“Tempi interessanti” (25)
(6 settembre 2015) In questi giorni mi veniva da associare le immagini della stazione di Budapest affollata da migliaia di migranti a quelle del 1989, quando sempre in Ungheria (era il 19 agosto) per la prima volta vennero sfondate le frontiere della cortina di ferro. Fu, allora, l’inizio di una rivoluzione che cambiò il mondo. Neanche tre mesi dopo cadde il muro di Berlino, altri più o meno visibili si innalzarono. Di lì a poco cambiarono le geografie, scomparvero tre paesi (Jugoslavia, Cecoslovacchia, Unione Sovietica) e ne apparvero diciotto di nuovi (a guardar bene 21). La bandiera rossa sul Cremlino venne ammainata e finì una storia. L’astronauta sovietico Sergej Krikalev partito qualche mese prima con la nave spaziale Mir diventò l’ultimo cittadino di un paese che nel frattempo non esisteva più. La Jugoslavia, per decenni a capo (con l’India, l’Egitto e l’Indonesia) del movimento dei paesi non allineati, si sgretolò dilaniata da una guerra che per dieci anni insanguinò il cuore dell’Europa fra l’indifferenza dei più...