BIBLIOTECA

17 Novembre 2017

Il dolore e l’esilio

Guido Crainz

Il dolore e l'esilio

L'Istria e le memorie divise d'Europa

Donzelli editore, 2005

 

«Questo piccolo libro mescola realtà e immaginario, nella convinzione che la traccia di un sogno - o di un incubo - non sia meno reale di quella del solco di un aratro sulla terra. Il suo scopo non è di insegnare la verità, ma di porre domande: domande sul dolore degli altri».

17 Novembre 2017

Ritorno a casa

Natasha Radoji-Kane

Ritorno a casa

Adelphi, 2003

 

Halid ha molti conti in sospeso. Dalle trincee di Sarajevo è tornato con una reputazione da eroe, un incubo ricorrente e parecchio denaro di origine poco chiara. Per sbarazzarsi della prima gli basterà una battuta di caccia con due amici d'infanzia, finita sparando con armi da guerra agli unici animali sopravvissuti nei boschi intorno al villaggio – i gufi. Per non vedere più quella ragazza cadere al rallentatore, colpita a morte, sarà forse sufficiente smettere di dormire. Ma liberarsi del denaro, o moltiplicarlo – ed è il denaro con cui Halid vorrebbe riscattare il suo amore di un tempo, ora ostaggio di una donna e di una storia crudele – risulta più difficile. L'unica soluzione sarà rischiare tutto in un'estenuante partita a carte, fra puttane adolescenti e violinisti impazziti, contro l'avversario più temibile, il re degli zingari locali. Il ritorno a casa di Halid si consuma così in tre giorni freddi, fangosi e febbrili, che in questo suo primo, straordinario libro Natasha Radoji-Kane racconta attenendosi rigorosamente ai fatti e lasciando che dai gesti, dalle parole e dai silenzi dei personaggi si sprigioni il fantasma di un paesaggio – la Bosnia consumata dall'odio e da una guerra inesauribile – molto più vicino a noi di quanto vorremmo ammettere.

17 Novembre 2017

E la borsa e la vita

Marco Craviolatti

E la borsa e la vita

Distribuire e ridurre il tempo di lavoro: orizzonte di giustizia e benessere

Ediesse, 2014

 

Sofferenza sociale, minacce ambientali, crisi economiche ricorrenti... la necessità di profondi cambiamenti del modello di sviuppo è ormai consapevolezza diffusa, ma in quale direzione? La risposta ortodossa è da decenni la stessa: più lavoro. I sindacati lo invocano per aumentare l'occupazione, le imprese lo impongono allungando e intensificando le prestazioni dei dipendenti. Però il lavoro è sempre di meno: la riduzine dell'orario "medio" è già in atto da decenni in tutti i paese avanzati, tuttavia si traduce in una crescente polarizzazione tra sottccupati e sovraoccupati, con effetti drammatici per entrambi.

Se dunque l'uovo di Colombo sotto gli occhi di tutti consistesse nella risposta opposta: meno lavoro? Meglio: nella distribuzione equa di un lavoro in diminuzione, ma più efficiente, dignitoso e utile alla collettività. Il testo esplora questa possibilità, alla ricerca di una possibile quadratura del cerchio tra punti di vista solo in apparenza inconciliabili: un sindacato capace di rinnovarsi, movimenti sociali che coniugano idealismo e pragmatismo, attori economici innovativi e responsabili. Chiamando la politica al suo ruolo dimenticato di indirizzo dell'economia.

17 Novembre 2017

Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia

Sebastiano Vassalli

Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia

Rizzoli, 2015

 

di Federico Zappini

Qualche mese fa – appena letto dell’imminente uscita – scrissi alla casa editrice Rizzoli per poter organizzare a Trento una presentazione con Sebastiano Vassalli del suo “Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia.” (Rizzoli, 2015, 16,50 euro). Non ricevetti risposta. Qualche tempo dopo Vassalli se ne è andato – il 26 luglio scorso – e con lui la possibilità di coinvolgerlo in una chiacchierata attorno alla sua preziosa inchiesta sull’Alto Adige. Il tema rimane però di assoluta attualità. Anche in queste giornate agostane, “riscaldate” ancor più dalle polemiche esplose dopo la decisione degli Schutzen di piantare – nell’anno del Centenario della Prima guerra mondiale – una serie di croci su quello che un tempo fu il confine meridionale dell’Impero austro-ungarico. Qualcuno parlerà di folklore, altri di provocazione politica, altri ancora minimizzeranno in nome di un fascino pangermanista che fa capolino – marginalmente – anche in provincia di Trento.

17 Novembre 2017

Necropoli

Boris Pahor

Necropoli

Fazi editore, 2008 

 

Campo di concentramento di Natzweiler-Struthof, sui Vosgi. L'uomo che vi arriva, un pomeriggio d'estate insieme a un gruppo di turisti, non è un visitatore qualsiasi: è un ex deportato che a distanza di anni torna nei luoghi dove era stato internato. Subito, di fronte alle baracche e al filo spinato trasformati in museo, il flusso della memoria comincia a scorrere e i ricordi riaffiorano con il loro carico di dolore e di commozione. Ritornano la sofferenza per la fame e il freddo, l'umiliazione per le percorsse e gli insulti, la pena profondissima per quanti, i più, non ce l'hanno fatta.

«...Con questo grande libro Pahor affronta il tortuoso incubo della colpa (quantomeno sentita come tale) del sopravvissuto, di chi è tornato; incubo che tanto sembra aver pesato sul grandissimo Primo Levi, quando diceva che chi è tornato non ha visto veramente a fondo la Gorgone e chi l'ha vista non è tornato...»

dall'introduzione di Claudio Magris

17 Novembre 2017

Memoria

Salman Natur

Memoria

Edizioni Q, 2008

 

Memoria raccoglie i brandelli di una realtà frantumata, sopravvissuti agli anni e ai giorni di un secolo che ha conosciuto, tra molte altre tragedie, la distruzione della Palestina, lo sradicamento della sua popolazione e la creazione di uno Stato coloniale sul suo territorio. Salman Natur affida il racconto della catastrofe alle riflession e ai ricordi di voci che sottraggono alla distruzione e all'oblio singolari e sconcertanti momenti della propria storia.

17 Novembre 2017

Mediterraneo. Viaggiatori e migranti

Vincenzo Consolo

Mediterraneo

Viaggiatori e migranti

Edizioni dell'Asino, 2016

 

«E buttò il bastone ed ivi si fermò, come fa il viaggiatore che si consola del ritorno. Sono le eterne e sempre attuali parole, in questo nostro tempo soprattutto, in questo nostro Mediterraneo di conflitti, di spoliazioni territoriali, di negazioni d'identità, di migrazioni e di diaspore, di ognuno che, esule per desiderio di conoscenza o per costrizione, ritrova la sua terra, il suo cielo, la sua casa». 

Capovolgimenti e storie sovrapposte

«... l'immigrazone dei lavoratori italiani in Tunisia continuò sempre più massiccia. Ci furono vari episodi di naufragi, di perdite di vite umane nell'attraversamento del Canale su mezzi di fortuna. La reggenza francese, di fronte a quel continuo affluire di diseredati, ricorse ai rimpatri. Nei primi cinque anni del Novecento ben 13.000 furono rimpatriati...»

17 Novembre 2017

Via dalla città

Maurizio Dematteis

Via dalla città

Derive/Approdi, 2017

 

La terza uscita della nuova collana comunità concrete affronta e tratta il fenomeno sempre più manifesto del «ritorno alla montagna». Ma tale fenomeno va interpretato come un ritorno di neorurali nostalgici del «tempo che fu»? Come quello di frikkettoni o postsessantottini, pronti a rifiutare comodità e servizi per rinchiudersi in un posto da eremiti? Nient’affatto!

Si tratta piuttosto di cittadini che scelgono di vivere in montagna rivendicando a gran voce servizi e comodità. Persone che, per paradosso, nel momento in cui lasciano i centri urbani di pianura per trasferirsi in montagna, riaffermano il diritto alla città, anche nel cuore delle Alpi. Un diritto alla città inteso come civitas, fatta di legami sociali, servizi e istituzioni capaci di offrire ai cittadini, dovunque risiedano, i vantaggi di una vita, per l’appunto, civile.

17 Novembre 2017

A Sarajevo il 28 giugno

Gilberto Forti

A Sarajevo il 28 giugno

Adelphi, 1984

 

Fra le proposte letterarie attinenti all’anniversario dello scoppio della Grande Guerra, segnaliamo A Sarajevo il 28 giugno, opera in endecasillabi di Gilberto Forti. Undici versioni del giorno che (forse) cambiò la storia. Una recensione di Marzia Bona (Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa)

di Marzia Bona

A Sarajevo il 28 giugno è una raccolta di undici storie che gravitano attorno all’assassinio di Francesco Ferdinando e Sofia Chotek. Ripercorrendo gli eventi della giornata che fece da detonatore alla Prima guerra mondiale, l’attentato all’arciduca – nel quale fu accidentalmente uccisa anche la moglie Sofia – diviene pretesto per scandagliare la figura dell’erede al trono, la sua lunga attesa riempita da passatempi lussuosi, progetti imperiali e imposizioni dettate dall’etichetta di corte. A sua volta, la figura dell’arciduca si fa metafora della complessità e delle fragilità dell’Impero alla vigilia del conflitto che lo portò alla dissoluzione.

Il libro si lascia alle spalle la narrazione ufficiale degli eventi, per dare spazio e voce a personaggi che – in maniera diversa e a vario titolo – furono testimoni delle vicende. Il risultato è una ricostruzione caleidoscopica, che ripercorre antefatti e conseguenze del 28 giugno 1914. La figura dell’erede al trono, al centro della narrazione, diventa emblema dell’Impero, delle buone intenzioni ingessate dal protocollo, del lato umano di un personaggio passato alla storia come tragico emblema di un casus belli

16 Novembre 2017

Al di là del caos

Elvira Mujcic

Al di là del caos

Infinito edizioni, 2007

 

«Tutto ciò per cui avevo provato nostalgia negli ultimi dodici anni mi si rivelava nella sua bruttezza…».

Le diverse trame dell'esilio. In allegato una ''non recensione'' al libro di Elvira Mujcic “Al di là del caos”.