"... avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili..." Altiero Spinelli
Caro Roberto,
con il tuo intervento il dibattito sull’Università aperto dal direttore dell’Adige, che aveva subito preso una brutta piega (l’intervento in prima pagina di Lorenzo Baratter che chiedeva, presumo per sè, un insegnamento garantito di storia trentina)torna nel suo alveo naturale. Partire dallo Statuto dell’Università di Trento, se vogliamo rispettare il dettato dell’art.33 della Costituzione come tu giustamente sottolinei, è condizione imprescindibile: qualsiasi modifica alla “Costituzione materiale” dell’Università di Trento che dovesse avvenire,con norma di attuazione o peggio con atto amministrativo attraverso la delega imposta dal Governo alla PAT,sarebbe foriera di conflitti a non finire. Prima ancora che la Commissione dei dodici metta mano alla norma di attuazione sarebbe necessaria come tu auspichi un’operazione ascolto molto larga, del tipo di quella promossa da Bruno Kessler ai tempi della bozza di provincializzazione della scuola. Per evitare l’errore di allora (presentarsi all’operazione ascolto con un articolato di norma definito nei minimi dettagli non favorì una libera discussione e portò alla bocciatura finale)sarebbe bene elaborare un documento di indirizzo molto aperto che parta da una attenta valutazione di ciò che rappresenta l’attuale statuto speciale dell’Università di Trento. Se modifiche dovranno essere proposte, come è ovvio che sia visto il mutar dei tempi, dovranno tener conto di ciò che emergerà da una libera e partecipata discussione.
Vincenzo
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito assumiamo che tu concordi con questo obiettivo.Accetta tuttiRifiuta tuttiPrivacy policy
1 Comment
Caro Roberto,
con il tuo intervento il dibattito sull’Università aperto dal direttore dell’Adige, che aveva subito preso una brutta piega (l’intervento in prima pagina di Lorenzo Baratter che chiedeva, presumo per sè, un insegnamento garantito di storia trentina)torna nel suo alveo naturale. Partire dallo Statuto dell’Università di Trento, se vogliamo rispettare il dettato dell’art.33 della Costituzione come tu giustamente sottolinei, è condizione imprescindibile: qualsiasi modifica alla “Costituzione materiale” dell’Università di Trento che dovesse avvenire,con norma di attuazione o peggio con atto amministrativo attraverso la delega imposta dal Governo alla PAT,sarebbe foriera di conflitti a non finire. Prima ancora che la Commissione dei dodici metta mano alla norma di attuazione sarebbe necessaria come tu auspichi un’operazione ascolto molto larga, del tipo di quella promossa da Bruno Kessler ai tempi della bozza di provincializzazione della scuola. Per evitare l’errore di allora (presentarsi all’operazione ascolto con un articolato di norma definito nei minimi dettagli non favorì una libera discussione e portò alla bocciatura finale)sarebbe bene elaborare un documento di indirizzo molto aperto che parta da una attenta valutazione di ciò che rappresenta l’attuale statuto speciale dell’Università di Trento. Se modifiche dovranno essere proposte, come è ovvio che sia visto il mutar dei tempi, dovranno tener conto di ciò che emergerà da una libera e partecipata discussione.
Vincenzo