Criminalità ed economia
2 Aprile 2012L’esempio che viene dall’Argentario
5 Aprile 2012Sta qui la sua modernità. Nella crisi dei corpi intermedi, nel venir meno dei riferimenti culturali tradizionali, nel diffondersi della paura verso un futuro incerto che nell’immaginario collettivo è fatto di immigrati oggettivamente contingui ai soggetti più deboli… e infine nell’incapacità della sinistra di proporsi con un’altra narrazione, la Lega ha saputo sfondare nelle città del nord e nell’elettorato tradizionale della sinistra, proponendo slogan forti che suonavano facili e comprensibili nella loro devastante e paranoica disumanità.
Per vent’anni hanno seminato odio e rancore. Quando la locanda è andata al potere hanno saputo essere più di altri movimento di lotta e di governo. Sparando a zero contro la politica pur essendo al potere. Operazione magistrale. Incrinata solo dall’Europa quando di questo progetto politico si è intravista l’efficacia. E da una crisi globale che ha fatto saltare il banco.
C’era anche un terzo fattore, fino a poco tempo fa sostanzialmente trascurato. La classe dirigente della Lega non era diversa dalle cose che andava dicendo, cavalcando gli umori e la facile demagogia. E così le forme degenerative della politica hanno potuto facilmente attecchire, il delirio di onnipotenza dell’alleato contagiarla sul piano della sete di potere, degli affari e dei privilegi. L’assenza di cultura istituzionale e di valori ha fatto il resto.
Non c’è nulla da festeggiare. Figlia di un tempo – la Lega – che non è ancora finito. Per questo non dovremmo fare l’errore di pensarla al passato.