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Filiere corte ed educazione alimentare, un gruppo di lavoro per il Programma

Ora siamo esattamente a questo punto, l’elaborazione del Programma triennale, snodo cruciale dell’impianto legislativo. Per questa ragione ci troviamo: fornire un contributo di idee all’amministrazione per l’elaborazione del Programma la cui approvazione (in Commissione legislativa e in Giunta) costituirà l’avvio vero e proprio della legge.

Aspetto cruciale, dunque, l’efficacia del programma. Quali sono i criteri per definire un prodotto a basso impatto ambientale, come certificarne la qualità, come realizzare gli appalti per la ristorazione collettiva, come favorire gli accordi di filiera, come articolare il programma di educazione alimentare nelle scuole come negli ambiti di produzione, commercializzazione, offerta turistica.

L’elaborazione del Programma triennale non investe solo l’assessorato all’agricoltura e il turismo. Richiede un approccio interdisciplinare dove sono coinvolte l’istruzione, la formazione professionale, la sanità, il commercio, la produzione artigianale ed industriale. Ognuno dei dipartimenti interessati deve portare un suo apporto per rendere efficace la normativa e non creare intoppi nella sua gestione.

Ne esce un confronto molto stimolante e le domande che vengono poste sono sferzanti. C’è in tutti gli interventi la consapevolezza che abbiamo a che fare con una Legge importante, in grado di dare un impulso decisivo alla produzione biologica e di qualità in questa terra. Tutti s’impegnano ad elaborare stimoli e proposte entro una quindicina di giorni affinché il documento di Programma possa essere più efficace possibile.

Le leggi sono così, non basta approvarle. Ci vuole la volontà di portarle avanti, occorre che la spinta culturale che sottende un provvedimento legislativo trovi condivisione, bisogna far sì che pari passo questa cultura diventi patrimonio dei soggetti che ne devono essere i protagonisti. Una legge, in assenza di tutto questo, può anche rimanere lettera morta, dormiente in un cassetto. Ed oggi l’agricoltura trentina ha bisogno come l’aria di una forte innovazione fondata sulla qualità. Viene richiesta a gran voce nella viticoltura come nel settore lattiero-caseareo, come tratto caratterizzante di un nuovo modello turistico, nella tutela della salute laddove la cattiva alimentazione è fonte di patologie sempre più allarmanti e costose per la comunità.

Le persone sedute al tavolo (ed altre che invitate non hanno potuto per motivi diversi partecipare) rappresentano un quadro di sensibilità di grande valore. Ci sarebbe bisogno che nell’assessorato all’agricoltura si istituisse un gruppo di lavoro quale nucleo operativo interdisciplinare per l’applicazione di questa normativa. Spero che entro la fine della legislatura gli esiti di questo provvedimento legislativo inizino a diventare tangibili. Darebbe il senso, oltre che alla loro sensibilità, anche al mio stesso impegno istituzionale.

Michele Nardelli

1 Comments

  1. Giuliano ha detto:

    Ciao Michele,

    nel ringraziarti dell’invito, ho trovato molto interessante l’incontro di questo pomeriggio sulla legge 13 e il confronto con gli altri partecipanti che mi ha permesso di mettere a fuoco le problematiche relative all’applicazione e la situazione degli altri territori che mi ha fornito termini di paragone interessanti riguardo a come stiamo operando in alta valle di non.

    Ora per avviare un confronto con gli attori della scena agricola in alta valle e con il direttivo di Slow Food ti chiedo cortesemente di inviarmi in forma digitale la documentazione che hai messo a disposizione in forma cartacea, per permettermi di inoltrarli a chi collaborerà con me per gli intenti citati in riunione, al fine di approntare proposte finalizzate all’efficace applicazione della legge stessa, ti ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti, a presto

    Giuliano Pezzini
    Presidente Futuro Sostenibile Alta Val di Non

    38010 Seio-Sarnonico