di Federico Zappini
Avremmo bisogno di un ritmo diverso, di tempi meno frenetici. È
di Ugo Morelli
(19 febbraio 2015) "L&rsquo
di Federico Zappini
Avremmo bisogno di un ritmo diverso, di tempi meno frenetici. È
(17 novembre 2014) Ho posto più volte in queste settimane l'esigenza di riprendere un cammino di ricerca politica originale a fronte di un Trentino che ha smarrito la sua capacità di essere laboratorio politico e in progressiva omologazione al quadro nazionale. L'ho fatto in forma pubblica, attraverso questo blog, e privata nelle occasioni di incontro o di conversazione che ho avuto con le persone che dell'anomalia trentina sono state a vario titolo protagoniste.
Domenica sul quotidiano "Trentino"" Lorenzo Dellai riprende con un suo intervento (che trovate in allegato) la necessità
Quello che segue è l'editoriale di Simone Casalini pubblicato domenica 8 febbraio sul Corriere del Trentino
di Simone Casalini
(8 febbraio 2015) Quando le impalcature istituzionali vacillano e la rappresentanza del sociale si riduce, dando impulso alla diserzione politica, è quasi fisiologico assistere a una fase di disorientamento nella quale si affacciano proposte di ricomposizione a credibilità variabile. Non fa eccezione lo zibaldone della politica trentina che si destreggia tra antiche (contraddittorie) suggestioni e tentazioni solipsistiche perché, nel tempo delle leadership comunicative, l’idea di re taumaturghi su cui fondare la sintesi rimane una costante.
Occorre tuttavia prestare molta attenzione affinché le alchimie sperimentate in laboratorio possiedano un requisito essenziale: l’adesione del sociale. L’estetica della novità di per sé non basta se non produce culture durature e una motivazione elettorale, se non stimola l’impegno e la partecipazione a un orizzonte collettivo. Anche accettando che tali orizzonti possano essere oggi più ristretti rispetto al passato.
Care e cari, credo siamo giunti alla fine del percorso di Politica Responsabile. Un po' perché sta nelle cose (che hanno sempre un inizio e una fine), un po' perché con il nostro lavoro abbiamo contribuito a germinare non solo idee ma anche la nascita di nuove opportunità di ricerca culturale e politica. Ovviamente non sta a me deciderlo e per questo credo sia doveroso incontrarci per prendere le decisioni anche formali necessarie.
In questo senso, anche dopo essermi consultato con alcuni di voi, viene convocata l'assemblea di Politica Reponsabile mercoledì prossimo 11 febbraio 2015, alle ore 18.30, presso il Café de la Paix a Trento, Passaggio Teatro Osele.
All'ordine del giorno, un solo punto:
- Bilancio dell'attività e proposta di conclusione dell'esperienza dell'associazione "Politica Responsabile".
Un abbraccio.
Michele Nardelli
Il confronto attorno al tema dell'anomalia trentina e di una nuova sperimentazione politica sembra riaprirsi e l'intervento di Fabiano Lorandi pubblicato da L'Adige di ieri va in questa direzione.
di Fabiano Lorandi
(5 febbraio 2015) La sfida che Dellai ha proposto nell'incontro di Sanbapolis, rilanciata dal parlamentino Upt, di sperimentare nuove forme di partito, perché la politica non può vivere di conservazione, non riguarda evidentemente solo la sua forza politica e non può essere accolta dal Pd in termini difensivi. Il processo che ha portato alla fondazione del Pd nel 2007 ha avuto origine dal desiderio di dar vita a un soggetto politico plurale che mettesse insieme diverse anime. Quelle della sinistra riformista, del popolarismo cattolico e dei cristiano sociali, dell'ambientalismo e del pacifismo, di quanti hanno sempre pensato alla politica come lavoro e servizio per il conseguimento del bene della comunità. In Trentino la cifra di tale processo aveva come valore aggiunto quella dell'autonomia, non solo istituzionale ma dei territori che esprimono bisogni, necessità, urgenze ma anche energie, creatività, capitale sociale e culturale.
di Estanislao Zuleta
Estanislao Zuleta (nato nel 1935 a Medellín - morto nel 1990 a Cali) è stato un filosofo , scrittore e professore combiano. Più che per i suoi scritti, Zuleta è ricordato dai suoi convegni che sono stati accuratamente registrati dai suoi colleghi e allievi e pubblicati più volte durante la sua vita e dopo la sua morte.
Pienso que lo más urgente cuando se trata de combatir la guerra es no hacerse ilusiones sobre el carácter y las posibilidades de este combate. Sobre todo no oponerle a la guerra, como han hecho hasta ahora casi todas las tendencias pacifistas, un reino del amor y la abundancia, de la igualdad y la homogeneidad, una entropía social. En realidad la idealización del conjunto social a nombre de Dios, de la razón o de cualquier cosa conduce siempre al terror; y como decía Dostoievski, su fórmula completa es “Liberté, egalité, fraternité. .. de la mort”. Para combatir la guerra con una posibilidad remota, pero real de éxito, es necesario comenzar por reconocer que el conflicto y la hostilidad son fenómenos tan constitutivos del vínculo social, como la interdependencia misma, y que la noción de una sociedad armónica es una contradicción en los términos. La erradicación de los conflictos y su disolución en una cálida convivencia no es una meta alcanzable, ni deseable, ni en la vida personal - en el amor y la amistad - ni en la vida colectiva. Es preciso, por el contrario, construir un espacio social y legal en el cual los conflictos puedan manifestarse y desarrollarse, sin que la oposición al otro conduzca a la supresión del otro, matándolo, reduciéndolo a la impotencia o silenciándolo.
(9 dicembre 2014) Una profonda crisi della cultura sistemica. Siamo una società
(6 dicembre 2014) Oggi pomeriggio è previsto l’incontro promosso da Lorenzo Dellai allo scopo di aprire una nuova stagione dell’anomalia trentina. Se solo rappresentasse un sasso nello stagno di una politica ferma che ha smarrito da tempo la sua capacità di sperimentazione, sarebbe comunque un’iniziativa utile. Ne ho già scritto nei giorni scorsi e mi auguro che da lì possa prendere il via un percorso di analisi, elaborazione e proposta improntata a quella dimensione territoriale ed europea che è stata ed è al centro della riflessione del collettivo di “Politica responsabile“.
Nulla di più lontano dalla descrizione che ne fa il direttore de “L’Adige“ Pierangelo Giovanetti nel suo editoriale di stamane nel rappresentare l’incontro di oggi come una sorta di Opa di Dellai sul PD del Trentino. Starà all’ex presidente della PAT rispondere con le parole e i fatti sul significato di questo appuntamento.
(dicembre 2014) L’incontro proposto da Lorenzo Dellai al Sanbapolis di Trento ha messo in luce l’inadeguatezza dell’attuale governo provinciale e ha fatto emergere le contraddizioni profonde che hanno accompagnato in particolare la scorsa legislatura fino a portarci a questo nuovo scenario. Ma soprattutto ha posto la necessità di una politica capace di rinnovare le proprie categorie per riprendere quel cammino originale che ha fatto diverso il Trentino negli anni della paura e dello spaesamento.
Un commento di Michele Nardelli.
di Michele Nardelli e Federico Zappini
(5 dicembre 2014) 180 secondi sono un tempo brevissimo, eppure sufficiente per dire alcune cose. Dell'iniziativa proposta da Lorenzo Dellai (il prossimo 6 dicembre, a Trento) è facile elencare i possibili limiti. Questo esercizio lo praticheranno in molti, secondo un copione collaudato. Calata dall'alto, fuori tempo massimo, politicista. Con queste premesse sembrerebbe plausibile aspettarsi gli stessi risultati - non tutti esaltanti - degli ultimi esperimenti che hanno visto protagonista l'ex Presidente della Provincia di Trento. Ma è davvero questo il livello del dibattito al quale vogliamo partecipare e che siamo interessati a sostenere?
Sarebbe troppo semplice liquidare così l'appuntamento di sabato. Al netto della formula e persino del metodo (che mescola le nuove formule del marketing politico con le più classiche chiamate a raccolta dei partiti) ciò che andrebbe messo in risalto sono le motivazione che ne hanno fatto emergere - in Lorenzo Dellai, ma non solo... - l'esigenza.