Una fase cruciale per l’autonomia
18 Aprile 2011I.N.R.I.
20 Aprile 2011Davanti a quelle immagini di Vittorio col nastro adesivo sopra l’occhio tumefatto siamo rimasti ammutoliti, di nuovo umiliati. Il presagio si è fatto subito macigno, perché verso Vittorio abbiamo nutrito solo amore e ammirazione. E in questa tragedia abbiamo rivissuto la nostra dolorosa impotenza nel difendere i nostri figli più cari.
Con i compagni palestinesi abbiamo subito avvertito che sotto quel nastro nero venivano sepolte – e per sempre – molte immagini che lui sapeva raccontare e con passione umana e rigore testimoniare. Sapevamo che oltre a perdere un carissimo fratello, avremo dovuto faticare per toglierci quell’onta di disonore e di barbarie che hanno voluto appiccicarci.
Grazie anche a te, caro Vittorio, s’ingrossano le file di chi, anche nelle peggiore condizioni e con immane fatica, vuole restare umano. L’umanità di tutti che viene scalfita e sfregiata dalla guerra e dalla violenza a prescindere dal campo in cui ci si trova. È brutta e ridicola, ma egualmente spaventosa, la figura della vittima quando addotta i metodi ed assume le sembianze dell’aguzzino, incancreniscono lo scontro sul terreno prescelto dal loro oppressore dove la vittima non ha scampo.
Contavamo anche su di te, caro Vittorio, per vincere le barbarie indotte, perché quelle mani assassine che hanno stretto la corda, sono il simbolo del degrado in cui la lunga guerra ha fatto piombare un pezzo della Palestina. Un male che si è insediato nel nostro grembo e dobbiamo trovare il coraggio e la determinazione di sradicare.
Sono giovani belli e solari come te quelli che hanno invaso a viso aperto le piazze al Cairo, a Tunisi, nel Bahreen e per sino nello Yemen, dove il fucile viene abbinato al colore dei vistiti e viene vissuto come sinonimo di virtù e onore. A mani nude stanno disegnando la primavera di una regione cupa e desolata nella terra che fino a ieri sembrava senza speranza. L’epilogo drammatico della situazione in Libia e nel Bahreen dimostra che la violenza e la guerra sono il migliore alleato dei regimi e degli oppressori impermeabili al cambiamento.
Anche lì, caro Vittorio, una pseudo organizzazione fondamentalista sarebbe stata come la manna dal cielo per questi regimi, e dove non c’era l’hanno inventata per sfuggire al cambiamento, e per cancellare quella civile immagine di giovani cristiani e musulmani che pregano insieme a piazza Tahrir, al Cairo, inneggiando alla democrazia e allo stato di diritto.
Per la gente di Gaza e per tutti noi continuerai a rappresentare i valori più alti di una cultura occidentale che pure abbiamo studiato, in cui abbiamo creduto e che oggi è a rischio di declino. Un fratello e compagno che con coraggio ha condiviso con noi un pezzo di speranza e destino. Una voce libera e rigorosa, dissonante per il mondo dell’informazione, intollerabile per chi vive di menzogne e disinformazione.
Sei stato un testimone scomodo di una realtà imbarazzante per le anime belle occidentali che invece di guardarsi allo specchio scaricano le loro brutture sugli altri. La tua dolorosa scomparsa rappresenta un monito e un grido di allarme per le nostre difese immunitarie duramente colpite. Sarai sempre ricordato come un ponte di civiltà tra le culture mediterranee, oggi di nuovo vive dopo una lunga fase di decadimento. Come un amatissimo fratello, compagno generoso e un figlio prediletto.
Alla famiglia, al Signora Egidia Beretta le più sincere e vive condoglianze a nome di tutti i palestinesi.