BIBLIOTECA

16 Novembre 2017

E se Fuad avesse avuto la dinamite?

Elvira Mujcic

E se Fuad avesse avuto la dinamite?

Infinito edizioni, 2009

 

 

Un giovane bosniaco vive da tempo in Italia. Torna a trovare i genitori e la vecchia nonna a Višegrad. E torna così sulle tracce del suo passato, e di quello del suo paese. "E se Fuad avesse avuto la dinamite?", il secongo libro di Elvira Mujcic. Una recensione di Mauro Cereghini.

 

16 Novembre 2017

Rovine e macerie.

Marc Augé

Rovine e macerie

Il senso del tempo

Bollati Boringhieri 2004

 

Ritrovare il tempo per credere alla storia

«L'esperienza che Camus fa delle rovine e del tempo è esemplare. Sappiamo perché la storia futura lo spaventa: essa sarà segnata dallo scontro fra coloro che ama e si concluderà con la perdita dei paesaggi della sua infanzia. Egli non è capace - né vuole esserlo - di prendere coscienza politicamente, cioè storicamente, della sua situazione. Il ritorno a Tipasa (possiamo immaginare che lo abbia rivissuto più volte nel pensiero) è dunque per lui una fuga al di fuori della storia verso la coscienza del tempo. Siamo posti oggi dinanzi alla necessità opposta: quella di reimparare a sentire il tempo per riprendere coscienza della storia. Mentre tutto concorre a farci credere che la storia sia finita e che il mondo sia uno spettacolo nel quale quella fine viene rappresentata, abbiamo bisogno di ritrovare il tempo per credere alla storia. Questa potrebbe essere oggi la vocazione pedagogica delle rovine». 

16 Novembre 2017

Petrolkimico

Gianfranco Bettin

Petrolkimico

Le voci e le storie di un crimine di pace

Baldini & Castoldi, 1998

 

All'inizio della storia ricostruita in Petrolkimico c'è un operaio, Gabriele Bortolozzo. Lavora in uno dei reparti dello stabilimento di porto Marghera e la sua battaglia perché venga detta la verità sui gravissimi rischi che pesano sulla salute di chi lavora in quella fabbrica, parte da una drammatica considerazione: moltissimi suoi compagni di lavoro, addetti alla produzione o alla movimentazione del cvm, sono morti o si sono ammalati di cancro. Per anni Bortolozzo predica quasi inascoltato, insieme a pochi in fabbrica, nel sindacato, in città. Poi, mentre alcune vite conoscono il calvario della malattia mortale e si spengono, mentre lo stesso Bortolozzo muore vittima di un incidente stradale, lentamente qualcosa comincia a muoversi, anche a livello giudiziario.

16 Novembre 2017

Un imprenditore di idee

Franco Ferrarotti

Un imprenditore di idee.

Una testimonianza di Adriano Olivetti

Edizioni di Comunità, 2002 

Cinquant'anni fa moriva Adriano Olivetti, uno dei pensieri più fervidi del secondo dopoguerra italiano. La sua idea di un nuovo ordine politico basato sulle dinamiche della persona e delle comunità nelle quali si svolge la vita degli uomini, sull'incontro fra le ragioni dell'impresa e quelle della cultura, fanno di Olivetti uno dei grandi e controversi protagonisti del Novecento.

In questo giorno, gli dedichiamo la presentazione di Franco Ferrarotti di qualche anno fa e simbolicamente la presentazione del Disegno di Legge provinciale sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese.

 
16 Novembre 2017

Kosovo tutto ok

Astrid Mazzola

Kosovo tutto ok

Attraverso un paese stanco di guerra 

Editrice il Margine, 2010 

"A metà strada tra il diario di viaggio e la raccolta di testimonianze in presa diretta, il libro offre le chiavi di lettura per capire il Kosovo di ieri e di oggi, e anche come si muovono le organizzazioni internazionali e la diplomazia popolare."

16 Novembre 2017

Su ’Stil Novo’ di Matteo Renzi

Matteo Renzi Stil Novo Rizzoli, 2016  

di Claudio Giunta *

Stil novo. La rivoluzione della bellezza da Dante a Twitter è un libro così complesso e sfaccettato che si fa fatica a credere che Matteo Renzi abbia potuto scriverlo tutto da solo, senza neanche un aiuto, qualcuno da ringraziare. Eppure è così: persino la scherzosa cronologia fiorentina che chiude il libro, dal 59 a.C. (nascita di Firenze) al 2012 (cinquecentenario della morte di Vespucci), sembra essere farina del suo sacco. 

(...)

Renzi è un politico, non un uomo di pensiero. Perciò, tutta l'intelligenza degli uomini del passato si presenta ai suoi occhi sottoforma di cose: la cupola di Santa Maria del Fiore, la flotta di Vespucci, il David di Michelangelo. E lo stupore, l'ammirazione che è giusto nutrire di fronte a queste cose si traduce non - per ipotesi - nell'esortazione a coltivare silenziosamente lo studio che ha prodotto quelle opere, bensì in un impulso ad agire. Il pensiero va bene, ma quella che conta davvero è l'azione.

31 Ottobre 2017

La banalità del male

L’Adige pubblica come fondo un mio commento dedicato al complesso lavoro di costruzione di un soggetto politico in grado di dare rappresentanza politica ad un’area moderata che non si riconosce nel PD. Non so quanto l’Unione per il Trentino corrisponda sul piano nazionale all’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli, non vedo pensiero federalista nei nomi dei big che vi hanno aderito, né tanto meno esperienze locali capaci di pensare/agire localmente/globalmente.  Scrivo nel pezzo che un obiettivo tanto ambizioso dovrebbe corrispondere alla rigorosa ricerca di pensieri innovativi e di espressioni territoriali delle qualità che oggi la politica non riesce ad intercettare, e dunque di tempi diversi da quelli imposti da un quadro politico in rapida (quanto presunta) evoluzione. La cosa interessante è che nel corso della mattinata incontro persone di area UpT che si complimentano per un’interlocuzione che avvertono sincera e stimolante, non propagandistica né gridata. O amici che mi fanno un cenno d’intesa. Fra le altre, particolarmente gradita la telefonata di Mario che mi dice di aver detto a Dellai qualche settimana fa le stesse cose che scrivo nel pezzo su L’Adige. Evidentemente inascoltati. Ho la sensazione che le cose che ho scritto (trovate l’articolo nella home) abbia colpito nel segno. Ci immergiamo in una giornata di Consiglio, prevalentemente dedicata ad interrogazioni e ad una proposta di legge del centro destra sulla gratuità dei trasporti nella "periferia" della provincia. Questo mi permette di lavorare su altre cose, in primo luogo sulla mozione che presenterò a fine giornata sul tema della privatizzazione dell’acqua. Oggi in fatti il Parlamento Italiano recepisce in legge il decreto governativo che impone entro la fine del 2011 il passaggio alla gestione privata del servizio. Come Trentino abbiamo competenze primarie in materia di acquedotti e di servizi idrici e dunque la normativa nazionale ci riguarda molto indirettamente, ma il segnale che si vuole dare è che l’acqua rappresenta un bene comune inalienabile, che non può essere soggetto alle leggi di mercato e che, a prescindere dalla forma che può assumere l’assetto societario dell’ente gestore, l’indirizzo pubblico è fuori discussione. Una veloce pausa pranzo con Mauro Cereghini, al quale mi lega un’amicizia tutta particolare, fatta di stima e di profonda sintonia culturale, pur essendo noi persone tanto diverse. Parliamo della conferenza internazionale di OBC, della giornata sul Kosovo, delle prospettive di lavoro e di impegno, a cominciare dal fatto che venerdì andiamo a presentare il nostro "Darsi il tempo", io a Torino e Mauro a Bruxelles.  E poi rientro in Consiglio fino a tarda serata quando in aula inizia una bagarre tanto violenta nei toni quanto futile nelle motivazioni. Protagonisti gli esponenti della Lega che, privi di qualsiasi senso di responsabilità, offrono un’anticipazione di quel che metteranno in scena il giorno successivo attorno alle proposte di modifica della legge sulle Comunità di Valle. Intanto il Governo italiano ha messo la fiducia sul decreto che contiene le norme sulla privatizzazione dell’acqua. Così intorno alle 18 presento la mozione che con Michele Ghezzer e Roberto Pinter  abbiamo predisposto, firmata da tutti i capogruppo della maggioranza. Un atto politico al quale faremo corrispondere impegni concreti in sede di esame della finanziaria, nonché altre iniziative di cui parleremo martedì prossimo quando incontrerò in Trentino i rappresentanti del "Contratto mondiale per il diritto all’acqua" e, successivamente, il prossimo 10 dicembre quando verrà presentato a Trento il libro "La rivoluzione dell’acqua". I giornali locali dedicano un grande spazio alla visita in Trentino del Dalai Lama e alla tavola rotonda "Le Autonomie per il Tibet". Sarebbe importante che le nostre comunità cogliessero lo stretto legame fra il diritto alla libertà e quello ad un uso sobrio e responsabile delle risorse della terra. Il sorridente grido di dolore che il capo spirituale del buddismo tibetano ci ha portato in questi giorni va esattamente in questa direzione.