4 Giugno 2018

Nina è volata via…

Sapevamo che Nina se ne sarebbe uscita prima o poi dalle nostre vite. Lo ha fatto in punta di zampa come per non essere di peso, percorrendo per un'ultima volta quelle scale dalle quali quand'era cucciolona scendeva come una pazza per rincorrere giocosa i suoi amici gatti o per venirci incontro nel farci le feste. Cosa che ci metteva di buon umore malgrado le cose del mondo spesso girassero in maniera contraria.

Perché questo è stata Nina, una vita fra le nostre vite che ci ha regalato affetto, serenità e amore fin dal primo momento che ci siamo incontrati, undici anni fa, quando decidesti di venire con noi pur senza ancora conoscerci, cosa che per una montagna dei Pirenei era tutt'altro che scontato.

Ora ti cercheremo tutti, due o quattro zampe che sia, anche il gatto rosso per cui venivi a svegliarci nel pieno della notte per farlo entrare in casa quando d'inverno la porta rimaneva chiusa.

Ciao Ninetta mia, ovunque andrai a volare.

https://youtu.be/ma0PAQXat6E

4 Giugno 2018

Emergenza autonomistica. In ricordo di Walter Micheli, a dieci anni dalla sua scomparsa

Vincenzo Calì ha dedicato questa riflessione alla figura di Walter Micheli, a dieci anni della scomparsa

di Vincenzo Calì

(1 giugno 2018) Il miglior modo per ricordare Walter Micheli a dieci anni dalla scomparsa è quello di attualizzare il suo messaggio, dati i tempi di grave disorientamento vissuti dall’opinione pubblica.

Il nulla di fatto delle elezioni politiche generali, di quelle regionali di Lombardia e Friuli Venezia Giulia e i pronunciamenti referendari in Veneto ci dicono che per il Trentino si prospetta una nuova fase che potremmo definire di “emergenza autonomistica”.

Sovviene riprendere le intuizioni con le quali a metà anni ottanta il federalista Walter Micheli seppe rimettere in piedi un Trentino finito in ginocchio dopo la devastante vicenda di Stava. Non più la riproposizione su tavoli inconcludenti della formula del Centro Sinistra Autonomista oramai logora e stanca, bensì il lancio di una grande alleanza, una sorta di comitato di liberazione delle migliori energie, secondo le linee avanzate nel seminario “ il Trentino che verrà” fortemente voluto da Micheli e rimaste purtroppo in gran parte lettera morta.

22 Maggio 2018

Se la Patria chiama…

La rievocazione storica di una adunata degli alpini. Come ai tempi della prima repubblica. In dialogo con Lorenzo Ferrari.

di Giorgio Cavallo *

E’ andata di scena a Trento la 91esima adunata nazionale degli alpini. Il “format" tiene ancora perfettamente e 300.000 persone hanno potuto gioire nel trovarsi assieme e nello sfilare marzialmente in ricordo della “vecchia” appartenenza.

Personalmente provengo dall’aviazione, ho “combattuto” con armi sofisticate dalla parte della “libertà” nella guerra fredda, e gli alpini mi davano l’idea di appartenere ad un mondo di subalterni un po’ tonti pronti ad obbedire ad ordini di cui non potevano valutare la portata.

Poi la frequentazione del Friuli mi ha permesso di capire il profondo legame tra la gente e gli alpini, per aver condiviso e sofferto i pezzi di una storia magari raccontata dalle classi dirigenti in maniera truffaldina, ma che, per chi ci aveva vissuto dentro, era piena di solidarietà e di emozioni umane che ne travalicavano la narrazione politica. Una solidarietà che si fa concreta anche dopo la naja e si trasferisce nelle comunità di provenienza.

1 Maggio 2018

Primo maggio. Le parole oltre la musica

“Tempi interessanti” (80)

Primo maggio 1968. Primo maggio 2018. Mezzo secolo, nel quale sono scorse le nostre vite, fra aspettative che ti toglievano il fiato, trasformazioni importanti delle quali ci siamo sentiti protagonisti, ma anche disincanto e sconfitte.

Con il coraggio delle proprie idee che ti portavano a navigare controcorrente, la fatica forse ancora maggiore di abitare spazi più ampi nei quali cercare di dare cittadinanza ad un pensiero laterale quando la politica diventava strumento per l'affermazione personale, il senso di solitudine quando ci si è resi conto che quel modo di intendere la politica faceva breccia anche fra chi non aveva nulla o quasi da difendere. Perché la povertà non è santa.

10 Aprile 2018

Zibaldone di un mondo alla deriva

“Tempi interessanti” (78)

(9 aprile 2018) Verrebbe da dire “fatemi scendere“. A scorrere gli avvenimenti di cui parlano le cronache quotidiane c'è di che ritrarsi inorriditi di fronte all'ordinaria stupidità con la quale improvvisate classi dirigenti e vecchi poteri affrontano gli esiti di un passato che incombe e di un presente che delinea i tratti di un'inquietante postmodernità ... E' proprio in questa incapacità di comprendere il mondo che alberga lo smarrimento del presente, la fatica di mettere a fuoco gli avvenimenti, l'opacità nel decifrare i segni del tempo. Tanto che ogni cosa si consuma nel susseguirsi di continue emergenze che, come ho avuto modo di scrivere recentemente su questa rubrica), peraltro non sono tali. Provo dunque a mettere in fila una serie di vicende annotate che sono scomparse dalla cronaca con la stessa velocità con cui si sono imposte per qualche ora. E qualche considerazione...

7 Aprile 2018

Cinquant’anni dopo, la poesia di Leo Ferrè

7 aprile 1968, buon compleanno Pepee

https://youtu.be/5fVPkIn_fGA

“... Due occhi simili a lanterne
quelle che splendono nei porti
quando l’avere occhi di scorta
farebbe gola ai marinai
per osservar la notte altrui
così come uno scimpanzé
presso i Ferré
Pépée...”

 

9 Gennaio 2018

Il Signor Guardia

di Soheila Mohebi *

(Gennaio 2018) Non ricordo come si chiamava. Noi lo chiamavamo il “Signor Guardia”. Abitavamo in un condominio di sessantasei appartamenti nel centro – nord di Teheran, e lui viveva in una piccola stanza davanti al cancello. D'estate era un forno e in inverno faceva invece freddissimo. Per il bagno doveva correre nei parcheggi dove c’era un appartamentino per l'amministrazione, la stessa che poteva licenziarlo con una semplice riunione di condominio presieduta dal capo dell'amministrazione.

Era un tipo silenzioso, pochi capelli, con un forte accento, rispondeva con frasi brevi, molto brevi e poi si rifugiava nel suo silenzio, sotto la sua coperta, stesa nella sua stanzetta di due metri per due. Certe volte rimaneva anche quaranta giorni senza cambiare il turno, e poi andava a trovare la sua famiglia che viveva lontano dalla capitale.

Una notte, dopo il terremoto, siamo tutti scesi in strada. Avevano detto che sarebbe stata la via più saggia per proteggersi, ma l’abbiamo fatto anche per istinto e abbiamo passato la notte fuori, nelle automobili, sui marciapiedi.

25 Dicembre 2017

Morto contromano disturbando il traffico

(25 dicembre 2017) In un editoriale del quotidiano “Il Secolo XIX” dal titolo “La mia canzone per Carlo e Ahmed volati dalla gru nel giorno delle feste” lo scrittore Maurizio Maggiani (l'autore fra l'altro de “Il Romanzo della Nazione”, “Il viaggiatore notturno”, “Il coraggio del pettirosso”) riprende un tragico fatto di cronaca accaduto a Genova venerdì scorso (lo schianto di una gru, la morte sul lavoro di Carlo, quarantacinque anni, e la riduzione in fin di vita di Ahmed, diciott'anni) per ricordare gli 864 morti sul lavoro che hanno insanguinato questo paese negli ultimi dieci mesi del 2017. Lo fa riprendendo uno straordinario testo di Chico Buarque de Hollanda che s'intitola "Construçã"o, interpretato qualche anno fa con maestria e sensibilità da Enzo Jannacci, dedicando loro questa canzone. Con l'augurio di giorni di sensibile serenità. (m.n.)

 

La costruzione

(testo di Chico Buarque de Hollanda)

 

https://youtu.be/xzY101VFgnw

 

E quella volta amò come se fosse l'ultima
E poi baciò sua moglie come se fosse l'ultima
Ed ogni figlio suo come se fosse l'unico
E attraversò la strada col suo passo timido
Salì la costruzione quattro muri solidi
Mattone su mattone in un disegno logico
Ma gli occhi già impastati di cemento e lacrime
Seduto a riposare come fosse sabato
Mangiata pasta scotta come fosse un principe
Bevuto e singhiozzato come fosse un naufrago
Ballato e riso come se si sentisse musica
Ed inciampò nel cielo come ubriaco fradicio
E fluttuò nell'aria come fosse un passero
E cadde giù per terra come un pacco flacido
Agonizzando in mezzo del passaggio pubblico
E' morto contromano disturbando il traffico

22 Dicembre 2017

Il nostro tempo.

In ricordo di Ottorino Bressanini

 

di Michele Nardelli

 

Paolo Burli mi chiama mentre sono a Roma nel quartiere Ostiense, poco prima di incontrare lo scrittore Eraldo Affinati nell'ambito del mio (e ora di tanti altri) “Viaggio nella solitudine della politica”. Mi dice che Ottorino Bressanini è alla fine del suo percorso e che sarà questione di giorni. Improvvisamente un'infinità di immagini mi si affollano per la mente come se lungo il percorso di una vita ciascuno dei nostri momenti d'incontro avesse rappresentato un'occasione perduta per dirci qualcosa di più o per scambiarci un gesto di amicizia.

Avevo saputo dell'insorgere della sua malattia poco meno di un anno fa, a Baitoni di Bondone, in occasione della festa dello Spi Cgil dove mi avevano invitato con Paul Renner e Vincenzo Passerini a parlare della guerra mondiale in corso e che quotidianamente rimuoviamo. Nello sconcerto dei tanti amici e compagni presenti quel giorno e che qualche anno prima avevano dovuto salutare Milena Demozzi, dirigente della Cgil del Trentino e compagna di Ottorino, anche lei portata via a soli 52 anni da un tumore.

Dopo di allora avevo rivisto Ottorino una sola volta e i segni della malattia già iniziava a portarseli addosso. Ma sfuggiva via, come a non voler parlare di sé, lasciandomi l'impressione che già si fosse rassegnato come a voler considerare conclusa la propria vicenda.

15 Dicembre 2017

Grazie, un grande abbraccio e cordialmenteCIAO

di Melita Richter

(15 dicembre 2017) Ogni morte di una persona cara è dolore sincero. Ma ci sono gli adii che non riusciamo ad accettare. Appena saputo della scomparsa di Marino Vocci da un breve e toccante nota sul fb di Martina, sua figlia maggiore, scrissi di getto la mia prima reazione: «Non ci voglio credere!! non posso credere!!! Accetto soltanto che si sia imbarcato su qualche natante lungo la rotta adriatica... E poi, ci racconterà, come ha sempre fatto, con passione, gioia e parole che abbracciano origini e rive diverse».

Un giorno dopo la sua scomparsa è sempre così.

Marino è vivo nella mia mente. Sento la sua voce, vedo il suo volto, i capelli indomati un po’ più brizzolati ultimamente, la figura un po’ più curva, gli occhi attenti, sinceri, ridenti, caldi e severi quando e quanto necessita.

Ma è soprattutto vivo il suo pensiero e la straordinaria capacità di porre in contatto le persone di diverse origini formative e disciplinari nel dare luogo al confronto di idee, proposte, ricerche, scambio. Solo chi scambia può cambiare, soleva dire. Ci credeva profondamente e agiva in questo modo, consapevole dell’interdipendenza del nostro mondo e del bisogno dell’interlocuzione tra soggetti e memorie diverse. Quell’abilità rara che manca al potere.

31 Agosto 2017

Una bicchierata fra amici

Con il finire dell'estate sono ad invitarvi ad una bicchierata alle Camalghe (Cadine) per sabato prossimo 2 settembre alle ore 17.30.

Non c'è niente di particolare da festeggiare, solo il desiderio di rivederci, magari per scambiarci in modo del tutto informale qualche idea su questo tempo in cui sento crescere il peso della solitudine politica.

Se volete potrà essere l'occasione per raccontarci del viaggio che abbiamo intrapreso nei mesi scorsi (www.zerosifr.eu) e che a breve (dal 13 al 17 settembre) ci vedrà impegnati – dopo il prologo trentino e quelli attraverso la Regione Dolomiti, le Terre alte Alpine e la città di Roma – in un nuovo itinerario che da Venezia ci porterà a Monfalcone, Trieste, Fiume/Rijeka e Goli Otok, itinerario che avrà al centro il tema dell'Europa, dei confini, del Novecento e dell'elaborazione dei conflitti.

A sabato, per chi vorrà.

Michele

PS. Qualche indicazione per arrivare alle Camalghe: proveniendo da Trento prendere la strada del Bus de Vela che sale verso la Valle dei Laghi, uscire dopo la galleria in direzione Sopramonte, percorsa la “strada per Sopramonte” per 500 metri girare a destra (via del Molin) e dopo 50 metri, sempre sulla destra, per via delle Camalghe. La stradina dapprima asfaltata e poi di terra battuta vi porta al numero 9 e siete arrivati.


Trento, Cadine, Via delle Camalghe 9
30 Maggio 2017

L’avventura è incominciata

Cari amici e care amiche,

l'avventura del “Viaggio nella solitudine della politica” è incominciata. Come avevamo previsto il 21 marzo scorso (primo giorno di primavera) la carovana ha preso il cammino con un prologo lungo le valli trentine che abbiamo titolato “Il Trentino che ci sfugge fra le mani” per indicare come anche questa terra ricca di prerogative autonomistiche, laddove non si coltivino percorsi di ricerca e di sperimentazione sociale originali (e dunque nuove classi dirigenti), evidenzi vistosi ambiti di sofferenza e di criticità. Un prologo “trentino” che sta proseguendo in diversi ambiti territoriali e sociali attraverso una serie di testimoni che nel loro impegno cercano di far vivere quel cambio di paradigma che di questo nostro viaggio rappresenta l'essenza.

Prologo che si è spinto anche nel bellunese nei giorni 23 e 24 aprile, anticipando di qualche giorno il primo vero e proprio itinerario che prende il via il 28 aprile 2017, dedicato alla Regione Dolomiti, attraverso il Trentino, l'Alto Adige – Südtirol, la Provincia di Belluno, l'Alto Friuli e il Carso.