23 Ottobre 2018

Operazione Fosbury *

di Federico Zappini

Considerazioni sul voto di domenica scorsa in Trentino riprese da https://pontidivista.wordpress.com/

1 – Niente panico! Il sole è sorto anche questa mattina e – a meno di clamorosi imprevisti, nonostante la giornata insolitamente calda per la fine di ottobre – sorgerà anche domani. La storia non finisce.

2 – Magari fosse un “cigno nero”. Ci permetterebbe di sembrare onestamente sorpresi. Davvero le premesse – e non solo nei mesi successivi al 4 marzo – non erano state colte? Qualcuno immaginava un finale diverso? Solo le proporzioni sono forse più ampie del previsto, ma la caduta era difficilmente evitabile, date le condizioni.

3 – Mi chiedo da chi sia composto quel 15% che ha votato alle Politiche ma non si è preso la stessa briga per le elezioni di massima prossimità per il territorio che abita tutti i giorni. Ho un sospetto sul M5S (quanto possono durare ancora dentro l’ambiguità che li caratterizza?) e sui delusi più marginali (quelli veri, quelli che non incrociamo proprio, mai…).

19 Ottobre 2018

Un altro mondo è possibile? Un altro mondo è necessario…

di Federico Zappini *

Si può pensare seriamente di disinteressarsi di una tornata elettorale che riguarda il territorio che si abita, decidendo di osservarla con totale distacco? E’ possibile sorvolare sulle differenze fra le proposte politiche in campo accettando di rimanere alla superficie del dibattito pubblico? La risposta a entrambe le domande è ovviamente no, a meno che non si voglia tentare – inutilmente – di contraddire l’adagio che recita: “se non ti occupi della politica sarà lei ad occuparsi di te”. Non esiste però un unico modo di avvicinarsi al voto (o al non voto, anch’esso un diritto) e fondamentale è proprio il “come” si può – o si sarebbe potuto, o dovuto – approcciare le elezioni provinciali ormai imminenti.

Annunciate come storiche (da qualcuno per la discontinuità che dovrebbero generare, da altri per i danni che potrebbero arrecare al Trentino) appaiono invece deboli proprio nella capacità di determinare innovazione. Da un lato perché tendono a riproporre il ricorrente – e non del tutto onesto intellettualmente, perché totalmente semplificatorio – scontro tra non populisti e populisti, tra europeisti e antieuropeisti, tra buoni e cattivi. Dall’altro perché il grande assente, pur se richiamato in molti modi, è proprio il futuro. É paradossale che la stessa malattia, la retrotopia – un’utopia dallo sguardo bloccato rivolto al passato – , colpisca i due principali fronti che si sfidano, accomunandoli nell’incapacità di uno sguardo visionario e prospettico, progettuale e non emergenziale.

17 Ottobre 2018

Un tempo è finito. Riduzione del danno e nuovi scenari

“La maledizione di vivere tempi interessanti‘ (86)

Domenica prossima 21 ottobre si vota per il rinnovo del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento e del Consiglio della Regione del Trentino Alto Adige / Süd Tirol. Sarà un passaggio molto delicato per questa nostra terra perché, stando alle previsioni, il Trentino potrebbe finire nelle mani dei partiti della paura e dell'egoismo sociale.

Spero che ciò non accada, ma non mi strapperò le vesti. Perché dobbiamo dirci lealmente e severamente che se l'anomalia trentina – il fatto che per venticinque anni questa terra sia stata l'unica regione dell'arco alpino a non divenire preda del berlusconismo e del leghismo – finirà in questo modo, sarà in primo luogo una nostra responsabilità.

16 Ottobre 2018

Derive.

“Tempi interessanti” (85)

Quel che accade nel dibattito politico italiano potrebbe apparire sconcertante e per certi versi lo è. Penso altresì sia pienamente descrittivo del cortocircuito in cui sono finiti i corpi intermedi e con essi le istituzioni e la società nel non saper far corrispondere alla fine di un'epoca un nuovo sguardo e nuove strade. La sensazione di insicurezza, poi, fatta di fantasmi ma anche di dati reali riconducibili all'insostenibilità globale del modello di sviluppo imperante, fa sì che il disorientamento diventi rancore e paura. Che si traducono in aperta ostilità e violenza verso ciò che viene percepito come insidia al proprio status. Le cronache di questi giorni ci raccontano di questa deriva, oltremodo legittimata da chi ogni giorno soffia sul fuoco, ora anche da posizioni di potere.

8 Agosto 2018

Lo storytelling del rancore prodotto dalla crisi politica

 

di Aldo Bonomi *

(4 agosto 2018) Il salto d’epoca, il salto di paradigma, l’epoca dei flussi, muta profondamente le culture, le società e le economie dei luoghi e scompagina la composizione sociale. Lasciando sul territorio tanti che subiscono il cambiamento in un’anomia che altro non è che l’incapacità di tradurre la modernità in valori socialmente condivisi per ri-costruire comunità.

Nella composizione sociale prende corpo una moltitudine che altro non è che la dimensione di massa senza più il sistema ordinatorio delle classi, nella crisi del welfare senza ascensore sociale o conflitto per cambiare, nell’epoca dell’individualismo compiuto e dell’egologia dove «uno vale uno».

Un sociologo ben più autorevole di me l’ha definita la «società liquida». Direi oggi liquidità al mercurio, simbolo chimico del rancore sfuggente e molecolare, visti i tempi che attraversiamo. A questa dimensione pre-politica occorre guardare per capire la crisi della politica, delle rappresentanze e della forma partito nate nel secolo breve. Forme sostituite nell’agone del consenso più che dalla visione della società che viene, dall’Adattivismo. Ci si adatta acriticamente al rancore spalmandosi come benzina propedeutica del consenso, troppo spesso, a proposito di Salvini, con il cerino in mano per mobilitarlo contro l’altro da sé o agendo sulle paure di diventare ultimi, senza porre la questione del come risalire nella scala delle disuguaglianze.

24 Giugno 2018

Salvini e il voto trentino

Riprendo l'editoriale di oggi del Corriere del Trentino a firma Simone Casalini sul voto d'autunno.

di Simone Casalini

(24 giugno 2018) C’è poco da discutere, è il tempo di Salvini. La sua febbre da consenso sta salendo vorticosamente, tracimando nell’elettorato di centrodestra e in quello degli altri partiti con il Movimento 5 stelle a rischio dissanguamento. Persino qualche astenuto cronico si è lasciato ammaliare, nelle intenzioni di voto, dal leader della Lega che ha trasformato un partito regionale in movimento nazionale. Salvini è come un virus senza contrasto in una fase storica che, però, ama divorare le sue guide così come Crono mangiava i figli per timore della loro mostruosità. La parabola di Matteo Rensi (dal 40% delle Europee al 18,7% delle politiche) è durata quattro anni, le sue boutade non sembrano interessare più nessuno.

13 Giugno 2018

Dio, Patria, Famiglia? Un oltre, senza patrocinio…

“Tempi interessanti” (82)

Non so se fossero diecimila le persone che hanno partecipato al Dolomiti Pride, ma erano davvero tante, gioiose, colorate... giovanissime ma anche con i capelli bianchi. Una società in trasformazione oltre gli stereotipi di un tempo che non c'è più... Certamente con una idea di famiglia che ha ben poco a che vedere con la patria delle bandiere tricolori che ancora segnano le strade di Trento. O con quella di un dio oppressivo ad immagine e somiglianza di religioni ostili al cambiamento nel modo di vivere delle persone.

Che cos'è la patria nel tempo dell'interdipendenza e della globalizzazione? Che cosa sono le religioni che impugnano i loro simboli come armi di divisione, che non s'interrogano sulla sostenibilità del pianeta e sul dio denaro? E che cos'è la famiglia che fa finta di non vedere la violenza quotidiana e il femminicidio che in essa si consuma? ...

9 Giugno 2018

Rivolta carsica e popolare

di Simone Casalini *

Ci sono differenti fattori di lacerazione che si sono allineati negli ultimi anni, capovolgendo il sistema cooperativo. Una rivoluzione carsica, nello stile trentino, dove l’insofferenza si propaga senza acuti, destrutturando però il modello di potere e di consenso. Il punto di caduta di una continuità da disattendere si è materializzato ieri, all’ora di pranzo, quando Marina Mattarei – la Giovanna d’Arco (senza rogo) del movimento cooperativo che da qualche anno ne enfatizza la crisi valoriale – è stata eletta presidente rovesciando un presagio che nel ballottaggio l’avrebbe voluta perdente contro l’asse Odorizzi-Villotti.

L’affermazione di Mattarei ha un significato simbolico potente – prima donna al vertice di una federazione orientata al maschile – e un effetto politico dirompente sugli equilibri del più importante colosso economico del Trentino. Può apparire azzardato, ma per certi versi l’elezione di via Segantini completa l’esito elettorale del 4 marzo che ha segnato una cesura storico-politica con l’archiviazione di una stagione dell’Autonomia.

 

29 Maggio 2018

Viaggio nella solitudine della politica: quel che stiamo raccogliendo

Un primissimo bilancio del nostro «Viaggio nella solitudine della politica»

di Michele Nardelli

(settembre 2017) Il “Viaggio nella solitudine della politica” dopo una breve pausa agostana si avvia alla sua quarta tappa lungo l'itinerario che percorre il “limes” del nordest italiano, fra Venezia e Goli Otok, l'isola nuda tristemente celebre per aver ospitato il gulag del regime titino nel secondo dopoguerra.

Nel riprendere ora questo cammino alla ricerca di nuovi paradigmi per leggere il presente ed immaginare il futuro, vorrei provare a condividere con voi un primo bilancio, dal “prologo trentino” agli itinerari che hanno attraversato la “Regione Dolomiti”, le Terre Alte dell'Arco Alpino occidentale, Roma e le sue città.

23 Maggio 2018

Il paese è altrove, finiamola con le geremiadi

Sono andati in pezzi i modi in cui si sono formate tutte le nostre categorie politiche, le identità, dalla destra alla sinistra. Una riflessione dell'amico Marco Revelli (pubblicata oggi da "il manifesto") con la quale spero nei prossimi giorni di poter interloquire.

di Marco Revelli

(23 maggio 2018) Da oggi, come si suol dire, «le chiacchiere stanno a zero». Nel senso che le nostre parole (da sole) non ci basteranno più. D’ora in poi dovremo metterci in gioco più direttamente, più “di persona”: imparare a fare le guide alpine al Monginevro, i passeur sui sentieri di Biamonti nell’entroterra di Ventimiglia, ad accogliere e rifocillare persone in fuga da paura e fame, a presidiare campi rom minacciati dalle ruspe. Perché saranno loro, soprattutto loro – non gli ultimi, quelli che stanno sotto gli ultimi – le prime e vere vittime di questo governo che (forse) nasce.

Dovremmo anche piantarla con le geremiadi su quanto siano sporchi brutti e cattivi i nuovi padroni che battono a palazzo. Quanto “di destra”. O “sovranisti”. Forse fascisti. O all’opposto “neo-liberisti”. Troppo anti-europeisti. O viceversa troppo poco, o solo fintamente. Intanto perché nessuno di noi (noi delle vecchie sinistre), è legittimato a lanciare fatwe, nel senso che nessuno è innocente rispetto a questo esito che viene alla fine di una lunga catena di errori, incapacità di capire, pigrizie, furbizie, abbandoni che l’hanno preparato. E poi perché parleremmo solo a noi stessi (e forse non ci convinceremmo nemmeno tanto). Il resto del Paese guarda e vede in altro modo. Sta già altrove rispetto a noi.

1 Maggio 2018

Primo maggio. Le parole oltre la musica

“Tempi interessanti” (80)

Primo maggio 1968. Primo maggio 2018. Mezzo secolo, nel quale sono scorse le nostre vite, fra aspettative che ti toglievano il fiato, trasformazioni importanti delle quali ci siamo sentiti protagonisti, ma anche disincanto e sconfitte.

Con il coraggio delle proprie idee che ti portavano a navigare controcorrente, la fatica forse ancora maggiore di abitare spazi più ampi nei quali cercare di dare cittadinanza ad un pensiero laterale quando la politica diventava strumento per l'affermazione personale, il senso di solitudine quando ci si è resi conto che quel modo di intendere la politica faceva breccia anche fra chi non aveva nulla o quasi da difendere. Perché la povertà non è santa.

3 Aprile 2018

Inaudito disordine

“Tempi interessanti” (64)

“C'è un quadro di Klee che s'intitola 'Angelus Novus'. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi...‘ Non ho mai sentito così vicine le parole dell'Angelus Novus di Walter Benjamin, come se lo scritto filosofico di questo grande pensatore del Novecento – morto suicida nella notte fra il 25 e 26 settembre 1941 a Port Bou mentre cercava di scappare dalla Francia occupata dai nazisti e dalla polizia franchista che voleva riconsegnarlo alle autorità francesi – mantenesse più che mai attuale il suo valore...