BIBLIOTECA

21 Settembre 2017

Omaggio alla Catalogna

Vedo in televisione uno speciale sulla strage di Piazza Fontana. Una vita fa. Le immagini che passano sullo schermo sembrano davvero di un altro pianeta eppure in quell’ingorgo ci siamo passati. Le lotte operaie e studentesche, la strategia della tensione, lo stragismo, gli anni di piombo… tutto finisce in un unico tritacarne dal quale esce solo l’immagine della violenza. E’ una narrazione che non fa giustizia, non dico delle nostre speranze ma nemmeno della realtà. C’era anche tutto questo, ma soprattutto dell’altro. Descrivere gli anni ’70 riducendoli da una parte alle bombe e dall’altra alle chiavi inglesi e alle P38 è una distorsione della storia e una grande sciocchezza. Ma questo è il messaggio che è passato, tant’è vero che nell’immaginario giovanile del 2009 la strage del 12 dicembre di quarant’anni fa è opera delle Brigate Rosse. Del resto, la verità non esiste e di quel sangue versato per la giustizia italiana non c’è un colpevole. Così come non c’è dell’assassinio di un ferroviere anarchico gettato dalla finestra della questura di Milano, non c’è delle stragi sui treni o nelle piazze, non c’è dell’aereo dell’Itavia inabissatosi in mare senza una ragione. Figuriamoci della memoria e dell’elaborazione di quel passaggio della nostra storia più recente. E non è solo responsabilità di chi ha saputo tutto coprire ma anche di chi, di quel tempo, ne è stato protagonista. Alla Sala della Regione c’è un convegno del PD del Trentino sullo stato dell’economia trentina. Fosse per me non l’avrei mai impostato in quel modo, come se dalle categorie economiche potesse venirci una qualche progettualità. E questo profilo che non riesco a vedere, e mi rifiuto di pensare che iniziamo da zero. Sarà che sono all’antica, ma per me la politica deve provare ad indicare visioni. Così preferisco andarmene alle Gallerie del Museo Storico dove viene presentato il Premio di architettura "Costruire il Trentino", dove invece qualche visione c’è, eccome. Anche tantissima gente a dispetto delle 11 di un sabato mattina invernale. Molti dei presenti vengono da altre città e rimangono stupiti di come in questa terra persino delle vecchie gallerie dismesse sotto il Doss Trento possano diventare un luogo di elaborazione. Il che ci racconta di qualcosa che vive sulle idee prima ancora che sulle risorse materiali dell’autonomia. Alle 12.30 ho appuntamento con il gruppo di lavoro che ha lavorato con me alla Legge sulle filiere corte. Ci troviamo all’agritur alle Gorghe, sopra Vigo Meano, per festeggiare l’approvazione della legge, ma quella con Edi, Enzo, Massimiliano, Michele, Nereo e Sergio è una fittissima discussone sulle prossime cose da fare per darvi attuazione, per valorizzarne l’impatto, per ragionare della crisi di interi comparti dell’economia agroalimentare, per andare oltre quell’unanimità che ha solo messo da parte le vere contraddizioni. Escono un sacco di idee, tant’è che finiamo che il pomeriggio volge alla sera. Un’intervista alla Rai e poi un salto alla festa del volontariato che si è speso (e ancora si sta spendendo) nell’opera di soccorso e ricostruzione in Abruzzo, alla presenza del capo della Protezione civile Bertolaso. Il palasport delle Ghiaie è pieno di persone in divisa, appartenenze che hanno contribuito a fare diverso il Trentino sul piano della coesione sociale. Mentre ascolto le testimonianze mi chiedo perché mai in questi anni i nostri mondi non hanno cercato con queste persone un maggiore corpo a corpo… E’ sera, ci sarebbe a Rovereto la serata cinematografica dedicata all’Albania a cui tenevo partecipare, ma per oggi abbiamo già dato e quando arrivo a casa dopo aver fatto la spesa ho solo voglia di gettarmi sul divano con le gambe all’insù.  
12 Settembre 2017

In questo progresso scorsoio…

Andrea Zanzotto In questo progresso scorsoio Garzanti, 2009  «Oggi siamo alla mancanza del limitee alla caduta della logica,sotto il mito del prodotto interno lordo:che deve crescere sempre,non si sa perché.Procedendo così,la moltiplicazione geometrica non basterà piùed entreremo in un'iperbole...il progresso scorsoio»
23 Luglio 2017

Sulla via dell’orso

Anna Sustersic - Filippo Zibordi

Sulla via dell'orso

Un racconto trentino di uomini e natura

Prefazione di Ugo Morelli

Idea Montagna Editoria e Alpinismo, 2016 - Con il patrocinio di Ambiente Trentino

 

«Questo libro parla di orsi, di wilderness e della natura umana. Ne parla viaggiando attraverso il Trentino, alla scoperta di una realtà unica ed emblematica nel panorama della conservazione ambientale europea: quella della convivenza tra uomini e orsi. Paura, bellezza, imprevedibilità, forza, ferocia: l'orso incarna simboli e significati profondi che l'uomo ha cercato, nel corso della storia, di eradicare dal proprio ambiente e dalla propria anima ma che oggi sente la necessità di recuperare. Un racconto che tesse frammenti di realtà, che raccoglie le voci di chi l'orso lo ha reintrodotto, di chi ci convive quotidianamente, di chi lo interpreta dal punto di vista psicologico, antropologico, religioso, di chi lo cerca con passione e di chi lo teme. Un viaggio nel territorio trentino sulle tracce dell'orso, alla ricerca del senso complesso che la convivenza con i grandi carnivori ha per l'uomo di oggi». 

28 Giugno 2017

La città interiore

Mauro Covacich

La città interiore

La nave di Teseo, 2017

 

“La città interiore” è un romanzo che ci aiuta ad accostarci ad un luogo sospeso nel tempo, al quale potrebbe aderire perfettamente quel che Winston Churchill usava dire a proposito dei Balcani a proposito del loro “produrre più storia di quanta ne possano digerire”.

Se poi la città di cui stiamo parlando (Trieste) diviene il paradigma di una vicenda famigliare nella quale la complessità conflittuale è rintracciabile in un cognome che muta con lo scorrere del tempo, la matassa diviene difficile da dipanare.

Conta certo la prossimità dei luoghi e una geografia porosa sul piano delle appartenenze nazionali (ovvero culturali e linguistiche), ma non si può certo dire che le vicende novecentesche non ci abbiano messo del loro.

5 Febbraio 2017

L’altra Venezia

Predrag Matvejevic

L'altra Venezia

Garzanti, 2003


«Una Venezia fatta di scrittura che diventa materia e sensazione, materia e sensazione che ci restituiscono quelle che riceviamo da Venezia, sensazioni di umido, di acqua, di marcio, di tempo, di bellezza, di passato, di malinconia, di miraggio, di marmo, di sabbia, di fango, di oro, di sfumato, di splendente, di torbido, di Venezia insomma, dell’indicibile Venezia».

17 Gennaio 2017

7 lezioni sul pensiero globale

Edgar Morin

7 lezioni sul pensiero globale

Raffaello Cortina Editore, 2016

 

 

«... La riflessione di Morin prende l'avvio da una constatazione. Il termine umanesimo è stato nei secoli evocato con l'enunciazione del principio universale dell'uguale dignità di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua origine etnica, dal suo sesso, dalle sue condizioni sociali... Egli rileva tuttavia che sin dalle sue origini, e ancor più nei suoi sviluppi, c'è un'ambivalenza costitutiva in questo umanesimo moderno. Il riconoscimento della dignità di ogni essere umano si è realizzato in maniera molto limitata e astratta. A lungo le culture di molti esseri umani, anche e soprattutto nei paesi colonizzati dagli europei, sono state considerate immature e ormai superate dalla marcia inarrestabile del progresso. Ciò ha giustificato la marginalizzazione e persino il rifiuto del riconoscimento dei diritti umani ai rappresentanti di tali culture. Da questa visione sono nate prevaricazioni di ogni sorta. Ma per l'umanista planetario Morin non basta la coscienza di questi fatti, come non bastano i mea culpa delle culture occidentali rispetto alle altre culture, sottovalutate o oppresse. La critica e l'autocritica, come sempre per Morin, devono andare alla radice, che consiste nella non capacità di concepire la complessità. Le enormi carenze del principio universalistico dell'umanesimo moderno dipendono da una mancata riflessione su che cosa significhi “essere umano”...».

dalla prefazione di Mauro Ceruti

10 Gennaio 2017

Paura liquida

Zygmunt Bauman

Paura liquida

Laterza, 2008

 

«La paura più terribile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente. "Paura" è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c'è da fare»

9 Gennaio 2017

Storie dal mondo nuovo

Daniele Rielli

Storie dal mondo nuovo

Adelphi, 2016

 

Il libro di Daniele Rielli “Storie dal mondo nuovo” è un affresco del contemporaneo. Pur nella distanza che avverto verso uno sguardo che teme sin troppo il “politicamente corretto” tanto da apparire cinico, è un saggio sul nostro tempo che vi consiglio di leggere, per l'efficacia dello stile letterario del giovane autore e per la sua capacità di mettere a fuoco alcuni dei luoghi simbolici di una postmodernità che sfugge alle cronache nel suo rincorrere frettoloso e superficiale degli avvenimenti.

30 Dicembre 2016

La pulizia etnica della Palestina

Ilan Pappe

La pulizia etnica della Palestina

Fazi Editore, 2008

 

«Nel 1948 nacque lo Stato di Israele. Ma nel 1948 ebbe luogo anche la Nakba (catastrofe), ovvero la cacciata di circa 250.000 palestinesi dalla loro terra. La vulgata israeliana ha sempre narrato che in quell'anno, allo scadere del Mandato britannico in Palestina, le Nazioni Unite avevano proposto di dividere la regione in due Stati: il movimento sionista era d'accordo, ma il mondo arabo si oppose; per questo, entrò in guerra con Israele e convinse i palestinesi ad abbandonare i territori - nonostante gli appelli dei leader ebrei a rimanere - pur di facilitare l'ingresso delle truppe arabe. La tragedia dei rifugiati palestinesi, di conseguenza, non sarebbe direttamente imputabile a Israele. Ilan Pappe, ricercatore appartenente alla corrente dei New Historians israeliani, ha studiato a lungo la documentazione (compresi gli archivi militari desecretati nel 1998) esistente su questo punto cruciale della storia del suo paese, giungendo a una visione chiara di quanto era accaduto nel '48 drammaticamente in contrasto con la versione tramandata dalla storiagrafia ufficiale: già negli anni Trenta, la leadership del futuro Stato di Israele (in particolare sotto la direzione del padre del sionismo, David Ben Gurion) aveva ideato e programmato in modo sistematico un piano di pulizia etnica della Palestina...». 

22 Dicembre 2016

Essere senza destino

Venerdì e sabato sono due giornate tranquille. Mi vedo con Angioletta e Nino che mi parlano di vicende del Basso Sarca. Poi con il gruppo di lavoro per il progetto "Politica è responsabilità" che, chiuso il congresso e le primarie, vorrei finalmente portare alla luce. Poi ancora al Forum per la Pace e i Diritti umani dove ci vediamo con i responsabili della Cooperativa Kiné per definire le caratteristiche del nuovo sito web del Forum. Una nota di colore. Il giallo fiammante delle nuova sede del Forum (a Trento, in Galleria Garbari) è strepitoso e quella che inizialmente sembrava una corsia d’ospedale ha oggi tutto un altro aspetto. Quel che ci vuole per un programma innovativo come quello che ci si è dati. Durante questo tempo Roberto Pinter e Michele Nicoletti s’incontrano. L’ipotesi di lavoro che è emersa nell’assemblea di mercoledì sembra essere condivisa e con essa un accordo politico per una gestione unitaria del PD del Trentino. Anche Giorgio Tonini prende atto della situazione e decide di sostenere Nicoletti alla segreteria, proponendosi alla carica di presidente dell’assemblea. A sera il TGR parlerà di un accordo fra Nicoletti e Tonini, quasi ad indicare una soluzione ad escludere le altre componenti. Ma è una lettura distorta, o forse suggerita. Sento Roberto che mi rassicura. Che Michele Nicoletti sia il nuovo segretario del PD del Trentino in una prospettiva di convergenza sulle scelte e sui contenuti, credo sia la cosa più rispondente al voto e, a questo punto, più saggia. Non sarà certo un impegno semplice. Ma l’ultima parola spetta all’Assemblea, che si riunirà venerdì prossimo 6 novembre. Guardo con angoscia la mia agenda. Lunedì inizia un mese affollato di impegni, senza più nemmeno un fine settimana libero. Non resta che approfittare di questi giorni dai bei colori autunnali.  
18 Novembre 2016

Non ti riconosco

Marco Revelli

Non ti riconosco

Un viaggio eretico nell'Italia che cambia

Einaudi, 2016

 

«Nel corso di questo lungo viaggio erratico tra le pieghe di un Paese sospeso, ho incontrato un'infinità di tracce di metamorfosi istantanea. Di futuri fattisi istantaneamente anteriori. Di promesse appena immaginate e già mancate. Di progetti iniziati e non terminati. E i segni di mappe che non valgono più. Ma non riesco a considerarli simboli di un paradiso perduto».