di Michele Nardelli
Uno sguardo strabico peri cogliere quel che – immersi nel proprio quotidiano – diventa più difficile mettere a fuoco…
"Note bastarde, voci e frequenze che bucano i confini, ignorano i visti, i passaporti e le lingue, per andare dritti al cuore dell'uomo""
(27 giugno 2013) Nell'ambito della manifestazione ""L'Europa che non conosci. Viaggi, racconti e immagini tra il Trentino e i Balcani"", domani giovedì
Intervento di Michele Nardelli, Osservatorio sui Balcani, in occasine della Conferenza di Medlink (Roma, 12 dicembre 2007)
(12 dicembre 2007) Ho pensato di proporvi tre immagini, un contributo che mi viene da uno specifico punto di osservazione, ovvero una delle sponde – forse fra le più inquiete – del Mediterraneo. Una sponda – quella balcanica – che è presa in considerazione solo quando scorre il sangue per poi tornare nell’oblio, dimenticandoci così di un piccolo particolare: che il Novecento nasce e muore a Sarajevo. Non credo sia affatto casuale, ma – al contrario – l’esito di una dislocazione geografica che ne ha condizionato e ancora ne condiziona le vicende politiche e culturali, ovvero il rappresentare la grande faglia fra oriente ed occidente nel cuore dell’Europa.
Dal sito di Osservatorio Balcani Caucaso un dossier sul nucleare nella regione balcanica e il quadro inquietante che qui potete vedere delle centrali nucleari in Europa http://www.balcanicaucaso.org/dossier/nucleare
 
""Ritorno nei Balcani"", la seconda puntata
(Agosto 2014) Amo prendere il caffè
Sarajevo ricorda oggi il centenario dell'attentato che cambiò la storia europea, innescando la crisi diplomatica che portò all'inizio della Prima Guerra Mondiale
Questo articolo viene pubblicato oggi da Osservatorio Balcani Caucaso 
Se la Macroregione Adriatico-ionica vuole essere una strategia per il rilancio di una regione ai margini, il dialogo tra apparati politico-amministrativi non può bastare. Serve un ampio dibattito pubblico per dare stimolo all'azione politica su questioni urgenti e di comune interesse. Un approfondimento dal sito www.balcanicaucaso.org
 
(26 maggio 2014) Nonostante il vento che soffia forte nei paesi del vecchio continente, il progetto dell'Europa politica non esce sconfitto dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo di domenica. E questo grazie in particolare al voto italiano ed allo straordinario risultato del Partito Democratico.
L'astensione dal voto che avrebbe incrinato l'autorevolezza del Parlamento europeo è stata contenuta superando la soglia della partecipazione delle elezioni del 2009; nonostante l'effetto Le Pen in Francia il peso complessivo dei partiti antieuropei non è cresciuto di quanto si temeva; l'influenza della Merkel e dei partiti conservatori risulta più bilanciata rispetto a cinque anni fa.










