Il premier Matteo Renzi sostiene che il calo della partecipazione in occasione delle elezioni di domenica scorsa – che ha visto in Emilia Romagna poco più di un elettore su tre recarsi ai seggi – rappresenti “un dato secondario“.
Per chi ha un briciolo di cultura istituzionale c’è da rimanere senza parole. Per due buoni motivi.
Il primo è che mai si può considerare più importante l’esito del voto per un partito rispetto all’esercizio della democrazia da parte dei cittadini. Il secondo è che in questo modo si esprime quella cultura plebiscitaria che non richiede partecipazione, corpi intermedi, assunzione di responsabilità, né tanto meno territori consapevoli capaci di autogoverno.