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Angelus Novus, racconto del Novecento

Quelladi questa sera la consideriamo come una prova aperta al pubblico diun lavoro per quanto ambizioso ancora in nuce. Di un’idea che nonsappiamo nemmeno se approderà da qualche parte, per tanto èdifficile raccontare un secolo che nemmeno la storia ha fin quicompiutamente elaborato. E di svolgerlo non attraverso le espressionimusicali del tempo, esercizio retorico e banale, ma nel cogliernel’essenza, un secolo in bilico fra il sogno e l’incubo, “lasovrumana promessa, questa demenza” per dirla con l’illuminazionedi Arthur Rimbaud.

L’immaginedi questo lavoro potrebbe essere l’Angelus Novus di Paul Klee.Scriveva Walter Benjamin: «C’è un quadro di Klee ches’intitola ‘Angelus Novus’. Vi si trova un angelo che sembra in attodi allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhispalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storiadeve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ciappare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, cheaccumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi.Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporrel’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliatanelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle.Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volgele spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo.Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta».

Raccontarequesta tempesta, ecco qui. Per comprendere il naufragio, non la finedella storia, ma di una storia certamente. Quel naufragio descrittocon straordinaria efficacia da Claudio Magris in “Alla cieca”. Eproprio la storia di Cippico, la certezza nell’avvenire, la passioneverso la fragile democrazia repubblicana spagnola, l’orrore del“lavoro che rende liberi”, la tragedia dei “monfalconesi”finiti sull’isola calva, la vergogna verso i sacerdoti benpensantidell’ortodossia, il naufragio della vita nel suo aggrapparsidisperato alla polena che un mastro ispirato dal corpo di Marjagettato sulla spiaggia scolpì nel legno, come quella che il suoantenato Alvise mise a prua della sua galera di ritorno dallabattaglia di Lepanto, inutile come tutte le vittorie, vorremmo fossela colonna sonora di questo racconto, nel suo divenire teatrale, semai ci riusciremo. Non ancora completa, che assumerà senso e corpograzie anche agli stimoli che ci verranno. 

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