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UE: cresce l’export di armi, ma il governo Monti confonde le cifre

Nessuna comunicazione e diverse omissioni

Come l’anno scorso anno, anche questa "XIV Relazione annuale sul controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari&quot

1 Comments

  1. stefano fait ha detto:

    Ci meritiamo proprio un bel Nobel per la Pace. Anzi no, ce lo siamo già conferito grazie al presidente del comitato norvegese, che guarda caso è Segretario Generale del Consiglio d’Europa ed eurofilo della prim’ora.

    Sentiamo di avere il diritto di vendere armi ai signori della guerra e tiranni che poi condanniamo e che ci servono da pretesto per intervenire in certi paesi. Sentiamo di avere il diritto di andare in un altro paese e ucciderne la gente. Sentiamo di essere speciali, che siamo autorizzati (un diritto divino?) a fare tutto quello che ci pare, perché siamo comunque nel giusto. Ciò nonostante abbiamo deciso che il nostro esempio, pur così “ammirevole”, non deve essere seguito dagli altri. Le nostre armi, i nostri lobbisti, i nostri appaltatori, la nostra intelligence, i nostri sicari che uccidono ingegneri e statisti di altre nazioni e i nostri droni vanno bene, quelli altrui no.
    Noi possiamo “dare la caccia ai criminali e assicurarli alla giustizia”, gli altri no.
    Noi possiamo invadere altre nazioni per legittima difesa, gli altri no. Noi possiamo uccidere “legalmente” cittadini europei o americani che abbiamo deciso siano dirigenti di Al-Qaeda (Scott Shane, U.S. Approves Targeted Killing of American Cleric, New York Times, 6 aprile 2010; Glen Greenwald, “The due process-free assassinations of U.S. citizens is now reality, Salon, 30 settembre 2011), per poi allearci ufficialmente con i militanti jihadisti di Al-Qaeda in Siria, senza che la cosa turbi le coscienze.
    Noi possiamo programmare l’uccisione di leader dei movimenti di protesta nostrani senza scatenare l’unanime condanna dei politici, dei giornali, degli intellettuali, della popolazione tutta. Mi riferisco a questa notizia sconvolgente: Grazie alle leggi che “costringono” l’amministrazione pubblica americana (per la verità a sua ampia discrezione) a rendere disponibili certe documentazioni riservate ed agli sforzi di varie organizzazioni per i diritti civili siamo venuti a sapere che, negli Stati Uniti, le forze di polizia e gli agenti del dipartimento per la sicurezza interna (Department of Homeland Security, DHS) hanno collaborato e, verosimilmente, continuano a collaborare con i servizi di sicurezza delle banche per sorvegliare, arrestare e neutralizzare cittadini americani colpevoli di protestare pacificamente contro il sistema (Occupy Wall Street). Le strategie preparate congiuntamente contemplavano anche l’uccisione da parte di cecchini di alcuni leader del movimento di protesta, in quanto classificati come “minaccia terroristica”. Poiché precedenti richieste di accesso a queste informazioni erano state rifiutate, il sospetto è che questa improvvisa “generosità” sia motivata da considerazioni sul potere di deterrenza di un tale scenario: nessun leader di un movimento di protesta si sentirà più al sicuro (Naomi Wolf, The Guardian, 29 dicembre 2012).
    Noi possiamo distruggere una nazione (la Grecia), per salvare le sue banche e quindi le banche del Nord Europa, dando la colpa interamente ai Greci (becchi e bastonati), e possiamo reintrodurre una tassa (IMU) per ottenere proprio la somma necessaria a salvare (provvisoriamente) il Monte dei Paschi di Siena (senza chiedere NULLA in cambio, forse un primato mondiale), tanto caro al PD e a Bersani in particolare, con buona pace dei milioni di italiani in miseria.
    Noi possiamo fare tutto questo, perché Dio è morto, oppure è impotente, e noi ne facciamo le veci.