Metti una sera a cena…
12 Ottobre 2013Difesa e valorizzazione del territorio
13 Ottobre 2013Conversazioni sul Trentino. Dialogo fra amici sui nodi del nostro tempo
Un nuovo appuntamento nel percorso di conversazioni con Michele Nardelli, candidato per il PD nelle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale. Questa volta con le amiche e gli amici di Giovanna Moruzzi.
Puntare sul confronto con persone che difficilmente parteciperebbero agli incontri pubblici, per favorire il dialogo e il confronto senza le barriere del pubblico e della formalità, per potersi parlare senza reticenze, superando la ritrosia o la timidezza degli incontri pubblici, affrontando a ruota libera non solo le inquietudini del presente del futuro, ma anche le contraddizioni che segnano la politica qui come nella dimensione nazionale. Questo è l’obiettivo di queste conversazioni. L’appuntamento successivo sarà a Monclassico, in Val di Sole, mercoledì 16 ottobre.
Trento, Cervara
1 Comment
In attesa di vederci nel salotto di Giovanna Moruzzi entro già in argomento (Conversazioni sul Trentino). Periodicamente, un collega universitario “foresto” (o talian, se vogliamo dirlo alla trentina) e che vive qui da decenni, mi pone questa domanda sapendomi, io pure foresto, più radicato di lui nella realtà locale: “Caro amico, dove va il Trentino?”. In passato la risposta (si va sempre meglio) era quasi scontata, con il progredire dell’autogoverno grazie a sempre maggiori competenze e con bilanci pubblici in crescita; nell’ultima telefonata ho dovuto dire all’amico che le cose non vanno più tanto bene, che dovremo fare i conti con ristrettezze di bilancio a fronte di investimenti consistenti di durata pluriennale nei settori strategici. “Fare meglio con meno” è la parola d’ordine che tu hai usato, ed è sicuramente adeguata ai tempi; ma la comunità trentina è stata preparata ad affrontare questa sfida? A me pare di no, e da troppe parti si avvertono segnali di scarsa consapevolezza, che sfociano nell’irresponsabilità quando si continuano a proporre progetti fuori scala rispetto alla modestia della realtà territoriale trentina (si pensi ai consistenti aiuti ai trentini all’estero, all’elefantiasi dell’Università, al proliferare delle Fondazioni di ricerca, al lievitare dei costi per il sistema museale, per fare solo alcuni esempi. Sono state messe in cantiere edificazioni che resteranno lettera morta, si va incontro ad una paralisi urbanistica (Trento Nord, la questura e la piazza Mostra, il Palazzo delle Albere, il comparto ex-S.Chiara, le caserme). Si è definitivamente esaurita la spinta che, almeno a livello delle forze intellettuali, aveva visto negli anni passati una collaborazione fra il Nord tirolese e il Sud trentino. Si potrebbe continuare a lungo ma il quadro è chiaro: si è chiusa una stagione e non è detto che per il Trentino se ne apra automaticamente un’altra. Pensare ad una decrescita intelligente non basta, bisogna rendere edotti i cittadini della necessità di un cambio di marcia, e che a partire dalla Provincia si comincino a porre in essere quegli interventi necessari alla ripresa. Il resto è aria fritta.