva: non lasciate che qualche trimestre di modesta crescita metta in ombra l’immenso costo di cinque anni di disoccupazione di massa.

15 Giugno 2015

Ciao Mursel

Nei giorni scorsi nell'ospedale di Banja Luka è morto a 68 anni Muharem Murselović, esponente della comunità bosniaco-mussulmana di Prijedor. Un ricordo

di Michele Nardelli

(15 giugno 2015) Se non ricordo male ho conosciuto Muharem Murselović nel 1998, ma non a Prijedor. Lui nella sua città non poteva farsi vivo perché gli effetti della pulizia etnica erano tutto intorno a noi (un anno prima, a guerra ormai finita da tempo, vennero fatte saltare decine di case appena ricostruite affinché i legittimi proprietari si dissuadessero a rientrare) e perché alla testa dell'amministrazione comunale c'erano ancora gli esponenti del Comitato di crisi che sei anni prima avevano organizzato il pogrom contro i “non serbi”, ovvero la maggioranza degli abitanti di Prijedor.

Perché Mursel (così veniva chiamato da tutti) era uno dei rappresentanti della comunità bosniaco-mussulmana che nei quasi quattro anni di guerra finì nei campi di concentramento, assassinata, stuprata, fatta sparire, espropriata di ogni cosa (le case incendiate, le abitazioni confiscate, i conti correnti spariti...) e infine cacciata. Un po' di persone, nelle ore tragiche della distruzione di Kozarac e della Ljeva Obala (la riva sinistra del fiume Sana), erano riuscite a scappare... Nei racconti dei superstiti il dramma di quei giorni della fine di aprile del 1992, il dolore delle vite e delle famiglie spezzate, la violenza del fazzoletto bianco di riconoscimento dei “balija” (come venivano chiamati dai serbi i bosgnacchi) e della cancellazione di una particolare storia europea facendo saltare con la dinamite in una notte quattordici moschee e tutto quel che poteva avere a che fare con i “non serbi”.

12 Giugno 2015

Tulime incontra Michele Nardelli

Sabato scorso sono stato a Palermo, invitato dagli amici di Tulime, ong che opera in diverse aree del mondo e che ho conosciuto qualche anno fa nel contesto della presentazione del libro "Darsi il tempo"" a Parma. Un caldo pomeriggio estivo, un pubblico di giovani e meno giovani, il desiderio di porsi domande alte, 

24 Maggio 2015

La guerra non è mai finita

 

24 maggio 1915 - 24 maggio 2015

 

 

Nei cinquemilaseicento anni di storia scritta sono registrate quattordicimilaseicento guerre.

 

 

«La guerra non è mai finita» scriveva James Hillman «non finisce quando la signora ben pasciuta festeggia con inni patriottici il giorno della vittoria». (J.Hillman, Un terribile amore per la guerra. Adelphi, 2005)

Richiede, invece, elaborazione, capacità di indagare i conflitti che l'hanno generata, riconoscimento del dolore dell'altro, scavare nella guerra come presenza archetipica e fare i conti con ciò che è difficile ammettere ovvero "la felicità