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Non ci sono attenuanti. L’assalto notturno, le armi spianate, l’apertura del fuoco contro persone inermi documentate nei video dei giornalisti presenti sulle imbarcazioni non possono che confermare la natura dell’intervento israeliano: un atto di vero e proprio terrorismo internazionale.

Ci descrive il livello di militarizzazione e di radicalizzazione dello scontro voluto dal governo israeliano, una scelta non nuova di fronte alla pressione della comunità internazionale dopo le proteste seguite alla violazione del diritto umanitario nell’aggressione di Gaza del 2009 e nella scelta di realizzare nuovi 1500 insediamenti illegali a Gerusalemme est.

E insieme la determinazione con la quale viene vanificata ogni trattativa di pace per dare una soluzione ad un conflitto che, come l’ebbe a definire Nelson Mandela, rappresenta la vera "questione morale del nostro tempo".

La ricerca di una soluzione di pace non può farci stare in silenzio di fronte al sopruso e alla violenza. Nei mesi scorsi abbiamo cercato di dare voce, rispondendo ad una precisa volontà del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento espressa nella mozione n.3/2009, a tutti i soggetti – israeliani e palestinesi – impegnati a costruire ponti di dialogo fra le parti in conflitto, alle persone che cercano di tener vivo un filo di speranza verso un futuro di pace nella regione, alle donne e agli uomini di cultura perché non cedessero all’imbarbarimento, alle comunità locali affinché nelle relazioni fra i popoli potesse crescere una cooperazione matura e sostenibile.

In queste ore, abbiamo la percezione che l’assalto alle navi umanitarie, oltre a cancellare le vite di tante persone, cerchi di cancellare anche i luoghi della solidarietà e del dialogo.

No, non ci faremo ricacciare nella logica della guerra. Mentre condanniamo l’azione del governo di Israele, intendiamo affermare la volontà di continuare nel lavoro avviato affinché i racconti ed il riconoscimento del dolore di ogni parte possa rafforzare la volontà di raggiungere la strada per una pace giusta e duratura.

Il nostro sdegno e questa ferma volontà di proseguire nel dialogo la esprimeremo in ogni occasione d’incontro nei prossimi giorni, dandoci appuntamento venerdì 3 giugno alle ore 17.00, in piazza D’Arogno (dietro il Duomo) a Trento. Lì era già prevista l’esposizione del vestito più grande del mondo realizzato dalle donne palestinesi dei villaggi di Hebron e proprio lì ci incontreremo, affinché anche quel messaggio di cultura e di speranza non venga cancellato dalla logica delle armi.

Trento, 31 maggio 2010

Michele Nardelli, presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani

1 Comments

  1. Neri ha detto:

    Ciao Michele, tutto bene? Ho appena letto la tua lettera sull’Adige di oggi che condivido pienamente. Farò il possibile per essere anch’io in Piazza d’Arogno venerdì pomeriggio per manifestare il mio appoggio al Popolo Palestinese.
    Buona giornata, Neri.