(Inizio febbraio 2014) Avevo programmato un viaggiodi qualche giorno a Roma, con l’obiettivo di incontrare alcuni deipossibili interlocutori di quell’itinerario politico “territorialeed europeo” che credo potrebbe rappresentare la vera alternativa al“finale di partito” disegnato da Marco Revelli nel suo saggio diun anno fa.
L’ambiente romano, rispetto a questo disegno, rappresenta in séuna sorta di ossimoro, tanto in quella città le dinamiche politichesembrano autistiche. Ma ciò non di meno è utile trovareanche nella capitale della politica italiana, per quanto residualerispetto ai processi del reale, delle possibili sponde per quelrovesciamento di paradigma che s’impone alla politica, nelle sueculture come nelle sue forme.