Impronte...
Pensieri del giorno dopo.
29 Ottobre 2013
Il gruppo consiliare del PD
Tutti i dati delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale
31 Ottobre 2013
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Ho bisogno di capire…

Eppure so di aver lavorato senza risparmio, di aver realizzato buone leggi (fra le più rilevanti di iniziativa consiliare) che investono l’economia locale, l’ambiente, la cultura, la democrazia digitale… Ho difeso forse più di ogni altro rappresentante istituzionale l’acqua pubblica o il territorio… Ho dato una nuova impronta all’impegno per la pace e i dritti umani… E allora? Sul piano politico il mio profilo è stato, lo dico senza falsa modestia, di alto profilo, riconosciuto da alleati e da avversari… E dunque? Ho costruito spazi inediti di confronto politico (parlo di "Politica responsabile") che hanno almeno cercato di coprire un vuoto che la politica non sapeva o voleva abitare… ed un profilo politico territoriale ed europeo che provava ad offrire una possibile via d’uscita rispetto alla crisi irreversibile dei partiti nazionali ormai fuori scala… Meglio il basso profilo? Mi sono dato uno strumento rigoroso di informazione e di cronaca come un blog quotidiano scrivendo nel dettaglio tutto quel che andavo facendo… Non conta nulla?

Si potrebbe obiettare che tutto questo non è stato recepito. Ma allora dove pensavano di essere le centinaia di persone che affollavano il Teatro sociale per il "Café Sinan Pascià", o per "Come in giostra volar…" o, ancora, per l’incontro sull’Ulisse venuto dai Balcani con Vinicio Capossela… Da che idea potesse venire il "Café de la Paix"… O da quale elaborazione potessero venire le normative approvate sulle filiere corte, sull’animazione territoriale o sul fondo regionale per lo sviluppo…

Certo, il mio rapporto con i media non è mai stato granché, ma non lo era certamente nemmeno cinque anni fa. Non ero e non sono uso mercanteggiare pettegolezzi, ma quanti consiglieri uscenti potevano mettere sul piatto della bilancia una serie di editoriali che parlavano delle proprie leggi o intere pagine culturali. Evidentemente tutto questo non conta per un elettorato diventato ormai uguale alla politica che biasima.

Perché forse è proprio questa la spiegazione. La nostra gente preferisce e sceglie i messaggi forti non i "pensieri di mezzo", che invece considera compromissori, proiettando le proprie frustrazioni quotidiane sulla sfera delle parole radicali. Così si possono spiegare le rottamazioni, i "senza se e senza ma" (quando la realtà è fatta di prevalentemente di sfumature), il voto nostalgico o il voto donna, il voto territoriale che allude allo scambio, l’appartenenza ideologica nel voto cattolico o laico che sia. Insomma ci stiamo talebanizzando nella sfera pubblica per poi diventare meschini tiratori di giacchette in quella privata.

E non parlo degli altri, parlo di noi. Di quell’anomalia politica che pure ho difeso e che ha permesso a questa terra di essere comunque diversa. Forse è l’amarezza a parlare per me e so bene che questo voto indica anche molto altro. Ma ho bisogno di capire. Per decidere se cercare ancora o fare altro. 

9 Comments

  1. Mila ha detto:

    Io penso che le cose fatte buone restino, che al di là dei risultati ci sarà anche il tempo per potersi spendere nuovamente per la collettività. Io non la conoscevo prima di questa legislatura, ma ho potuto apprezzarla e stimarla e come me molti altri mi creda. Non si lasci vincere dalla delusione, ma continui a portare avanti le idee che le hanno permesso di incidere nella nostra comunità. Buon lavoro.

  2. Fitzcarraldo ha detto:

    Il fatto che lei si interroghi conferma il suo profilo politico alto. Continui a farlo seriamente evitando risposte frettolose o di comodo, perché proprio questo è ciò che manca non solo al centrodestra (come ha giustamente notato Fabbrini sul giornale di oggi) ma anche a molto, troppo centrosinistra autonomista.

  3. Lia Nesler ha detto:

    Gentile Nardelli, faccio parte di quel gruppo di persone che non si riconoscono nella politica del PD, che non lo votano e che non hanno una rappresentanza politica, visto che in Trentino a sinistra del suo partito c’è il vuoto assoluto. Tuttavia intendo esprimere il mio rammarico per la sua sconfitta.
    Me lo lasci dire: lei rappresenta dentro il PD trentino una vera anomalia, naturalmente in senso positivo. Nonostante la sua comprovata capacità di portare a buon fine battaglie che, pur difendendo gli interessi dell’intera collettività, politicamente sono spesso di minoranza, nonostante l’evidente alto profilo del suo impegno politico, lei non ha avuto un numero sufficiente di voti per ritornare in Consiglio.
    Lei infatti si pone di fronte all’elettore come portatore di “politica” non di interessi particolari legati al gruppo di poteri forti che comanda da sempre in Trentino, e questo, si sa, dal punto di vista della “raccolta” non paga.
    La qualità del consenso non è semplicemente un problema delle regioni ad alto tasso mafioso (Libero Grassi docet), è anche purtroppo una malattia di casa nostra, sulla quale varrebbe la pena di riflettere. Sono rarissime le persone che conosco che votano in modo libero, cioè scegliendo un candidato per le sue qualità personali, per il progetto del suo parito, per ciò che ha dimostrato di saper fare. Sulle idee e le attività è più facile ricevere complimenti che voti. Il consenso viaggia su altri binari, che sono sempre legati allo scambio e alla visibilità.
    Sono certa che lei potrà fare molto per la collettività anche fuori dal Consiglio.
    Credo che i tempi impongano ormai una riflessione seria non solo sul problema della qualità del consenso, ma anche su quello della rappresentanza (più del 40% dei trentini non hanno espresso un voto e politicamente non contano nulla.
    Cordiali saluti,
    Lia Nesler

  4. stefano fait ha detto:

    Michele, la redenzione del mondo (tikkun) necessita di una rivoluzione delle coscienze, perché travasare un vino cattivo in una bottiglia bella non lo rende più buono.
    Se cambiare la testa della gente fosse così facile, Gesù, Siddh?rtha Gautama, Socrate, ecc. avrebbero già risolto tutti i nostri problemi e ora ci occuperemmo d’altro.
    Sapevano perfettamente bene che avrebbero fallito, ma a loro interessava seminare.
    E la loro e altrui (es. Langer) semina ha datto dei frutti: linciaggio, tortura, pena di morte, pedofilia, matrimoni combinati, schiavitù, inferiorità della donna, violenza domestica, integralismo religioso, imperialismo, pulizia etnica, arbitrio del più forte sui più deboli, ecc. non sono più la norma, almeno in certe aree del mondo.
    E oggi si parla di abolizione del debito come nuova forma di anti-schiavismo, si parla di sensibilità ecologica come priorità per la maturazione del genere umano, si parla di dare più spazio alle donne, di democrazia partecipante e partecipata.
    Mai come in quest’epoca milioni di intelletti collaborano per risolvere i gravi problemi del nostro tempo, della nostra specie e della nostra civiltà.
    Pensi che arriverai a vederli risolti? No.
    Neppure la fusione fredda potrebbe porre fine ad ingiustizie e violenze. Ci vorrà un altro millennio, almeno.
    Pensi di poter smettere di seminare? Al prossimo invito, alla prossima lettera, alla prossima visita in qualche luogo di sperimentazione ricomincerai a fare quel che hai sempre fatto, perché “è necessario continuare quello che è giusto” (Langer) e perché non ne puoi fare a meno.

    *****
    Non ho mai capito perché tu non abbia risolto la conflittualità tra locale e globale – che secondo te comporta la dissoluzione degli stati – abbracciando il federalismo. Tu sei naturalmente federalista, però è un termine che non usi quasi mai, come se ti scottasse tra le mani. Invece quella del federalismo – una forma alta di federalismo in una forma alta di democrazia – è la causa per cui occorre spendersi, in nome dell’autonomia e della fratellanza umana all’insegna dell’unità nella diversità.

  5. Teresio ha detto:

    Caro Michele,
    sto provando da due giorni ad articolare alcune cose che vorrei dirti, dopo avere letto il tuo post di ieri, ma sono troppo stanco e amareggiato per farlo decentemente. Confido che si riesca prossimamente,
    appena risolvo un po’ di rogne, a fare due chiacchiere con calma di persona.
    Ci tengo però a dirti da subito che mi spiace molto che tu sia stato escluso dal Consiglio provinciale. Sono anche amareggiato per il fatto che un voto che per me è stato molto difficile – quello a Rossi e al
    PD, impliciti nel votarti – non sia servito allo scopo di avere una voce che io considero importante nell’aula del Consiglio provinciale. Mi dispiace, soprattutto, che tu viva l’esito del voto come una
    sfiducia nei tuoi confronti.
    Su questo sbagli di grosso. Quando tu ti domandi perché hai dimezzato i tuoi consensi io ti dico invece che devi essere orgoglioso di avere preso quasi 2000 preferenze, nel contesto di queste elezioni: un partito autorerenziale che vive di tatticisimi e guerre tra bande, sia a livello
    nazionale sia a livello locale – e mi fermo qui per carità di patria, non entrando nemmeno sui contenuti delle politiche. Un candidato presidente tronfio e incompetente, un ‘leghista presentabile’ che si è
    fatto campagna elettorale con un piano casa non-sense, regalando 50milioni di euro agli speculatori immobiliari e a pochi privilegiati. Neanche Achille Lauro o il peggior Fanfani erano riusciti a tanto …

    Del collettivo di cui abbiamo fatto parte negli anni Novanta, alcuni hanno scelto di entrare nel PD e di provare a costruirci qualcosa. E’ del tutto ragionevole che tu ed altri che lì vi trovate, scendiate a patti, prendiate atto – probabilmente con qualche mal di pancia – del come ci si è presentati a queste elezioni. Ma per quale ragione chi ha fatto scelte diverse – pur condividendo con voi valori, idee e affetto – avrebbe dovuto votare PD e Ugo Rossi?
    Gli altri erano peggio, dobbiamo sconfiggere le destre, sono i leitmotif nauseanti del ‘meno peggio’ negli ultimi 20 anni. Queste sono ragioni valide?
    Ancora, in un partito decente si fa lavoro di squadra e ci si divide oneri e onori. Nel PD trentino si gioca di piccoli tatticismi. Ciò di cui ti sei occupato in questi anni in Consiglio ti fa onore, ma
    indubbiamente si raccolgono più preferenze facendo il lobbista del privato sociale, o della propria valle, piuttosto che occupandosi in maniera seria di sostenibilità dello sviluppo di questa terra. Potrei continuare.
    Scusa le semplificazioni e il taglio un po’ provocatorio. Quello che mi interessa dirti è che nelle tue preferenze ci sono molte persone che
    mai avrebbero votato PD e che mai avrebbero votato Rossi; o che non avrebbero votato affatto, come il sottoscritto. Rispetto a 5 anni fa è cambiato il contesto. Che molti non ti abbiano ri-votato è
    nell’ordine delle cose, per queste ragioni. Che tu sia riuscito a raccogliere comunque 2000 voti è una cosa che ti fa onore e che non riesco a considerare diversamente da un attestato di stima nei tuoi confronti. Anche se non cambia purtroppo l’esito sostantivo del voto.
    Per il resto, valgono sicuramente molte delle considerazioni nel tuo post e altre cose ancora. Ma no, non è vero che non hai seminato nulla. E’ successo dell’altro.
    Un abbraccio e a presto
    Teresio

  6. Davide ha detto:

    In attesa di vederti di persona volevo scriverti per dirti che sono rimasto molto stupito del risultato elettorale. Mi sembrava tanto evidente la necessità di una tua presenza in consiglio che la davo quasi
    per scontata.

    Grazie per quanto hai fatto sino ad ora e per gli stimoli politici ed intellettuali che mi hai sempre dato.

    E viva la Topolino amaranto!

    Davide

  7. Mauro ha detto:

    Ciao Michele,

    nelle settimane precedenti al voto ho cercato per quanto potevo di sostenere la tua candidatura, sia tra chi già ti conosceva ed “era del giro”, sia tra persone del tutto estranee alla politica ed ai nostri percorsi. E posso garantirti che, eccetto forse un caso, nessuno ha detto che non ti avrebbe votato per motivi personali, riguardanti la tua persona. Ho raccolto al contrario stima e fiducia verso di te, o se non ti conoscevano giudizi positi e piacevolmente colpiti dal tuo programma.
    Più di qualcuno però, e qui forse sta il problema, mi ha risposto che doveva riflettere se sostenerti perché non era convinto/a di votare PD e/o Rossi, il primo per il pessimo spettacolo (specie nazionale, ma non solo) che ha dato ultimamente, il presidente per le sue (reali o temute non saprei) posizioni politiche.
    Forse allora l’occasione della non rielezione può darti spazio per lavorare di più nel partito, per dargli in Trentino un profilo autonomo, territoriale ed europeo, sperabilmente diverso dalla melassa romana che presto si condirà di salsa populist-renziana?
    Sono certo in ogni caso che continuerai ad essere stimolo e risorsa per le nostre terre alte alpine! Stare in mezzo è sempre difficile, ma è tutto fuorché mediocrità!

    MAURO

  8. stefano fait ha detto:

    Scrive Mauro: “Più di qualcuno però, e qui forse sta il problema, mi ha risposto che doveva riflettere se sostenerti perché non era convinto/a di votare PD e/o Rossi, il primo per il pessimo spettacolo (specie nazionale, ma non solo) che ha dato ultimamente, il presidente per le sue (reali o temute non saprei) posizioni politiche”.

    Confermo: davvero tanti.

  9. Carlo ha detto:

    IL GRANAIO E’ BRUCIATO.
    ADESSO
    POSSO VEDERE LA LUNA.

    Masahide