Tagliare le spese militari, finalmente se ne parla.
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23 Marzo 2014(26 febbraio 2014) Quel che sta avvenendo nelle ultime ore in Ucraina è ancora più inquietante delle immagini di scontri e repressione che per giorni e giorni abbiamo visto nelle piazze di Kiev. Unità dell’esercito russo sono entrate in azione a Sebastopoli, sul Mar Nero, dove da anni è insediata una delle più importanti basi navali della Russia, con il sostegno della popolazione che inneggiava alla madre patria e alla secessione. Insomma, è come rivedere un film già visto, dove i simboli etnico religiosi nascondono le contraddizioni tipiche dei paesi post comunisti e leadership corrotte che non hanno mai smesso di fare affari d’oro. Come afferma Francesco Prezzi nella scheda storica che qui riportiamo, sembra proprio che non impariamo mai nulla dal passato, anche recente. Richiederebbe elaborazione più che atteggiamenti manichei. (m.n.)
di Francesco Prezzi
Pare di capire che la guerra civile nell’ex Jugoslavia non abbia insegnato all’Europa assolutamente nulla. La politica europea in questi anni non ha saputo nemmeno cogliere le primavere arabe, il fallimento delle quali ha provocato l’isolamento della Comunità Europea in un cerchio di fuoco e di guerre civili.
Eppure sarebbe bastato leggere e conoscere la storia di questi paesi per comprenderne il significato. L’iniziativa europea in Siria ha dato come risultato l’aumento del terrorismo, mentre in Ucraina ci si sta drammaticamente avviando verso la guerra civile in un paese che possiede tecnologie nucleari. L’Ucraina, repubblica dell’Unione Sovietica, era anche membro fondativo delle Nazioni Unite.
Forse non tutti sanno che il termine Russia (Russ) nasce a Kiev e non in Moscovia. Non tutti sanno che il cristianesimo di rito bizantino nasce a Kiev e poi si è diffuso nella Moscovia.
Lo scontro che sta avvenendo in Ucraina non è solo tra democrazia e autoritarismo, ma è anche uno scontro di carattere etnico e religioso. La Galizia con la sua capitale Leopoli per secoli apparteneva al Regno di Polonia. Kiev apparteneva invece alla Russia e si trovava sui confini della Grande Polonia-Lituania.
Il 5 agosto 1772 ci fu la prima spartizione della Polonia e la Galizia fu inclusa nell’impero Asburgico, dalla ex Granduchessa di Toscana e poi imperatrice d’Austria Maria Teresa.
La Galizia era stata inclusa nel Ducato d’Austria-Regno di Boemia ed era abitata per lo più da Ruteni. Dopo la fine della prima guerra mondiale, la Galizia fu annessa alla neo-costituita Repubblica di Polonia, ma ci furono spinte separatiste e nazionaliste. Alla fine della seconda guerra mondiale il confine polacco si spostò sull’Oder, mentre la Galizia fu annessa all’Ucraina.
Tutto questo dovrebbe far riflettere: è da evitare che si arrivi alla guerra civile. Per un’Ucraina democratica dovrebbe essere favorita dall’Unione Europea la nascita di partiti che non seguano una divisione etnica e religiosa (né uniati cattolici di rito greco, né ortodossi russi). Un paese molto esteso con grandi potenzialità economiche (il granaio dell’Europa) ha bisogno di un processo democratico che riconosca le minoranze etniche e linguistiche e rifiuti il presidenzialismo. Tale sistema non appartiene alla tradizione europea; là dove è stato applicato non ha funzionato ad eccezione degli Stati Uniti, dove tuttavia si è dovuto passare per una lunga guerra civile conclusasi di fatto negli anni sessanta del ‘900; negli altri stati del mondo, che hanno applicato tale sistema, si è passati da un colpo di stato all’altro (si vedano le costituzioni Sud Americane del 1821 sulla carta migliori di quelle Usa).
L’Ucraina non può rompere con la Russia perché romperebbe con la propria storia, né può essere divisa perché si metterebbero in discussione i confini d’Europa dopo la seconda guerra mondiale con conseguenze inimmaginabili all’interno della stessa Unione Europea, dove si creerebbe un effetto domino.
Un’Ucraina democratica e parlamentare, con un Senato della Repubblica in funzione d’equilibrio, potrebbe assumere un ruolo importantissimo tra Russia e UE creando una situazione di Stabilità.
Altre strade sono solo avventuriste e pericolose. La politica deve esserne conscia.