14 Agosto 2012

Società dell’informazione e democrazia

di Ugo Morelli

(14 agosto 2012) Le "norme per la promozione della società dell'informazione" proposte da Michele Nardelli e approvate dalla Provincia Autonoma di Trento creano le condizioni di un cambiamento che merita molta attenzione. La cibernetica, si sa, è la scienza del controllo e dell'ordine. L'informazione e la conoscenza sono la linfa vitale dell'economia, del funzionamento della società e del supporto a ogni decisione, oggi. Abbiamo non poche difficoltà a rendercene conto perché siamo immersi nella società dell'immateriale ma ancora densamente presi da una mentalità rivolta al materiale.

Oltre le considerazioni e i commenti di ordine tecnico ed economico sulla rilevanza decisiva della scelta normativa, può essere utile chiedersi quale sia una delle questioni cruciali per la riuscita e l'efficacia dell'applicazione della legge.

13 Agosto 2012

Deliri

Le Olimpiadi sono una grande manifestazione di sport, cultura e di incontro fra le genti. Difficile non esserne coinvolti. Poi accade che un giovane acqua e sapone, figlio di una terra che fa del rapporto con la natura uno dei suoi messaggi promozionali, campione olimpionico a Pechino e lui stesso sponsor della salubrità dei prodotti del Sud Tirolo, venga pizzicato con il sangue pieno di Epo e casca il palco.

Come non provare tenerezza per questo giovane che nel vuotare il sacco si libera dal proprio incubo? Subito l'opinione pubblica si divide fra il partito dello scandalo, accozzaglia di ipocriti di fronte ad un mondo sportivo dove sono gli sponsor a dettar legge, e quello di chi cerca di comprendere il dramma umano di un ragazzo che ha sbagliato. Se dovessi scegliere non avrei dubbi, ma non è questo il problema.

Perché il problema sta a monte. Alex Schwazer ha dichiarato che non ne poteva più della marcia, degli allenamenti e di quel mondo che viveva come un incubo. E che desiderava una vita normale. Non vorrei sembrare offensivo ma la mia impressione è che la tossicità non c'entri più di tanto con l'eritropoietina ma piuttosto con quell'idea di sport che non ti dà tregua e ti disumanizza, dove non puoi arrivare dietro a qualcun altro per cui devi vincere per forza, dove se arrivi al quarto posto olimpico (cioè del mondo) hai fatto un "buco nell'acqua", come hanno scritto le iene dei giornali a proposito del risultato di Tania Cagnotto e di Francesca Dallapè.

A dirla tutta, non c'è peggiore tossicità dell'adrenalina, quella per cui non puoi fare a meno di correre (in tutte le possibili accezioni) e che poi non è tanto diversa dal delirio di onnipotenza del potere. Per uscire da questo incubo dovremmo imparare a vivere una vita buona, capace di contemplare la bellezza, e per questo di indignarci quando qualcuno vorrebbe farne motivo di interesse personale.

31 Luglio 2012

Crisi? Cambiare i nostri paradigmi…

(30 luglio 2012) Si continua a parlare di crisi. Anche oggi in Consiglio Provinciale, quand'anche a vanvera... Così posto su Facebook qualche veloce considerazione su una crisi che dovremmo considerare normalità e che richiede un cambio di pensiero. Ne esce un dibattito tutt'altro che banale.

di Michele Nardelli

Più passa il tempo e più mi convinco che il concetto di crisi sia fuorviante per descrivere il presente. Dovremmo capire che quella con cui abbiamo a che fare non è affatto una contingenza bensì la normalità che pure fatichiamo ad accettare. Non ci sarà nessuna ripresa, nessun treno al quale agganciarsi,... nessuna competitività (a parità di prodotto) da conquistare... perché la crisi di cui si parla ha come cornice la globalizzazione dei mercati e una finanziarizzazione che devasta l'economia produttiva. Che pure avviene seguendo contesti di omologazione e di deregolazione.

E allora? Allora non andiamo da nessuna parte ad inseguire una dinamica impazzita. Occorre piuttosto uno scarto di pensiero.

25 Luglio 2012

Più soli. Ciao Alberto, cittadino del mondo.

(25 luglio 2012) Oggi ci siamo svegliati tutti un po' più soli. Non perché questo mondo va alla deriva, la Terra ha molte risorse e troverà anche questa volta il modo per uscirne, cambiando. Ma perché un uomo come Alberto Tridente da ieri sera non è più con noi.

Se il concetto di "cittadino del mondo" esprime un modo di essere che sentiamo nostro, nel caso di Alberto si può dire che lui era proprio così, un cittadino del mondo. Alberto ha vissuto in sintonia con i cambiamenti, con le pagine più belle, con la lotta per il riscatto degli ultimi, ma anche con le sconfitte e le tragedie, che hanno attraversato il Novecento, con lo sguardo attento di chi sa guardare alle cose della vita con dolcezza, curiosità e tenacia.

Perché Alberto amava la vita, perché era un costruttore instancabile di relazioni, perché ci ha insegnato a leggere il mondo e a comprenderne la bellezza. Insieme abbiamo attraversato, come mi scrivevi nella dedica sul tuo ultimo libro, tanta parte del Novecento. In questo lungo cammino, caro Alberto, sei stato davvero un maestro per tutti noi.

13 Luglio 2012

Partecipazione e democrazia

di Ugo Morelli

(Editoriale apparso sul Corriere del Trentino il 13 luglio 2012)

La distanza tra cittadi­ni e potere e la crisi , dei processi parteci­pativi sono tra i feno­meni più problematici del nostro tempo. Confrontar­si su questi temi, che inte­ressano anche i livelli loca­li, risulta ai più persino no­ioso. É però uno degli atti più necessari, essendo ve­ro tra l'altro che gli intellet­tuali esprimono, nella mag­gior parte dei casi, un silen­zio assordante 0 formulet­te appaganti quanto sopori­fere come la liquidità 0 la celebrazione dell'incertez­za.

Circa quarant'anni fa, grazie alla passione educativa di due grandi maestri, Achille Ardigò e Augusto Palmonari, ho potuto stu­diare due libri: La crisi della razionalità nel capitali­smo maturo, di Jurgen Habermas, e Pragmatica della comunicazione umana, di Paul Watzlawick e colleghi. Il confronto serrato in que­gli anni di studio, quindi, era proprio sulla crisi dei processi decisionali e parte­cipativi da un lato, e sui vin­coli nonché le possibilità della comunicazione uma­na, dall'altro. Si coglieva con evidenza fin da allora l'insieme dei problemi che il direttore di questo gior­nale e Michele Nardelli han­no posto nei giorni scorsi.

10 Luglio 2012

Saper ascoltare. E avere qualcosa da dire.

(10 luglio 2012) Domenica scorsa 8 luglio, con un suo editoriale, il direttore del Corriere del Trentino Enrico Franco si interrogava sulla necessità di riconnettere istituzioni, politica e società civile. Un tema di grande rilievo sul quale ho scritto questo commento oggi pubblicato sul medesimo quotidiano.

di Michele Nardelli 

L'editoriale di domenica pone il tema del dialogo fra i cittadini, la politica e le istituzioni, in un tempo nel quale sembrano piuttosto prevalere gli anatemi. La politica vive di dialogo, scrive Enrico Franco, e mi trovo d'accordo.

Per il dialogo servono anzitutto due cose. La prima è saper ascoltare. La seconda è aver qualcosa da dire. Per la verità ci sono anche altri aspetti, come ad esempio la disponibilità a mettersi in gioco e a cambiare, oppure la consapevolezza che nella vita di ognuno di noi ci sono stagioni diverse che dovrebbero predisporci alla bellezza del passare la mano, concetto piuttosto diverso da quel "rottamare" che considero l'odioso prodotto di un tempo usa e getta. Ma il discorso si farebbe troppo lungo.

17 Giugno 2012

Il nostro debito verso la Grecia

di Michele Nardelli

(17 giugno 2012) Che cosa accade se in Grecia vince Syriza? Non conosco abbastanza bene questo partito-coalizione (se non per la sua storia legata al Forum sociale europeo) per poter esprimere un'opinione ponderata. Ma in cuor mio spero che ce la faccia.

Devo dire che non mi è piaciuto affatto il terrorismo psicologico che si è fatto in nome della stabilità e del mantenimento degli accordi con la BCE e con l'Unione Europea. E al tempo stesso spero maturi in quell'ambito politico un pensiero che vada oltre la difesa degli interessi delle categorie sociali che si sentono minacciate dai tagli imposti dai
burocrati del pensiero unico.

L'idea che i patti lacrime e sangue imposti alla Grecia possano essere rinegoziati, non mi pare affatto fuori dal mondo. Vorrei pensare alla Grecia come ad un laboratorio politico, economico e sociale che prova a seguire un'altra strada, fatta certo di rigore e di austerità, ma anche di fantasia e di piena valorizzazione di ciò che quel paese rappresenta sotto il profilo storico, culturale, ambientale, turistico... ovvero economico,
considerato che tutto ciò può rappresentare un elemento di grande unicità e dunque condizione per una propria forte identità economica.

E il debito? Direi che si potrebbe rovesciare lo sguardo. Tutta l'Europa deve molto alla Grecia. Si tratta della culla della civiltà occidentale verso la quale abbiamo un debito immenso. E' irragionevole che l'Europa se ne faccia carico - in una condizione straordinaria come quella attuale - per azzerare/colmare/rinegoziare il debito? Perché verso questa parte d'Europa che, non dimentichiamolo, ha subito più di altre gli effetti del Novecento (per responsabilità della Germania, dell'Italia e da ultimo degli Stati Uniti) non si possa mettere in campo un piano eccezionale dove sia la politica, e non i banchieri, a dettare le regole? Perché non dare una chance alla Grecia nell'attivare un progetto fondato sulla ricchezza di quel paese e sulla motivazione delle sue risorse umane?

La Grecia è un paese di poco più di 11 milioni di abitanti, poco più del 2% della popolazione dell'Unione Europea. E' mai possibile che il pensiero della Commissione o dei capi di stato e di governo dei 27 sia così arido da non immaginare che per un paese come la Grecia non si possa mettere in atto un piano di aiuti che non rappresenti una spada di Damocle sulla sua popolazione? Il debito pubblico della Grecia ammontava nel 2010 a 329 miliardi di euro. Non è una sciocchezza, certo, ma nemmeno una cosa insormontabile se pensiamo che il debito dei paesi della zona euro era nello stesso anno di 7.822 miliardi.

O qualcuno ha paura che questo possa aprire gli occhi ad una opinione pubblica (e ad una politica) talmente subalterna al pensiero unico della finanza globale da nemmeno immaginare una strada di azzeramento dell'immenso casinò nel quale siamo tutti finiti?

Mentre scrivo questi appunti, gli elettori greci decidono del loro destino, ma in un contesto europeo e in un tempo interdipendente il loro voto ci riguarda. Per questo mi auguro che Syriza vinca le elezioni e che si apra in quel paese (e in Europa) una stagione davvero nuova perché capace di fantasia e di responsabilità.

4 Giugno 2012

Lo spirito del tempo

(4 giugno 2012) Nella rete in questi giorni girano centinaia di messaggi. In una quantità preoccupante di espressioni violente e volgari, ogni tanto si trova anche qualche pensiero. In questo caso una riflessione di Giorgio Rigotti sullo spirito del tempo che mi sembra utile riprendere.  

Le sensazioni/sollecitazioni del Festival dell'economia si intrecciano con l'inquietudine del malsano attacco al Forum per la pace, e con la vita.
Lo spirito del tempo è confuso. Mille ipotesi di malattia e per ognuna mille ipotesi di cura risolutiva. Ma non come turbinio di intelligenze che si confrontano, come parzialità che non si interconnettono. Soggettività senza sintesi, ma neanche prospettiva e senso comune. Le opinioni volteggiano in cielo in cerca di sponsor appetibili. L'unica cosa certa: non disturbare i medici.

1 Giugno 2012

Perché accanirsi contro il Forum?

di Michele Nardelli

(1 giugno 2012) Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Se ne sta parlando con titoli di rilievo che mai aveva ricevuto fino ad oggi, nonostante un agire che prosegue ininterrottamente dal 1991 quando il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento decise con una votazione pressoché unanime (e il solo voto contrario del MSI) che la pace era troppo importante per limitarsi ad esibirla nelle ricorrenze o semplicemente gridata nelle piazze quando ormai si era perduta. Che dunque occorreva dotarsi di uno strumento permanente di studio, elaborazione e condivisione della cultura pace e dei diritti umani. Così, grazie alla Legge Provinciale n.11/91 "Promozione e diffusione della cultura della pace", nacque il Forum.

Fu quello un anno cruciale che cambiò il mondo. Trasformazioni che richiedevano anche a chi era impegnato sul terreno della pace di interrogarsi sulla natura delle "nuove guerre" per accaparrarsi il petrolio e per trasformare la fine dei regimi comunisti in un'occasione per insediare vecchie nomenclature e nuovi criminali. Occorrevano sguardi diversi, capaci di leggere queste trasformazioni e di non consegnare la pace a quelle cancellerie che conoscevano solo il linguaggio delle armi. Insomma, un nuovo pensiero e nell'arco di qualche mese in questa terra presero corpo il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e l'Unip, l'Università internazionale delle istituzioni e dei popoli per la Pace.

Realtà che hanno contribuito a fare diversa questa terra. Diventata non a caso un punto di riferimento della diplomazia parallela e della cooperazione di comunità.

30 Maggio 2012

Polvere

(29 maggio 2012) Oggi il quotidiano L'Adige pubblica un articolo (che riportiamo in allegato) aspramente polemico con la scelta del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani di aver scelto di avvalersi di una collaborazione (con un contratto co.co.co. di 28 mesi per un importo netto mensile di mille euro) e con il fatto che tale scelta abbia riguardato Federico Zappini, persona che in passato è stata protagonista del centro sociale Bruno. Un articolo che ha suscitato polemiche (le interrogazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere) e al quale hanno replicato in molti, dal presidente del Consiglio Dorigatti a esponenti del Forum che in questi mesi hanno apprezzato il lavoro di Federico. Quella che segue è la lettera che ho inviato come Presidente del Forum al direttore de L'Adige.

Al direttore del quotidiano "L'Adige" Pierangelo Giovanetti

Polvere. Se dovessi indicare con una parola questo nostro tempo, sarebbe proprio "polvere". Meno grave di quella sollevata dalle case che crollano, per fortuna. Ma altrettanto capace di annebbiare lo sguardo, di rendere tutto confuso ed indistinto, di impedire la messa a fuoco degli avvenimenti. Ancora più sottile ed insidiosa del fango, di cui peraltro è parente stretta.

La polvere è un ingrediente dell'antipolitica. Quest'ultima non è solo qualunquismo. E' qualcosa di più dello sparare nel mucchio "perché tanto qualcosa rimane", del dire che "tutti sono uguali" e che "la politica è cosa sporca".

22 Maggio 2012

Voto amministrativo: c’è di che riflettere…

(22 maggio 2012) Il voto per le elezioni amministrative ha dato il suo responso definitivo. Dopo i ballottaggi, su 26 città capoluogo 14 vanno al centrosinistra (fra cui Genova), 1 (Palermo) a IDV-SEL, 1 (Belluno) alle liste civiche, 1 (Parma) al Movimento Cinquestelle, 2 al centro, 1 (Verona) alla Lega, 6 al centrodestra. In otto città capoluogo il centrosinistra strappa l'amministrazione al centrodestra. La Lega Nord perde tutti e sette i ballottaggi in cui era impegnata.

Un risultato che indica una controtendenza rispetto al passato. Ma se il centrodestra non sta affatto bene, il centrosinistra non deve cantare vittoria. In primo luogo per il forte aumento dell'astensionismo dei cittadini, segnale che deve preoccupare. Se andiamo a vedere i numeri assoluti, tutti gli schieramenti hanno di che riflettere. In secondo luogo perché l'affermazione del partito di Beppe Grillo, con risultati a due cifre in molte città, è indice di un diffuso malessere e di una critica verso la politica che pure non è priva di giustificazioni.