11 Luglio 2019

Il fiore di Jovan (6)

 

di Michele Nardelli

 

«Noi ci domanderemo se il perdono

non cominci laddove esso sembra finire,

laddove esso sembra im-possibile …

il perdono, se ce n'è,

deve e può perdonare solo l'imperdonabile...»

Jacques Derrida



C'è un incubo in cui sono finiti i popoli di quel paese che un tempo si chiamava Jugoslava dal quale è necessario uscire. Ne ho parlato in un mio precedente racconto. La “guerra dei dieci anni” si è conclusa da più di un quarto di secolo ma è proprio quell'incubo a covare sotto la cenere e a paralizzarne il futuro. E nel quale, paradossalmente, ci si può accomodare. L'adrenalina e il rancore possono fornire ragioni di vita. Un incubo che ciascuno si coltiva chiuso dentro la propria narrazione, il dolore, il rancore, il silenzio. O, semmai, dentro la propria nostalgia verso un passato mitizzato che quasi mai viene associato a ciò che è avvenuto in seguito.

No. Non credo ci sarà alcun processo significativo di elaborazione di quanto accaduto nell'ultimo decennio del secolo scorso nel cuore balcanico dell'Europa. E temo che questo non avverrà nemmeno quando il tempo avrà creato una certa distanza da quei tragici avvenimenti.

6 Giugno 2019

Pane nostro

Predrag Matvejevic   Pane nostro   Garzanti, 2010   «Il pane è la manna della terra. Predrag Matvejevic narra il grandioso vagabondaggio del grano, la lunga selezione e specializzazione trasmessa dalle generazioni» (dalla postfazione di Erri De Luca) “Pane nostro” verrà presentato a Trento sabato 16 ottobre 2010, alle ore 17.00, nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Geremia alla presenza dell’autore. L’incontro avviene nell’ambito della giornata sul pane del mondo promossa dal Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani che per l’intera giornata di sabato, in piazza del Duomo a Trento, vedrà esibirsi la compagnia teatrale Kinè proprio sull’arte del pane. E il pane del Mediterraneo verrà prodotto e fatto assaggiare a tutti i passanti.
25 Maggio 2019

Europa. Storie di confine (7)

Quello che segue è il settimo “racconto breve” ispirato da un viaggio formativo nel cuore balcanico dell'Europa e non solo. Questa volta dedicato al sorgere in Europa dopo la caduta del muro di Berlino di ben ventidue nuovi stati-nazione. Dei loro relativi confini e dei reticolati posti a difesa del “prima noi”. Della deriva nazionalista e del declino del progetto europeo. Del passato che, in assenza di elaborazione, non passa. Di due piccoli luoghi di confine, così lontani eppure tanto vicini. Esce in contemporanea su www.balcanicaucaso.org e su www.michelenardelli.it

 

«Che “cosa” è dunque l'Europa?

L'Europa non è un “territorio”.

E non è una “cosa”, che precederebbe ogni storia.

L'Europa è sempre incompiuta,

come un progetto da realizzare»

Mauro Ceruti

“Il tempo della complessità”

 

di Michele Nardelli

I confini sono duri a morire. Eppure, quando con gli accordi di Schengen quelli interni all'Unione Europea iniziarono ad essere smantellati fu un giorno di speranza. Per il fatto in sé e perché quello smantellamento lasciava intravvedere un processo di unione politica solo iniziato, che avrebbe potuto coinvolgere via via un numero crescente di paesi e regioni.

C'era un disegno, quand'anche non lineare ed avversato, che finalmente riprendeva il filo conduttore di Ventotene. Al quale corrispondeva una strategia di allargamento verso i Balcani occidentali e la Turchia1. E quel “Processo di Barcellona” che immaginava il Mediterraneo come uno spazio chiave di relazione, di cooperazione e di pace.

25 Maggio 2019

Giornata internazionale delle fasce bianche

#perchèmiriguarda

Lo abbiamo fatto, lo vogliamo rifare. Vogliamo ripetere il gesto, replicare il silenzio. Vogliamo continuare a costruire pezzi di pace che non c’è, di pace mancata. Il 31 maggio, alle ore 17.00, saremo di nuovo lì in piazza S.Maria maggiore, con le nostre fasce bianche al braccio, con le lenzuola stese sui balconi, in silenzio, a gridare il nostro no alle guerre, a tutte le guerre.

Lo faremo ripetendo il gesto che da Prijedor, nella parte serba della Bosnia Erzegovina, negli anni ha conquistato l’Europa. Fu solo un ragazzo a iniziare la protesta, davanti al municipio, solo, in silenzio. Rimase lì, urlando il suo “non ci sto”. Si mise lì davanti, senza nessuno accanto, per dire che la falsa pace della Bosnia non gli andava bene. Il suo essere solo diventò gruppo e poi folla, negli anni successivi. E la folla invase le città d’Europa, ogni 31 maggio. E’ diventata la Giornata Internazionale delle Fasce Bianche. Lo si fa in ricordo dei cittadini non serbi che nel 1992 furono obbligati dalle autorità serbe di Prijedor a portare una fascia bianca al braccio per essere riconoscibili e a mettere al balcone delle case un lenzuolo, per segnalare chi le abitava. Poi, furono portati al massacro. Secondo le stime, le vittime furono circa 53.000. Quelli uccisi furono 3.173 tra cui 102 bambini.

 

 


Trento, Piazza Santa Maria Maggiore
19 Maggio 2019

Europa. Speranze, delusioni, futuro

Il Circolo del Partito Democratico di Ala organizza per lunedì sera, 20 maggio alle ore 20.30, presso la Pizzeria al Giardino, un incontro con la cittadinanza dal titolo "Europa. Speranze, delusioni, futuro".

L'incontro avverrà nella forma della conversazione con Michele Nardelli.


Ala, Pizzeria al Giardino

La locandina dell'incontro

4 Aprile 2019

Europa, femminile, singolare

Una giornata di studio e incontri promossa dalla Fondazione E35 e dal Comune di Reggio Emilia (a cura di Roberta Biagiarelli) nell'ambito di Trecentosessantacinque giorni Donna 2019

Si svolgerà Sabato 6 aprile 2019 (Sala del Planisfero, Biblioteca Panizzi | 10.30-13.00; Sala del Tricolore, P.zza Prampolini, Comune di Reggio Emilia | 15.00-17.30) a REGGIO EMILIA

Partecipano Elena Pulcini, Maria Pia Di Nonno, Elisabetta Salvini, Michele Nardelli, Lidia Menapace, Giorgia Serughetti e Cecilia D’Elia, Gemma Bigi, Valentina Lanzilli: sono questi gli ospiti dell’iniziativa, rivolta alla cittadinanza, con donne e uomini che quotidianamente si prendono cura, con spirito costruttivo, del progetto europeo, consapevoli delle difficoltà che l’Unione sta affrontando ma che ancora credono nelle sue enormi potenzialità.


Reggio Emilia, Sala del Planisfero, Biblioteca Panizzi

Il programma della giornata

28 Marzo 2019

Melita, parte di noi

Si è spenta venerdì 1 marzo a Trieste Melita Richter, una voce importante e un punto di riferimento per chi si occupa di cultura transfrontaliera, migrazioni ed ex Jugoslavia

di Luca Zanoni *

Con Melita se ne va un’altra parte di noi. Non è facile definire questo “noi”. Penso a tutta quella rete di relazioni e amicizie, intelligenze e saperi, esperienze e vissuti tra le due sponde dell’Adriatico. Un Noi che da tempo ormai ha iniziato a disperdersi. L’avevo percepito con la morte di Predrag Matvejevi, per il quale Melita aveva scritto “Grazie Maestro”, si era rafforzato con la scomparsa di Piero Del Giudice, al quale ancora Melita sempre sulle nostre pagine aveva scritto un bel ricordo.

Con l’addio a Melita, questo Noi diventa ancora più piccolo, il nostro cerchio si stringe. Sociologa, saggista, poetessa, docente universitaria, mediatrice culturale, molto attenta al tema del confine, delle migrazioni, alla questione femminile, ai nazionalismi che ben ha conosciuto negli anni Novanta, lei che veniva da Zagabria e si era trasferita a Trieste.

26 Marzo 2019

Pasqua in Bosnia Erzegovina

Dal 20 al 25 aprile 2019 sarò ancora una volta in Bosnia Erzegovina ad accompagnare un nuovo viaggio del turismo responsabile promosso dall'associazione "Viaggiare i Balcani".

Per molti dei partecipanti sarà il primo viaggio nel cuore a molti sconosciuto dell'Europa e dunque l'opportunità di conoscere oltre al fascino di questa regione anche un tratto rimosso della nostra storia, quella che nell'incontro fra oriente e occidente ha plasmato i caratteri europei e quella di un Novecento che nasce e muore a Sarajevo.

Per me il piacere di riabbracciare questa mia terra d'adozione, che tanto mi ha aiutato a comprendere questo povero tempo nostro.

 

Per saperne di più e leggere il programma: http://www.viaggiareibalcani.it/proposta/pasqua-2019-in-bosnia-erzegovina/


Mostar, Blagaj, Sarajevo, Travnik, Prijedor
25 Marzo 2019

I Balcani, il cuore inascoltato dell’Europa

Nell'ambito delciclo di conferenze "Tra Danubio e Balcani: l'Europa si incontra" promosso dal Comune di Asola (Mantova), domenica 31 marzo 2019, alle ore 16.00 presso il Museo Civico Goffredo Bellini di Asola (MN) si svolgerà una conferenza dal titolo "I Balcani, il cuore inascoltato dell’Europa". Relatore sarà Michele Nardelli, cofondatore dell’Osservatorio Balcani Caucaso - Transeuropa

Nonostante il nuovo secolo sia ormai inoltrato, siamo ancora nell'incubo del Novecento. L'Europa è di nuovo attraversata dal vento del nazionalismo, nelle sue forme più tradizionali del predominio etnico/religioso come in quello più subdolo dello scontro di civiltà.


Asola, Museo Civico Goffredo Bellini

Il programma del ciclo di incontri

22 Marzo 2019

Sentenza d’appello: ergastolo a Radovan Karadžić

di Nicole Corritore *

(20 marzo 2019) Alle ore 15.00 di oggi la corte d’appello del Meccanismo residuale per i tribunali penali internazionali (MICT) ha dichiarato l'ex leader dei serbo-bosniaci durante il conflitto in Bosnia Erzegovina Radovan Karadzic colpevole di genocidio e crimini contro l'umanità condannandolo al carcere a vita. La sentenza è stata emessa da una corte formata da 5 giudici e presieduta da Vagn Prüsse Joensen.

A seguito della dichiarazione di indipendenza della Bosnia Erzegovina, nel 1992, Radovan Karadzic proclamò la creazione della Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina (poi Republika Srpska), con capitale a Sarajevo. A dicembre 1992 ne divenne presidente e comandante supremo dell’esercito della stessa autoproclamata Repubblica.

12 Febbraio 2019

Soprattutto il vento

di Francesco Picciotto *

Questo racconto nasce veramente da innumerevoli sollecitazioni: la lettura dell'ultimo libro dal titolo "Sicurezza" del mio amico Michele Nardelli, uno dei personaggi de "L'estate Incantata" di Ray Bradbury che o più amato, il racconto "Walter" di Michele Serra. C'è anche dentro un po' del Piccolo Principe e tanto della mia vita, naturalmente.

Lo dedico a tutti quelli che avranno voglia e pazienza per leggerlo ma soprattutto ai miei Piccoli e a Veronica nella speranza che presto torneremo a insieme al Passo del Vento. Lo dedico inoltre al mio amico Giovanni al quale a quel passo ho dato, fra trent'anni (anzi adesso 29), un appuntamento, e al mio amico Giancarlo chiedendogli di venirmi a strappare dal "contenitore" se domani dovesse avere la sensazione che io non sia più capace di farlo da solo.

"Lo chiamavano così: il vecchio del centro commerciale. Impiegati del centro, clienti, semplici visitatori, lui era per tutti "il Vecchio del centro commerciale". E d'altra parte nessuno si era mai preoccupato di conoscere quale fosse il suo vero nome. Era una figura nota a tutti per il semplice fatto che dal momento in cui il centro apriva la mattina fino a quando l'ultimo cliente non era andato via la sera, egli si aggirava all'interno della gigantesca struttura con il suo trabiccolo a quattro ruote. Il vecchio non parlava con nessuno e nessuno parlava con il vecchio. Tutti pensavano semplicemente che il vecchio fosse stato sempre li, forse ancora prima che il centro commerciale esistesse. E questo in fondo era l'unica piccola verità di questa storia.

30 Gennaio 2019

Come si cancella il passato *

Molte delle fosse comuni del conflitto degli anni '90 nell'area di Prijedor, in Bosnia Erzegovina, si trovano all'interno di complessi minerari. Che ora vengono progressivamente privatizzati senza alcuna garanzia di tutela nei confronti di questi luoghi della memoria.

 

di Edvard Cucek

(30 gennaio 2019) Un’altra svolta triste del, fino ad oggi, impossibile processo di condivisione in Bosnia Erzegovina del passato recente e del conflitto degli anni novanta. La città di Prijedor, nella Bosnia settentrionale – sul cui territorio e nei territori limitrofi vennero rinvenute decine di fosse comuni – è nuovamente protagonista di una mossa sconcertante del governo locale.

“La Banca dello sviluppo ' degli investimenti della RS il 30 gennaio di quest'anno, notizia confermata dalla Direttrice Snjeana Vujni e trasmessa dai vari giornali del 5 novembre scorso, attraverso la borsa di Banja Luka, venderà un pacchetto di azioni della “Miniera di ferro Ljubija' di Prijedor. Vendendo il 65% del capitale statale delle miniere il Governo della RS 'vende' complessivamente anche quattro fosse comuni che saranno di proprietà del futuro proprietario di maggioranza”, ha reso noto Mirsad Duratovi, presidente dell’Associazione dei detenuti di campi di concentramento “Prijedor ‘92” in un'intervista rilasciata lo scorso 6 gennaio al quotidiano bosniaco Avaz.