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L’Aquila di San Venceslao a Beppino Mattei

Vado a rivedere il resoconto di quell’incontro e davvero mi sembra di leggere qualcosa che potrebbe oggi apparirci impensabile ma che, in quegli anni lontani nel tempo, contribuì a formare quel tessuto sociale, culturale e politico che rappresentò le radici di un’anomalia che il Trentino avrebbe conosciuto negli anni successivi.

Beppino Mattei era già stato trasferito a Milano, ma la normalizzazione non aveva di certo piegato il suo spirito indomito. Ci pensò la salute a metterlo a forzato riposo, come se all’improvviso tutta quell’energia fisica e intellettuale si fosse trovata a fare i conti con quel limite che di certo Beppino Mattei nel suo impegno avvolgente non aveva mai nemmeno considerato.

Qualche anno fa si discusse in Consiglio Comunale a Trento di dedicargli una via in quell’area che un tempo fu della Michelin e che ora ospita il quartiere delle Albere. Non se ne fece nulla per la meschinità di chi voleva associare il fermento di quegli anni con la violenza che al contrario prese spazio proprio con il concludersi di quella stagione di partecipazione e di profondi cambiamenti.

Credo che il riconoscimento dell’Aquila di San Venceslao a Giuseppe Mattei possa rappresentare un piccolo/grande risarcimento non solo alla memoria della sua figura ma anche a quella di quanti – protagonisti conosciuti, meno conosciuti o non conosciuti affatto – con Beppino resero possibile un riscatto sociale che sarebbe dovuto diventare patrimonio di un’intera comunità. E che rischia invece di perdersi nell’oblio di un tempo che scivola via, senza passato e senza quella capacità di elaborazione che possa aiutare chi viene dopo di noi ad immaginare un futuro migliore in cui credere.

3 Comments

  1. Luigi Caliari ha detto:

    Per me il Beppino non e’ stao solo un grande sindacalista ma un maestro di vita.
    Ce ne fossero tanti uomini cosi oggi l’Italia non sarebbe in questo stato.

  2. Lorenzino Boem ha detto:

    Ricordo una assemblea sindacale a Firenze per approvare una bozza di un contratto dei metalmeccanici. Partimmo assieme da Trento assieme a Biesuz ed altri. Arrivati a Firenze andammo all’assemblea e poi feci loro da guida per raggiungere l’albergo e il ristorante (abitavo poco distante dalla sala in cui si teneva l’assemblea). Ricordo l’intervento di Mattei: lucidissimo e molto applaudito, anche in alcuni passaggi critici verso l’ipotesi d’accordo. Anche per me è stato un esempio di vita.

  3. Micaela Bertoldi ha detto:

    Fa parte di una storia di cui essere orgogliosi per la generosa sensibilità verso gli ultimi e per il rispetto dei diritti dei lavoratori.