19 Maggio 2012

Il manifesto dei poveri

Il padre del commercio equo e solidale, il sacerdote olandese Frans van der Hoff, presenterà, in anteprima nazionale, l'edizione italiana del suo ultimo libro "Manifesto dei poveri" edito dalla casa editrice "Il Margine". Con l'autore interveranno Rudi Dalvai, fondatore del Consorzio Ctm Altromercato e presidente di Wfto, World Fair Trade Organization, Paolo Facinelli, presidente di Mandacarù, Paolo Ghezzi, direttore editoriale casa editrice Il Margine 

Sandali ai piedi e borsa di lana a tracolla, il missionario olandese Frans van der Hoff ha fondato nel 1988, in collaborazione con Nico Roozen e l'Ong Solidaridad, il primo marchio equo e solidale "Max Havelaar". La grande ed utopistica intuizione di un "altro mondo possibile" e le strette relazioni di Frans van Der Hoff con i piccoli produttori di caffè messicani nello stato di Oaxaca riunitisi nella cooperativa "Uciri" hanno garantito l'approvvigionamento di caffè alle organizzazioni di commercio equo europee e nord americane e di conseguenza il successo del fair trade nel mondo.


Trento, Palazzo Geremia Sala Falconetto, Via Belenzani
23 Aprile 2012

Robert Kennedy, il discorso sul PIL

Il 18 Marzo del 1968 Robert Kennedy pronunciava, presso l'università del Kansas, un discorso nel quale evidenziava - tra l'altro - l'inadeguatezza del PIL come indicatore del benessere dei paesi economicamente sviluppati. Tre mesi dopo veniva ucciso durante la sua campagna elettorale che lo avrebbe  probabilmente portato a divenire Presidente degli Stati Uniti d'America.

Read more
19 Aprile 2012

Mondovisioni, i documentari di Internazionale

L'associazione MAIA ONLUS - Make An Impact Association - impegnata nella cooperazione internazionale nei Territori Palestinesi Occupati, ha il piacere di invitarVi alle ultime due serate della rassegna cinematografica intitolata "MAIA ONLUS presenta: Mondovisioni, i documentari di Internazionale". La rassegna si tiene presso il Cinema Astra di Trento, Corso Buonarroti 16.
Trento, Cinema Astra

la locandina

2 Aprile 2012

Criminalità ed economia

Con la crescita dei mercati finanziari i confini tra economia legale ed illegale si fanno sempre più porosi. Non servono nuove leggi: occorre regolare l'economia e la finanza. Un'intervista di Luca Muzi al magistrato francese Jean De Maillard

(Aprile 2012) Jean De Maillard è un giudice specializzato in reati economici e finanziari, da poco nominato membro dell'Osservatorio nazionale sulla criminalità francese. Ha pubblicato diversi volumi in materia tra cui La truffa: la finanza al di sopra della legge e delle regole (Gallimard 2010) e Il Mercato fa la sua legge. Criminalità e globalizzazione (Feltrinelli 2002). De Maillard è stato recentemente invitato dalla Sezione internazionale della Fondazione Lelio e Lisli Basso a tenere una conferenza a Roma su "Finanza internazionale e criminalità organizzata". Per il magistrato francese c'è una «stretta interconnessione tra economia legale ed economia illegale» e più che una continua rincorsa da parte della giustizia per scoprire e sanzionare le attività illegali sarebbe necessario «provare a pensare un'economia che non abbia bisogno della frode».

Jean De Maillard, lei si occupa di reati penali dal 1984, qual è l'attività che svolge un magistrato nel campo dei reati economici e finanziari?

La giustizia, in generale, si occupa dei reati finanziari tradizionali: le frodi, i falsi in bilancio, i crimini di borsa. Questi rappresentano la quotidianità del lavoro di un giudice. Ma al di sotto di questa criminalità tradizionale troviamo una criminalità finanziaria, o meglio un'attività di frode finanziaria, molto più sottile, spesso molto più complicata e di cui la giustizia fatica a occuparsi o di cui non si occupa mai. Se si vanno a studiare le dinamiche che ha portato alla crisi finanziaria, a partire dalla vicenda dei mutui subprime negli Stati Uniti, ci si rende conto del fatto che la grande criminalità finanziaria sfugge praticamente a tutti i controlli.

2 Aprile 2012

Myanmar, la vittoria della nonviolenza

(2 aprile 2012) Il volto della resistenza nonviolenta oggi è quello di questa esile donna che da più di vent'anni rappresenta il simbolo della libertà e della democrazia per il suo paese, la Birmania. Difficile dire quali saranno le conseguenze del voto pressoché plebiscitario che ha portato in Parlamento la premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Se il blocco di potere militare e affaristico sostenuto della Cina proverà un colpo di coda o se le aperture democratiche degli ultimi mesi usciranno rafforzate.

Di certo questo voto ci racconta un'altra storia, quella di un popolo che ha saputo aspettare, piegato certo dalla violenza del regime ma non domo. Un percorso ancora lungo, in un contesto dominato da un Parlamento ancora appannaggio del vecchio regime. E non ha caso nel primo discorso dopo la vittoria Aung San Suu Kyi ha invitato i manifestanti alla prudenza.

E anche di un'Europa che ha saputo dar credito al processo di apertura degli ultimi mesi attraverso l'attenuazione dell'isolamento internazionale, tracce di una "politica estera" dell'Unione che potrebbe esercitare, qui come altrove, un ruolo straordinario di mediazione.

Un nuovo soggetto politico, l'Europa, capace di parlare senza il peso delle armi o del passato coloniale degli stati nazionali. Ma questo è compito nostro.

25 Marzo 2012

Mafie, la Sacra Corona Unita e i Balcani

Nell'ambito del Bif&st (il Bari International Filmfestival), presentazione del documentario "Sacra Corona Unita e il pericolo che viene dall'est" di Aldo Zappalà. Il documentario andrà in onda il 29 marzo su Rai 2 all'interno de "La storia siamo noi" ed in replica il giorno successivo su Rai 3. Osservatorio Balcani Caucaso ha collaborato alla realizzazione.

La presentazione del documentario nel corso di un evento pubblico il prossimo 27 marzo nella splendida ambientazione del Teatro Petruzzelli. Dopo la proiezione del film, interverranno Giovanni Minoli, Michele Nardelli, Aldo Zappalà.


Bari, Teatro Pretruzzelli
6 Marzo 2012

Diario da Mosca

Vladimir Putin ha vinto le elezioni presidenziali russe con il 63,65% dei voti. Seguono a distanza il comunista Zjuganov (17,18%), il liberale Prokhorov (7,92%), il populista-nazionalista Zhirinovskij (6,22%) e il pro-Putiniano Mironov (3,85%). In Caucaso del nord, altissimo il sostegno per Putin. Secondo i dati ufficiali, in Cecenia la frequenza al voto ha raggiunto il 99,59% di cui il 99,73% per Vladimir Putin. Putin supera il 90% anche in Daghestan, Inguscezia e Karachaj-Circassia.

Al di là dei risultati e delle denunce di brogli, il 4 marzo 2012 è una giornata che, vista da Mosca, ha tanto da dire sulla situazione in Russia oggi. Una società civile in forte crescita, un sistema giudiziario che funge da muro di gomma a difesa del potere costituito e un nuovo, vecchio presidente che non riesce più a raccogliere l'entusiasmo della piazza

di Giorgio Comai www.balcanicaucaso.org  

8 Gennaio 2012

Il referendum, la politica nel contesto della crisi.

Considerazioni sul movimento dell'acqua, con tanti "se" e tanti "ma".

di Emilio Molinari

A pochi mesi dal referendum la disastrosa crisi finanziaria ha di fatto cancellato, la straordinarietà di quell'evento, nella memoria dei cittadini. Per i lavoratori i pensionati, per la gente comune che ha votato, schiacciati da problemi contingenti, l'acqua e il rispetto dei referendum sembrano passare in secondo piano. Purtroppo però l'amnesia ha contaminato gran parte del popolo di sinistra, ripiombato come sempre nel proprio incubo totalizzante: l'antiberlusconismo, senza idee, senza principi, senza alternativa. Anche per molti movimenti a noi vicini, la chiusura autoreferenziale o gli interessi corporativi, il referendum è ormai lontano.

7 Dicembre 2011

Risvegli

(5 dicembre 2011) Ieri si votava per il rinnovo del Parlamento in Russia, Croazia e Slovenia. Dalle urne escono dati che sovvertono le previsioni dei sondaggi.

In Russia il partito di Putin era dato sotto i due terzi ma in realtà non raggiunge nemmeno il 50% dei voti e crescono le denunce (e le proteste) di vistosi brogli elettorali. In Slovenia era prevista la vittoria del centrodestra ma il nuovo partito di centrosinistra del sindaco di Lubjiana Zoran Jankovic ottiene la maggioranza relativa dei seggi. In Croazia, infine, vince il partito socialdemocratico, confermando così l'esito delle ultime elezioni presidenziali e mandando a casa il governo nazionalista dell'HDZ.