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Il Parco Agricolo del Garda Trentino, una legge voluta dai cittadini per salvare il territorio e costruire un futuro. Una legge che va attuata.

La proposta partiva dalla preoccupazione per la continua erosione del terreno agricolo in tutto il Basso Sarca  e per la progressiva scomparsa dei prodotti e della cultura agricola che rappresentano un elemento di identità e di ricchezza per il Trentino.
Il parco agricolo è il  modo più corretto di interpretare l’agricoltura nel nostro sistema territoriale, individuando il pregio dell’agricoltura non solo produttivo, ma anche  paesaggistico,  ambientale  e quindi uno degli elementi essenziali dell’offerta di un territorio soprattutto in un territorio a forte valenza turistica. Oggi nessuno vuol più la fruizione turistica legata solo al prodotto sportivo o ambientale, ma chiede sempre un’offerta integrata, cioè tutto quanto un territorio può dare, e senz’altro il Trentino ha come elemento base la sua natura ancora rurale. Da questo punto di vista lasciar perdere l’agricoltura significa togliere identità al territorio, significa impoverire la stessa offerta turistica, significa indebolire anche il sistema trentino.
Un’agricoltura di qualità perché se siamo in grado di avere dei buoni prodotti :il vino, l’olio, gli ortaggi biologici… oltre a produrre ricchezza  è altresì un elemento di qualificazione dell’offerta del territorio, capace di dare vita ad una filiera corta che dal produttore va al consumatore e che investe l’educazione alimentare, le scuole, la salute, il turismo.
Il Consiglio Provinciale ha fatto bene, dopo l’approvazione del nuovo Piano Urbanistico che tutela l’agricoltura e la nuova legge in materia di foreste e di parchi, a prevedere una innovativa soluzione. Il Distretto-Parco agricolo, così come emerso dalla proposta fatta dalla terza commissione presieduta dal consigliere Roberto Pinter, sarà infatti affidato alla nuova Comunità di valle dell’Alto Garda e Ledro, ma la gestione sarà assegnata ai rappresentanti del mondo agricolo, produttivo ed ambientale. La società civile sarà dunque protagonista di una scommessa che vuole ridare valore all’agricoltura e ai saperi che fanno parte della storia e dell’identità di una comunità.
C’è bisogno però di superare le reticenze di un governo provinciale, sempre a rischio di centralismo, e i timori delle amministrazioni comunali che dopo aver lasciato che il territorio si urbanizzasse in modo disordinato ora si preoccupano di veder ridotti i propri poteri. Per questo è importante un azione di stimolo e di proposta, quella che noi, candidati nella lista del Partito democratico, ci assumiamo come impegno.

Micaela Bertoldi e Michele Nardelli

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