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Sentire comune
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Quel che rimane…
10 Luglio 2013
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Addio a Ugo Tartarotti, il papà dei partigiani

Di origine contadina, in quella destra Adige tra Aldeno e Mori che tante donne e uomini ha dato alla sinistra, proprio alla terra e ai suoi lavoratori è stato intimamente legato in tutto il suo impegno politico e sindacale culminato con la costituzione dell’allora Alleanza Contadina, l’associazione minoritaria dei coltivatori che doveva misurarsi con
l’Unione contadini, la potente associazione collaterale alla Democrazia Cristiana. Ma quello è stato solo uno degli aspetti del molteplice impegno politico di Tartarotti la cui esistenza è stata indelebilmente segnata dalla lotta antifascista e contro l’occupazione nazista del Trentino. E proprio nella valorizzazione e difesa dell’esperienza e dei valori fondamentali della lotta di liberazione va ricercato uno dei tratti fondamentali del suo percorso politico negli anni difficili del dopoguerra, quando la Resistenza era denigrata e messa sotto processo in ossequio a quella logica della continuità che sin dall’Unità d’Italia ha contrassegnato le vicende del nostro Paese.

All’Anpi, l’associazione partigiani da lui fondata e diretta per molti anni, sino all’ultimo non ha fatto mancare il suo generoso apporto: proprio nei giorni scorsi aveva concordato con Sandro Schmid – suo "erede" all’Associazione – di spostare i festeggiamenti per il suo venerando anniversario di nascita da luglio a settembre perché intendeva passare alcune settimane al mare.

Ugo è stato con estremo rigore ed altrettanta integrità del tutto figlio del suo tempo. Dirigente del Partito comunista trentino, egli ha vissuto tutti i momenti di un confronto politico estremamente duro e difficile, in condizioni di assoluta minorità in un Trentino dominato dalla Democrazia Cristiana ma, assieme a Carlo Scotoni e ad Andrea Mascagni, ha sempre difeso con determinazione le ragioni e il fondamento dell’autonomia trentina e regionale, anche quando le contingenze del momento avrebbero potuto suggerire atteggiamenti di carattere opportunistico ed elettorale, consentendo in tal modo alle generazioni successive della sinistra di rivendicare legittimamente il ruolo avuto a livello nazionale per il riconoscimento dell’autogoverno della nostra terra.

Egli è stato sempre un uomo del popolo, si potrebbe dire il volto più autenticamente popolare della sinistra trentina, anche all’interno delle istituzioni quale sindaco in più occasioni di suo paese Pomarolo e consigliere provinciale e regionale in due legislature. Ed è proprio questo che maggiormente ci mancherà di Ugo, la sua capacità di interpretare le aspirazioni, le ansie, le gioie, più spesso l’indignazione e la rabbia di quella parte della nostra gente che ancora soffre per le difficili condizioni di vita.

A Silvana, compagna amorevolmente paziente di una intera vita e ai figli Giorgio, Paolo e Ilaria la solidarietà ed un affettuoso abbraccio di quanti hanno avuto modo di conoscere e di voler bene al loro Ugo.

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