28 Marzo 2023

«Inverno liquido» a Cavalese

ConTesti 2023. Natura Società Territorio.

Incontro con Michele Nardelli

Ricordiamo il primo appuntamento della rassegna “ConTesti 2023. Natura Società Territorio”: cinque incontri, centrati sulle tematiche sociali ed ambientali ed il turismo nel nostro territorio. I primi tre incontri sono presentazioni di altrettanti libri che, da angolazioni diverse, si occupano di turismo invernale, di ambiente, di crisi climatica nei territori di montagna.

Si inizia giovedì 30 marzo alle ore 20.30 in Sala Frasnelli (sopra la biblioteca) con Michele Nardelli, che presenterà il suo ultimo libro “Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa”, Edizioni DeriveApprodi (coautore Maurizio Dematteis).

A conversare con l'autore ci saranno

Mauro Gilmozzi, Scario della Magnifica Com,unità di Fiemme

Luigi Casanova, presidente onortario Mountain Wilderness

Modera l'incontro

Francesca Dalrì, giornalista quotidiano "il T"

"In un lungo reportage dalle montagne italiane imprenditori, operatori e testimoni del mondo dello sci si raccontano, analizzano i fallimenti, spiegano i percorsi di riconversione, fotografano i sogni di rinascita. Un libro che racconta cosa ne è oggi della passata stagione dello sci di massa nelle piccole e medie realtà di Alpi e Appennini.

C’è un momento preciso in cui capisci che qualcosa sta cambiando. Sei nato e cresciuto pensando che sarebbe sempre stato così, anno dopo anno, stagione dopo stagione. Poi un giorno ti svegli e d’improvviso gli impianti di risalita sono fermi. E capisci che quel mondo è finito.

L’emergenza sanitaria legata al Covid 19 ha messo in luce l’estrema debolezza del modello economico legato al turismo dello sci da discesa sulle montagne. In un’epoca nella quale il Climate Change ne accorcia le stagioni e ne aumenta i costi, in cui la crisi economica lo rende uno sport elitario e il cambiamento culturale vede prospettarsi una diversa domanda di svago anche nei centri vocati alla monocultura del turismo invernale, quali prospettive di riconversione possono essere messe in campo?"

14 Luglio 2022

Imprevedibilità e cultura del limite

“La maledizione di vivere tempi interessanti‘ (125)

Ormai quasi nessuno nega che quanto sta accadendo attorno a noi sia l'esito della crisi climatica generata dall'aumento delle emissioni di anidride carbonica e di altri gas climalteranti nell'atmosfera. Crisi che, peraltro, si intreccia con altre, generando interazioni di natura pandemica e gravi rotture di equilibri ecosistemici. Ciò nonostante ogni evento estremo ci coglie di sorpresa, nel territorio dell'imprevedibilità. E si insiste su questa parola, imprevedibilità, come se questa in qualche modo attenuasse le nostre responsabilità.

Certo, nessuno può sapere in anticipo il minuto, l'ora e il giorno in cui una massa di ghiaccio e roccia, fango e detriti, si stacca dalla montagna trascinando con sé e devastando ogni cosa e persona che incontra sul suo cammino. Eppure dovremmo imparare che gli eventi estremi avranno sempre più caratteristiche inedite e una frequenza esponenziale che – come abbiamo scritto – ci ricorda il monito della ninfea...

11 Luglio 2022

Marmolada, la nostra negazione del limite nella società della performance

di Giulio Costa *

Azzurro è il colore del vuoto. Esordisce così, durante una seduta di psicoterapia, una mia paziente riferendosi al proprio lutto e al proprio vuoto personale per la recente perdita di un familiare: un dolore che ha visto rispecchiarsi nella voragine di ghiaccio azzurro lasciata dal drammatico distacco del seracco della Marmolada.

Al pari della siccità che da mesi sta colpendo il nostro territorio, la tragedia della Marmolada è diventata nuovo simbolo dell’evidente cambiamento climatico.

Tuttavia, lo sguardo diverso della mia paziente alle fotografie che da giorni riempiono quotidiani, telegiornali e social, mi hanno rivelato come quella voragine rappresenti il nostro umano e contemporaneo rapporto con il limite e la fragilità.

Un baratro fisico, naturale, ma al contempo psichico e sociale. A partire dal Secondo Dopoguerra, abbiamo via via soffocato ogni discorso sulla fragilità, sul dolore e sul senso del limite.

 

11 Luglio 2022

Il monito della ninfea a Pozza di Fassa

Nell'ambito della rassegna "Te piaz d'estate", incontri e racconti estivi in piazza, coordinati dalla giornalista Virna Pierobon.

Lunedì 11 luglio 2022, alle ore 21.00, a Pozza di Fassa (TN), ci sarà la presentazione della seconda edizione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite".

Oltre agli autori, Diego Cason e Michele Nardelli, saranno presenti Mara Nemela, direttrice Fondazione Dolomiti Unesco, e Paolo Grigolli, Azienda per il Turismo della Valle di Fassa.

Sarà l'occasione anche per un confronto sui tragici avvenimenti che hanno sconvolto le Dolomiti e la Marmolada.


Pozza di Fassa, piazzale antistante l'Ufficio Turistico
14 Luglio 2021

Vaia, i boschi del domani

Come stanno i boschi del Trentino dopo la tempesta Vaia? Serata informativa con Diego Cason e Luigi Casanova

Vaia è stata l’evento di maggiore impatto sugli ecosistemi forestali mai avvenuto in Italia. Una tempesta che nella notte del 29 ottobre 2018 ha abbattuto 42.525 ettari di boschi delle nostre meravigliose Dolomiti, con venti che hanno raggiunto una forza paragonabile ad uragani di categoria 3, superando i 190 km/h e versando fino a 700 millimetri di pioggia in 3 giorni in alcune aree.

Con il professor Diego Cason, ricercatore, sociologo del turismo, autore di numerosi libri tra cui "Il monito della ninfea - Vaia, la montagna, il limite", e Luigi Casanova, ambientalista, custode forestale in pensione del Comune di Moena nonché Presidente Onorario di Mountain Wilderness Italia, facciamo il punto della situazione, capiamo errori e responsabilità, gli impatti sull’economia locale ed i modelli di sviluppo turistico sostenibile per il domani.

Mercoledì 14 luglio 2021, alle ore 21.00, nell’Aula Magna del Polo Scolastico di Moena. Ingresso libero.


Moena, Aula Magna Polo Scolastico
25 Agosto 2020

«Il monito della ninfea» a Cavalese

Serata di presentazione del libro "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite"

 

Mercoledì 26 agosto 2020, alle ore 20.30, presso il Cortile del Palazzo della Magnifica Comunità a Cavalese viene presentato il libro di Diego Cason e Michele Nardelli "Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite" (Bertelli Editori, 2020).

 

Una riflessione sugli effetti sociali di Vaia, sul suo impatto e significato sui diversi versanti delle Dolomiti, sulle responsabilità nella cura dell'unica Terra che abbiamo.

In dialogo con gli autori del libro, Diego Cason e Michele Nardelli, sarà il professor Ugo Morelli.

Modera l'incontro Domenico Sartori, giornalista.

Saluto iniziale del dott. Mauro Gilmozzi

 

https://youtu.be/qVa6CFMy7Vw

 

 

(In caso di cattivo tempo la presentazione si terrà presso l'Auditorium dell'Istituto di Istruzione "La Rosa Bianca", Via Gandhi 1)


Cavalese, Cortile Palazzo Magnifica Comunità

La locandina dell'evento

20 Febbraio 2019

Nelle Alpi devastate dagli eventi atmosferici

Dal 15 al 17 febbraio 2019 si svolge l'itinerario n.10 del "Viaggio nella solitudine della politica". S'intitola "Esiti del cambiamento climatico. Nelle Alpi devastate dagli eventi atmosferici" e si snoderà attraverso le Alpi Carniche, il Cadore, il Lagorai e le valli colpite dal vento devastante che nella notte fra il 29 e il 30 ottobre  è arrivato a punte oltre i 200 chilometri orari.

«Ciò che è accaduto nella notte fra il 29 e il 30 ottobre del 2018 nelle foreste dolomitiche e carniche rappresenta un avvenimento tanto inedito quanto inquietante che ci porta a considerare come gli esiti dei cambiamenti climatici siano da considerare nel nostro presente. Ne ho parlato nel mio blog nella riflessione dal titolo “La ribellione della natura” (http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=4215) e riprendendo il prezioso reportage di Giampaolo Visetti “La terra guasta” (http://www.michelenardelli.it/commenti.php?id=4214).

Malgrado l'evidenza degli avvenimenti che investono il pianeta sotto ogni latitudine e rispetto ai quali nessuno può chiamarsene fuori, tanto la dimensione pubblica (le scelte dei governi in primo luogo) quanto quella privata (i nostri stili di vita) non sembrano approdare ad alcun significativo ripensamento.

 


Dolomiti e Alpi Carniche

Il programma

6 Agosto 2015

Stava. Trent’anni e un giorno.

Tempi interessanti (21)

(20 luglio 2015) Non amo gli anniversari, vi vedo troppa retorica e ipocrisia. Non mi piace l’idea che il ricordo sia richiamato di tanto in tanto anziché diventare insegnamento permanente. Sono stufo di sentire espressioni come “mai più“ o “per non dimenticare“ che suonano vuote e che io stesso ho usato in passato, perché ogni volta che le ho pronunciate poi ho dovuto prendere atto di quanto fossero rituali e lontane dalla realtà. Perché dalla storia non si impara quasi nulla. Perché la ritualità ha il sopravvento sull’elaborazione. Perché non solo si dimentica ma si rimuove tutto ciò che chiama in causa le nostre stesse responsabilità (falsa coscienza). Perché nella ricerca delle responsabilità si tende ad affrontare solo il tema della colpa criminale, lasciando inesplorata la colpa politica e quella morale.

5 Marzo 2013

Il rogo della cultura

(5 marzo 2013) Quando vanno in fumo i simboli della cultura ho sempre un presentimento che mi riempie di inquietudine, che ciò accada a Bari, a Napoli o a Cavalese. Perché l'accanimento contro la cultura è un tratto di questo tempo, delle guerre moderne che scelgono i luoghi della storia come obiettivi da cancellare, come delle mafie che ne hanno fatto una sorta di macabro rituale.

C'è solo da augurarsi che l'incendio di origne dolosa che ha distrutto il teatro di Cavalese nella notte fra domenica e lunedì, all'indomani della conclusione dei mondiali di sci nordico di Fiemme, non abbia nulla a che fare con tutto questo. Mentre procedono le indagini della Magistratura, non rimane che esprimere la vicinanza verso questa comunità per la perdita di uno dei luoghi della sua coesione sociale.

19 Agosto 2011

19-21 agosto: la Turchia a Moena

di Francesca Zeni 

Avreste mai immaginato di veder sventolare decine di bandiere turche nel cuore delle Dolomiti? O di cercare assetati una fontana e di trovare, tra i fienili trentini, il busto di un uomo con fez e mustacchi accanto all'acqua che sgorga fresca dalle montagne? A Moena oriente e occidente si mescolano, e ogni estate ne viene ritualmente celebrato l'intreccio. Uno dei quartieri più antichi della città dolomitica prende il nome di "Turchia", e accanto ai tradizionali tabià e agli affreschi con scene di caccia sulle pareti delle case, offre allo sguardo sfondi rossi con la mezzaluna e la stella. Ma non si tratta di cittadini immigrati che celebrano con nostalgia il paese d'origine. Gli abitanti del rione, moenesi da generazioni, affermano con orgoglio di sentirsi "turchi", nonostante i cognomi locali e la parlata ladina.


Moena
20 Giugno 2010

Stava, 19 luglio 1985

di Luisa Pachera

(19 giugno 2010) Il 19 luglio del 1985, quasi 25 anni fa, a Stava sono morte 268 persone travolte da una colata di fango che proveniva dai bacini di deposito del materiale di scarico della miniera di Prestavel. 

25 anni dopo la Val di Stava è più bella che mai, è percorsa da un torrente che gorgoglia tra i sassi, l'aria è limpida e il suo verde ha mille sfumature smaglianti. Eppure, se si guarda bene, sotto l'erba dei prati si riesce ancora a vedere il fango che il 19 luglio del 1985 si è steso su ogni cosa. Gli steli, le foglie e i fiori lo nascondono allo sguardo, non alla nostra coscienza. 

Per ricordare assieme quel tragico evento, per raccontarlo a chi non ne conosce i dettagli ho scritto un'opera teatrale che sarà rappresentata dalla compagnia "Gad" di Trento il 17 luglio a Tesero e il 30 luglio a Rovereto presso la Campana dei Caduti. 

(La rappresentazione s'intitola Stava, 19 luglio 1985 e ha ricevuto il patrocinio del Presidente della Giunta Provinciale di Trento, della Fondazione Museo Storico del Trentino e della Fondazione Stava 1985) http://www.luisapachera.it/

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