Il 3 ottobre 2013 morivano al largo dell'isola di Lampedusa 366 persone, a due anni da questa tragedia e di fronte al flusso ininterrotto e sempre crescente di profughi verso l'Europa, la Commissione diritti umani del Senato, in collaborazione con il Comune e la Provincia di Bolzano, realizzano una giornata dedicata alla memoria delle vittime.
Un'occasione per riflettere su forme idonee di solidarietà, come componente sostanziale dell'identità europea, alla luce del trasferimento nel nostro continente di migliaia di donne, uomini, bambini in cerca di sicurezza e protezione, promossa in uno dei luoghi simbolo di questi mesi, la stazione di Bolzano, da cui le persone in fuga continuano a transitare, trovando ristoro e conforto grazie al contributo delle istituzioni e delle associazioni di volontariato.
Locandina e programma dell'evento
Bolzano, Officine FS, via Macello 24
di Massimiliano Pilati *
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Riprendo l'editoriale di Simone Casalini apparso sul Corriere del Trentino di oggi
di Simone Casalini
(3 settembre 2015) L’odissea dei profughi è una pellicola senza tempo dove Itaca è spesso un chimera, un sogno impraticabile. Da Erodoto in poi la Storia è colma di racconti di guerra e di gente in marcia. Se non è un conflitto è la miseria, se non è la miseria è la persecuzione, se non è la persecuzione è il desiderio di rovesciare il destino. Qualunque generazione ha osservato questi sfortunati Ulisse partire, perdersi, sperare, naufragare, salvarsi o morire.
Nel 1991, con l’implosione dei sistemi socialisti, dall’Albania esondò un fiume umano. Le navi mercantili erano sature di uomini e donne, molti di più attendevano sulle banchine. Altri galleggiavano in mare sperando nelle onde. In un giorno solo, il 7 marzo, arrivarono a Brindisi 27.000 persone che si erano cibate del mito illusorio divulgato dalla televisione italiana. Solo l’Adriatico li separava dai lustrini dell’Occidente. L’8 agosto a Bari giunse la nave “Vlora” con oltre 20.000 disperati. Gianni Amelio riassunse gli sbarchi nel film “Lamerica”, con quelle prue puntellate di teste che apparivano quasi metafisiche. La rotta proseguì per settimane.
Si rincorrono le emergenze senza capire che queste sono l'esito drammatico del vuoto della politica. Forse varrebbe la pena occuparsene, della politica intendo, imparando dalla storia (e dunque conoscendola) ed interrogandosi sulla nostra capacità di leggere il presente.
(Ringrazio Luigi Ottani per aver ripreso con Roberta Biagiarelli queste mie parole su fb e per la fotografia)
Sul sito di Osservatorio Balcani Caucaso potete trovare un ampio dossier sulla "Rotta balcanica"" http://www.balcanicaucaso.org/Dossier/Migrazioni-la-rotta-balcanica
"“Tempi interessanti” (23)
(5 agosto 2015) Quanto piccolo è diventato il pianeta, da mettere in discussione uno dei tratti salienti della natura umana? Eppure è così. In un mondo che si è costruito attraverso grandi processi migratori si ergono muri di ogni tipo, materiali ed immateriali...
... Per questo siamo (e cominciamo a sentirci) in guerra. L“acqua, la terra (ovvero il cibo), le fonti energetiche fossili hanno carattere limitato. In prossimità dei 9 miliardi di esseri umani sul pianeta (2030) e di fronte all“insostenibilità dell“attuale livello di consumi (l“overshoot day nel 2014 è stato il 19 agosto), possiamo imboccare due strade: la prima è quella della sobrietà, riducendo la nostra impronta ecologica e facendo nostra la cultura del limite; la seconda è quella di rivendicare che qualcuno ha più diritti di altri, la divisione del mondo fra inclusi ed esclusi, in altre parole la guerra...
Trento, Gallerie Piedicastello