di Tonino Perna
(7 giugno 2016) Sapere invecchiare è
di Tonino Perna
(7 giugno 2016) Sapere invecchiare è
Presentazione del libro "Europa anno zero" di Eva Giovannini (2015, Marsilio)
Ne parliamo con l'autrice alle ore 10.30 di sabato 4 giugno. Iniziativa realizzata da territoriali#europei in collaborazione con Associazione Punto Europa
Dove sta andando l'Europa?... Per capirlo è necessario capire quali sono le forze politiche che sfruttano (e amplificano) la crisi delle istituzioni e della tenuta sociale e politica dell'ipotesi europea.
In questi anni dieci del terzo millennio stiamo assistendo a un sostanziale ritorno dei nazionalismi in Europa. Movimenti di una destra radicalmente identitaria, populista e con tendenze xenofobe sono entrati nel Parlamento europeo e nel 2015 i risultati elettorali in ben otto paesi dell’Unione hanno decretato l’avanzata incessante delle destre. Sono destre anomale, nuove, destre che non vogliono essere definite tali. Per lo più «sovraniste», non fasciste, per quanto in alcuni casi presentino frange estreme e pericolose.
“Tempi interessanti” (45)
... Lo scarto finale fra Alexander Van der Bellen e Norbert Hofer è stato di 31.026 voti, indicando una geografia politica che ha colorato di blu gran parte del territorio e di verde solo le maggiori aree urbane. Il conflitto “città/campagna“ è solo una delle chiavi di lettura (che peraltro abbiamo già tristemente conosciuto nelle fasi più acute di crisi del progetto politico europeo), cui sembra aggiungersi un’analoga geografia in base alla composizione sociale, al grado di istruzione e da ultimo anche all’espressione del voto di genere. Sarebbe interessante (e preoccupante) immaginare, secondo queste tendenze, la nuova colorazione dell’Europa...
L'associazione "territoriali#europei" promuove l'incontro "L'Europa è morta. Viva l'Europa" che si svolgerà a Trento martedì 24 maggio 2016, alle ore 20.00 presso il Social Store di Via Calepina 10.
Intervengono:
Steven Forti (storico e giornalista, ricercatore presso l'Instituto de Historia Contemporanea dell'Universidade Nova de Lisboa)
Beppe Caccia (Rosa-Luxemburg-Stiftung Berlino)
Dialogheranno con l'associazione territoriali#europei e gli ospiti in collegamento da Bruxelles, Strasburgo, Belgrado e Reggio Calabria.
Nei giorni in cui ricorre il trentesimo anniversario della morte di Altiero Spinelli sarebbe facile lasciarsi andare al retorico richiamo del pensiero di uno degli autori del Manifesto di Ventotene. Eppure è proprio dall'ipotesi - valoriale e istituzionale - che i padri fondatori descrivevano che l'Europa sembra essersi allontanata. Non è però una crisi che inizia oggi. Non è una crisi passeggera, e neppure solo economica, ma di sistema, profonda e diffusa. Come tale va interpretata e affrontata.
Abdel Fattah Mourou, vicepresidente del Parlamento tunisino dialogherà con il sociologo Adel Jabbar, con l’on. Lorenzo Dellai e con Massimiliano Pilati. L'appuntamento è lunedì 16 maggio, alle 17.00 a Palazzo Trentini (Sala Aurora).
Pochi anni fa Egitto, Libia, Syria e Tunisia sono stati attraversati dalla voglia di libertà dei loro popoli. Abbiamo sostenuto e sperato in queste primavere arabe ma abbiamo anche assistito con sgomento al loro declino violento fino all’attuale orrore quotidiano che si vive soprattutto in Syria.
La Tunisia, nonostante le mille difficoltà e i pericoli del terrorismo che la attraversano, ha avuto fortunatamente un percorso diverso. Il popolo tunisino ha cercato di prendere nelle proprie mani l’esercizio della democrazia.
Il referendum per fermare le trivellazioni alla scadenza delle concessioni non ha raggiunto il quorum necessario del 50% più uno degli aventi diritto, fermandosi a quota 31,2%. E' prevalso l'appello all'astensionismo, nobilitando la diserzione dalle urne e la crescente disaffezione verso la partecipazione. Che il governo Renzi si faccia forte di questo risultato, manifestando disprezzo verso milioni di persone che hanno espresso con il voto la loro opinione e il loro senso civico non fa che approfondire la distanza (certamente la mia) da questa politica.
Per un quadro dettagliato sull'esito del referendum www.repubblica.it/static/speciale/2016/referendum/trivellazioni
 
Genocidio, persecuzione, sterminio: Radovan Karadžić è stato riconosciuto colpevole e condannato a 40 anni. La sentenza, però, delude parte delle vittime e, forse, arriva davvero troppo tardi per favorire la riconciliazione
di Andrea Oskari Rossini*
Alla fine, il verdetto ha deluso sia le vittime che la difesa. Vasvija Kadić, dell'associazione Madri di Srebrenica, ha definito “vergognosa” e “offensiva” la condanna di Radovan Karadžić a 40 anni, e non all'ergastolo. Il presidente dell'associazione dei veterani della Republika Srpska, Milomir Savičić, ha invece definito “ingiusto” il verdetto, mentre gli avvocati della difesa annunciavano il ricorso. Sono passati troppi anni, venti, dalla fine della guerra, e in questi anni le diverse narrazioni sugli anni '90 non hanno fatto che allontanarsi, in un paese in cui tutto, a partire dal sistema dell'educazione, è diviso. Era dunque prevedibile che ognuno si sarebbe sentito rafforzato nelle proprie opinioni dalle parole del giudice O-Gon Kwon, qualunque esse fossero state.
Uno sguardo attento e curioso verso l’area balcanica che nasce molto tempo fa. Da quando andavo in vacanza nella vecchia Jugoslavia ma anche per quel che essa rappresentava nel contesto regionale, ovvero un paese che aveva scelto una propria strada originale, nella resistenza al nazifascismo prima e, successivamente, nella rivendicazione della propria autonomia dall’Unione Sovietica.
Bruno Zorzi intervista Mamadou Sow (da L'Adige del 16 maggio 2009)
Partiamo da qui: ad un certo punto il telefono di Mamadou Sow, 42 anni, senegalese, commerciante, in Italia da anni, già «ospite» delle galere di Gheddafi prima di approdare in Italia, suona. Lui risponde in un lingua stranissima e dopo un minuto mette giù.
«Questo era mio fratello. Mi chiama dal mio villaggio natale che si trova quasi in mezzo alla savana. Telefonini e televisioni in Africa le trovi ovunque, ormai anche in mezzo alla foresta, e il guaio è questo: la gente ha il mito dell'occidente.
Un intellettuale che guardando al Mediterraneo ha sempre cercato di superare le divisioni e i conflitti mutandoli in ragioni di convivenza, arricchimento, scambio. Pubblichiamo la lettera diffusa dal comitato che sostiene la candidatura al Nobel di Predrag Matvejević. Un appello che vede anche la mia adesione.
(marzo 2016) La seguente lettera è
“Tempi interessanti” (35)
(31 gennaio 2016) Ho apprezzato che il premier Renzi si sia recato, al ritorno dall’incontro con Angela Merkel, sull’isola di Ventotene per rendere omaggio agli estensori del Manifesto “Per un’Europa libera e unita“, il manifesto dei federalisti europei scritto nell’esilio del 1941 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni.
Gli atti simbolici hanno certamente un forte valore evocativo e Matteo Renzi lo sa. Nel 2011, in occasione del 70° anniversario della stesura del “Manifesto“, come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, proposi al Consiglio Provinciale di recarsi in delegazione proprio a Ventotene per ricordare le radici culturali del progetto europeo. La risposta fu imbarazzante...