23 Giugno 2023

Il destino nelle proprie mani. In ricordo di Guido Pollice

(23 gigno 2023) E' una generazione che ha avuto il destino nelle proprie mani quella che un po' per volta se ne va. Ed ogni volta è un pezzo della nostra storia, della mia storia, che inesorabilmente finisce nel precario archivio personale e della quale si avrà – nello scorrere del tempo – una ancor più precaria memoria collettiva. Non solo perché si è vissuto fin troppo al presente e nel turbinio di cambiamenti che non sedimentavano il passato, ma anche perché la cultura del limite non ci è appartenuta, così da aver concepito le nostre esistenze dando tutto, come se le stagioni non scorressero anche per noi. Un delirio, generoso nel suo svolgersi ma – lo si deve riconoscere – anche irresponsabile, perché se non ne rimane traccia quella storia non riusciremo a portarla in dono. Per farne tesoro e, se non altro, per evitare che si ripetano gli stessi errori.

Ho conosciuto Guido Pollice negli anni '70, in quel decennio che forse più di ogni altro, nonostante le tracce di piombo che ne hanno sporcato il suo epilogo, ha cambiato in profondità la vita delle persone e il mondo intorno a loro. Non furono solo le grandi riforme (esito, vorrei dire, più della radicalità che dei riformismi) di cui abbiamo beneficiato e delle quali, malgrado tutto quel che è accaduto in seguito, ancora beneficiamo. In quel contesto il cambiamento fu travolgente, entrando più o meno consapevolmente in ogni segmento del nostro quotidiano e della società.

C'era l'astrattezza dell'assalto al cielo ma anche la concretezza dei conflitti sociali: le famiglie non furono più le stesse, i rapporti fra le persone conobbero una rivoluzione che non aveva precedenti. E' difficile persino immaginare come si viveva nelle case dove la violenza era taciuta, dove mancavano i servizi più elementari, dove la radio era un privilegio. Mi vengono in mente le straordinarie immagini della Milano di Enzo Jannacci raccontate in un testo come “Ti te se no” (https://youtu.be/eS2gvssnspI), quella Milano che negli anni Sessanta accolse anche quel giovane di belle speranze che veniva dal Mezzogiorno e che per tutta la vita lo accompagnò nell'impegno politico e istituzionale.

12 Ottobre 2022

Roma decolonizza le strade della città

Il Comune di Roma istituisce la Giornata della Memoria delle vittime del colonialismo italiano il 19 febbraio, giorno della strage di Addis Abeba nel ’37, e rivede la toponomastica. Una nostra vittoria.

di Silvano Falocco

Il 6 ottobre 2022 il Consiglio comunale di Roma Capitale ha approvato, con 24 favorevoli, la mozione 232/2022 , prima firmataria Tiziana Biolghini, e con la firma di tutti i capigruppo del centrosinistra, con l’impegno per il Sindaco e la Giunta “ad istituire nella Città di Roma, in quanto Capitale d’Italia, la Giornata della Memoria per le vittime del colonialismo italiano, da svolgersi a Roma il 19 febbraio, in ricordo delle vittime africane dell’occupazione coloniale italiana, nonché a rivedere le titolazioni di alcune vie ad essa ispirate”.

La mozione ha raccolto l’appello che quasi duecento tra storici del colonialismo italiano, di oltre venti università italiane e straniere, studiosi, esponenti politici ed attivisti hanno presentato al Sindaco di Roma e al Presidente della Regione Lazio per risignificare l’odonomastica coloniale presente a Roma, istituire una giornata di riflessione sul colonialismo italiano il 19 febbraio, giorno d’inizio della strage di Addis Abeba e il cambiamento di nome dello spazio We Gil, che ancora richiama l’acronimo della Gioventù Italiana del Littorio.

20 Giugno 2022

I simboli del colonialismo italiano. Un appello da Roma

Nei giorni scorsi è stato lanciato un appello al Sindaco di Roma per riconsiderare simboli e toponomastica del colonialismo italiano che segnano innumerevoli luoghi pubblici di Roma. Un analogo appello è stato rivolto al Presidente della Regione Lazio. L'iniziativa prende il via dopo la pubblicazione del libro "Roma coloniale" di Silvano Falocco e Carlo Boumis (Edizioni Le Commari, 2022) e ha suscitato un dibattito pubblico tutt'altro che banale. Sappiamo bene come i simboli rappresentino molto spesso ferite aperte che andrebbero innanzitutto riconosciute, elaborate, storicizzate, sanate. Pensiamo a come il tema della toponomastica rappresenti una questione aperta e divisiva nel vicino Sid Tirolo - Alto Adige, una terra oggetto di occupazione coloniale da parte dello Stato italiano e del suo tragico ventennio fascista. In realtà in ogni città e comune abbiamo a che fare con i segni del fascismo o delle conquiste della follia imperiale: monumenti, edifici, strade e piazze che ricordano questo passato inglorioso o personaggi che, a scavare poi nemmeno molto, erano figure ignobili o generali che hanno massacrato e mandato al massacro tanta povera gente. Senza dimenticare che tutto questo coinvolge anche storie famigliari che spesso preferiamo rimuovere. Non si propone di cancellare questo passato, ma di considerarlo per quello che è stato, affinché diventi occasione per un percorso di rivisitazione critica della storia. Roma si è proposta di farlo a partire da un libro che a riaperto pagine spesso dimenticate e altrimenti destinate all'oblio. Personalmente parlo spesso della necessità di elaborare il Novecento. Pensiamoci, ma ci sarebbe lavoro per tutti. Anche nelle nostre prossimità. L'Appello che qui viene riportato, insomma, ci riguarda. Potremmo iniziare con il firmarlo, aderendovi, aggiungendo un vostro commento, scrivendo sulla mia pagina di facebook. (m.n.)

 

Lettera appello al Sindaco d Roma Roberto Gualtieri – Roma capitale

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La nostra città, ancora oggi, custodisce centinaia di tracce del feroce colonialismo italiano, celebrato attraverso piazze, vie, viali, larghi, ponti, lapidi, busti e palazzi la cui presenza muta permette di continuare a godere del senso di superiorità imperiale di cui sono intrisi.

Una vera e propria odonomastica coloniale che fa di Roma, con oltre 140 odonimi, il luogo d’Italia maggiormente connotato da quell’esperienza storica.

Come Lei ben sa, anche per il contributo essenziale delle seconde generazioni, è sorto ovunque, nel nostro paese, un movimento di de-colonizzazione dello sguardo” che, nelle città, chiede di assegnare un significato nuovo, veritiero e più giusto, a quelle tracce, perché oggi é impossibile continuare a vedere statue, monumenti o vie intrise di storia coloniale in modo innocente, acritico.

Un primo intervento ha portato il Consiglio Comunale di Roma Capitale, il 4 agosto 2020, ad approvare una mozione per intitolare la fermata della metro C non all’Amba Aradam - luogo di una battaglia feroce che vide l’uccisione di migliaia di etiopi per mano dell'esercito e dell'aviazione italiana con l’uso di gas tossici – ma a Giorgio Marincola, partigiano nato in Somalia, legato al Partito d'Azione e ucciso in Val di Fiemme nel maggio del 1945.

 

28 Novembre 2021

Dal libro dell’esodo. L’Europa e il Mediterraneo.

Continuano gli incontri di "Salotto in città" che nella sua versione autunnale e invernale viene ospitato dagli amici e amiche del Porteghet (in fondo ai Portici di via Suffragio) a Trento. 

Mercoledì 1 dicembre alle ore 10.00 Michele Nardelli, sullo sfondo del libro fotografico di Luigi Ottani e Roberta Biagiarelli lungo la rotta balcanica (AA.VV. Dal libro dell'esodo - Piemme, 2016), ci propone un'altra storia dell'Europa intitolata "Incontri di civiltà" che fonda le proprie radici nel Mediterraneo, in quel "Movimento delle traduzioni" che da Damasco e Baghdad giunse in Andalusia, diventando una delle fonti più fertili del rinascimento europeo.

I "salotti in città" sono promossi dall'Associazione Trentina Sclerosi Multipla – Centro Franca Martini, Café de la Paix, Circolo Arci e la Portineria de la Paix.


Trento, Al Porteghet - Passaggio Dorigoni 3
21 Giugno 2021

Genova 2001-2021 Avere vent’anni

Nei giorni 9, 10, 11 luglio 2021, a Trento, Brentonico e Arco

Per una generazione (o più di una) Genova è sinonimo dell'estate del 2001, delle giornate di mobilitazione contro un certo modello di globalizzazione, rappresentato dal G8 ospitato nel capoluogo ligure, città dall'assetto urbanistico angusto e frammentato.

Impegno e speranza.
Incontro e condivisione.
Dolore e frustrazione.

Per le generazioni successive - partendo proprio da chi oggi ha vent'anni o meno - quel periodo dice relativamente poco, sormontato da fatti immediatamente successivi (l'attacco alle Torri Gemelle su tutti) e annegato da due decenni carichi di crisi, tensioni, rivolgimenti storici.

Non si tratta solo di ricordare - anche se di memoria abbiamo assoluto bisogno - ma di riflettere collettivamente su ciò che è stato e su ciò che potrebbe e dovrebbe essere, nel momento in cui ancora troppe sono le ingiustizie (sociali, economiche e ambientali) che attraversano il tempo
che viviamo, a cui nuove e diverse forme di partecipazione e attivazione tentano di porre rimedio.

Perché un altro mondo non solo è possibile. E' necessario.


Trento, Brentonico e Arco
19 Giugno 2021

Presentazione del libro «E allora le foibe?»

Il 28 giugno alle ore 18.00, nello spazio esterno della libreria due punti, la presentazione del libro "E allora le foibe?" di Eric Gobetti (Laterza editore). A dialogare con l'autore Eric Gobetti ci sarà Michele Nardelli.


«E allora le foibe?» è diventato il refrain tipico di chi sostiene il risorgente nazionalismo italico e vuole zittire l’avversario. Ma di cosa parliamo quando parliamo di foibe? Cosa è successo realmente?

«Decine di migliaia», poi «centinaia di migliaia», fino a «oltre un milione»: a leggere gli articoli dei giornali e a sentire le dichiarazioni dei politici sul numero delle vittime delle foibe, è difficile comprendere le reali dimensioni del fenomeno. Anzi, negli anni, tutta la vicenda dell’esodo italiano dall’Istria e dalla Dalmazia è diventata oggetto di polemiche sempre più forti e violente.

Questo libro è rivolto a chi non sa niente della storia delle foibe e dell’esodo o a chi pensa di sapere già tutto, pur non avendo mai avuto l’opportunità di studiare realmente questo tema. Questo “Fact Checking” non propone un’altra verità storica precostituita, non vuole negare o sminuire una tragedia. Vuole riportare la vicenda storica al suo dato di realtà, prova a fissare la dinamica degli eventi e le sue conseguenze. Con l’intento di evidenziare errori, mistificazioni e imbrogli retorici che rischiano di costituire una ‘versione ufficiale’ molto lontana dalla realtà dei fatti. È un invito al dubbio, al confronto con le fonti, nella speranza che questo serva a comprendere quanto è accaduto in anni terribili.


Trento, spazio esterno Libreria due punti, Via San Martino 78
29 Aprile 2021

Viaggio di studio in Bosnia-Erzegovina. Alle radici delle memorie d’Europa

Dal 18 settembre al 23 settembre 2019 si svolge un nuovo viaggio di formazione in Bosnia Erzegovina rivolto agli insegnanti dell'Emilia Romagna. Il cuore del percorso formativo è dedicato a quanto accaduto nella regione balcanica alla fine del Novecento e a quel che quegli avvenimenti avrebbero potuto insegnarci.

ll percorso formativo è promosso dall'Istituto storico di Modena in collaborazione con la Rete dei Musei storici dell'Emilia Romagna e dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna. Ad accompagnare il viaggio Michele Nardelli.


Bosnia Erzegovina

Il programma

6 Marzo 2021

Quel tragico «ragionamento maturo»

Un viaggio in Spagna, a Toledo per la precisione, sulle tracce degli ebrei sefarditi che furono cacciati nel XV secolo dalla penisola iberica e arrivarono in Bosnia Erzegovina. L'occasione per una profonda riflessione sulla memoria, sull'Olocausto, sulle tragedie della storia

Riprendo questo scritto dell'amico Bozidar, pubblicato nei giorni scorsi da Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa in occasione del giorno della memoria. Perché conoscere la storia è condizione essenziale per comprendere il nostro tempo.

di Bozidar Stanisic

(27/01/2021) Tutte le guide turistiche, sia digitali che cartacee, ripetono, tanto da sembrare un disco rotto, che vale la pena visitare Toledo, per le sue chiese, per la fortezza Alcázar, per il ponte di Alcántara, e soprattutto per El Greco. Non dimenticano di menzionare anche i souvenir – spade, coltelli, armature da cavaliere – , sottolineando inoltre che Toledo è il capoluogo della comunità autonoma di Castiglia-La Mancia e che il fiume Tago crea un anello, unico nel suo genere, intorno alla città situata in cima a una collina che sembra essere stata predestinata ad ospitare un insediamento umano. Le guide spiegano anche che Toledo è la sede dell’omonima arcidiocesi e spesso ricordano ai turisti che quella regione è la terra di Don Chisciotte. A Toledo i viaggiatori possono acquistare souvenir raffiguranti il cavaliere dal volto triste e il suo servitore Sancho, e quelli malaccorti potrebbero inciampare nella statua dell’immortale personaggio di Cervantes situata in una stretta viuzza di questa città che – come si afferma nelle guide – vanta una lunga e ricca storia.

Lunga e ricca… E dolorosa, dico tra me e me. Ma, a onor del vero, non dolorosa per tutti. Dico a me stesso anche che in quel tardo autunno del 2018 mi recai a Toledo non per i motivi di cui sopra, bensì per visitare il quartiere ebraico della città. Dopo aver letto molti libri sull’espulsione degli ebrei dalla penisola iberica, decisi di visitare quel quartiere che in tutte le altre città della Spagna un tempo abitate da ebrei chiamano “judería”.

11 Dicembre 2020

Josip Broz (Tito), nascita e fine della Jugoslavia

Incontro nell'ambito dell'Assemblea invernale 2020 del Servizio Civile in Provincia di Trento dal titolo "Ritorno al futuro". La denominazione dell'assemblea parafrasa il titolo di una famoso film uscito nel 1985, diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd. Fu il primo di una trilogia che ebbe molto successo. Come i protagonisti del film, anche noi andremo indietro nel tempo a conoscere personaggi importanti, per poi tornare all'oggi e capire cosa hanno da dirci. 

Per il Servizio Civile trentino si tratta di uno dei momenti più importanti dell'anno.! Vale come formazione generale per il mese di dicembre e si svolge in più giornate. Per questo viene definita «assemblea diffusa». L'assemblea propone l'approfondimento di 27 personaggi importanti di ieri e di oggi attraverso altrettanti think tank (della durata di tre ore e composti da 15 giovani) guidati da esperti di assoluto valore.


Meeting digitale con i partecipanti al Servizio Civile
23 Giugno 2020

I limiti della storia (occidentale) e l’avanzare delle altre storie

di Simone Casalini

L’omicidio di George Floyd, soffocato a Minneapolis da un poliziotto bianco, grano di un rosario di violenza «statale» senza fine, ha ridestato il mondo (Trento e Bolzano comprese, con partecipate manifestazioni di piazza) al tema del razzismo quando questo sembrava ormai sdoganato nella forma proteiforme e ambigua della politica contemporanea. Otto minuti e 46 secondi di filmato, il tempo dell’agonia di Floyd pressato dal ginocchio dell’agente Derek Chavin (con un pedigree di 18 denunce per violenza in 19 anni di servizio), reo di aver pagato con una banconota contestata da 20 dollari un pacchetto di sigarette, hanno segnato un principio di smottamento nella coscienza di un Paese, gli Stati Uniti, a cui non sono serviti due mandati del primo presidente afro-americano (Barak Obama) per rimuovere il razzismo di Stato, e più in generale nell’Occidente che ha malcelato le ombre sanguinarie della sua storia, che poi è la Storia. Addirittura scatenando un’ondata iconoclasta e una revisione di giudizio (non revisionismo) su alcuni personaggi di questa Storia universale, ampiamente compromessi dal fenomeno coloniale.

Il problema, però, è proprio questo. Schiavismo e colonialismo — la cui eredità s’incunea fino ai nostri lidi sociali — sono dispositivi che non hanno lasciato colpe né giudizi storici né memoriali e nemmeno statue per le vittime.

3 Aprile 2020

Storia e pandemie

Al di là di una visione etnocentrica dell'untore

di Marcello Flores *

La diffusione del Coronavirus ha suscitato, come era inevitabile e naturale, un confronto con le grandi pandemie ed epidemie del passato. Manzoni è stato probabilmente il più citato e continui sono stati i richiami anche alla Grande peste – o Peste nera – della metà del Trecento, ma è stata soprattutto l’epidemia di influenza «spagnola» che ha colpito quasi al termine della Prima guerra mondiale e si è protratta fino alla fine del 1920 a rappresentare il termine di confronto più continuo.

Le pandemie del passato sono state ricordate, molto spesso, perché provenivano «anche loro» dalla Cina, come quella attuale. Della «spagnola» (di cui solo talvolta è stato ricordato che non è stata originata in Spagna, ma che quel Paese, non partecipe alla guerra, aveva un’informazione più libera e non sottoposta alla censura, e ne poté quindi parlare per primo) ci hanno detto più volte che ha avuto il suo epicentro in Europa (per via della guerra), dimenticando gli oltre quindici milioni di morti (su una cinquantina totali) dell’India.

1 Aprile 2020

La memoria di sé. Un racconto della città di Trento e dei suoi cambiamenti nell’ultima frazione di secondo

di Michele Nardelli

Se considerassimo il calendario geologico, scala di grandezza in cui l'intera storia della Terra viene compressa nell'arco di un anno – esercizio che dovremmo considerare per avere un atteggiamento rispettoso verso il pianeta e la natura nonché per comprendere la limitatezza delle nostre esistenze – l'ultimo secondo di questa simulazione corrisponderebbe a centoquarantaquattro anni.

Non preoccupatevi, non intendo prendere in considerazione quest'ultimo secondo e pertanto tornare alla città di Trento del 1875, anche se averne memoria non sarebbe affatto inutile. Saremmo già, a ben vedere, nella città asburgica e alle principali scelte urbanistiche che daranno corpo nei decenni successivi alla Trento moderna, a cominciare dallo spostamento dal centro della città del corso del fiume Adige (1858).