2 Agosto 2009

Non rimaniamo ancorati al passato

Breve commento al documento diffuso da R. Pinter in merito al regolamento per l’elezione del segretario provinciale.

Cari democratici,

ho ricevuto con piacere il pezzo di Roberto Pinter, che esprime in modo compiuto e sintetico quanto Roberto aveva espresso nell’assemblea provinciale di mercoledì 24 luglio, trovo che tale invio scritto, permetta a tutti i non presenti in quella riunione di farsi un idea del dibattito in corso nel ns. partito in merito alla disciplina congressuale.

Condivido, e lo abbiamo condiviso tutti in assemblea, il principio, serio e coerente, che le liste collegate siano presentate dopo l’esposizione del programma dei candidati segretario alla convention. In questo modo si consente la valutazione delle linee dei candidati da parte dei potenziali aspiranti all’Assemblea provinciale.

Non condivido però i dubbi che Roberto ha sul ruolo dei tesserati, pur ammettendo che i tempi sono ristretti. Se vogliamo guardare avanti, dimenticandoci le prassi con cui i partiti nominavano i loro segretari e la loro classe dirigente fino a solo qualche anno fa, non possiamo non affidare il voto ai semplici elettori. Se il ns. partito vuole continuare a definirsi "Democratico" non possiamo legittimare una "negazione" di democrazia in un ns. regolamento.

Parlando con la gente "veramente" comune, sul lavoro, al bar e in qualsiasi luogo dove si viene in contatto con elettori di qualsiasi forza politica (PdL compreso) non c’è nessuno che non ammetta la novità, la potenza e la trasparenza delle primarie.

Questo non vuol dire comprimere il ruolo e mortificare gli intenti dei tesserati e dei circoli. Un tesserato ha il grande privilegio e il dovere di intervenire alla convention, avere le informazioni dai giornali è fuorviante se non addirittura deprimente. Chi per passione vuole sentire il programma dalla viva voce del candidato, sa che bisogna essere tesserati. Da che mondo è mondo alle convention (o ex congressi) di partito non si entra se non si è tesserati e tale prerogativa è chiara a tutti, tesserati e non.

Chi vuole incidere personalmente con il proprio contributo nelle decisioni di partito sa bene che deve avere la tessera, l’elettore che non vuole o non po’ essere etichettato come di questo o quel partito, sa di detenere il potere dell’elettorato attivo, cosa che prima della fondazione del PD non aveva.

I ruoli e le prerogative sono chiare: il diritto all’elettorato passivo e ancor di più il diritto a sostenere un candidato segretario con la propria firma sono ruoli che, nel "gioco" della democrazia, hanno un peso enorme. L’elettore non tesserato sa di avere il potere di eleggere il proprio segretario e i propri dirigenti, il tesserato può essere eletto.

Non rimaniamo ancorati al passato, alziamo la testa con fiducia e abbracciamo con convinzione quei principi che abbiamo professato alla scrittura del nostro statuto.

Matteo Carlin

Circolo di Caldonazzo, Calceranica, Tenna e Altopiano della Vigolana

 

1 Agosto 2009

Energia, ambiente e PD

Salve,

torno con le mie sollceitazioni, in tema di energia e nucleare.

Questo passaggio dell’intervento di Dario Franceschini alla presentazione del suo programma è di particolare interesse:

No al nuclare. "Serve un Pd più coraggioso e più netto nei suoi sì e nei suoi no", premette Franceschini che poi si schiera contro il nucleare dicendo invece "sì a una radicale riconversione del nostro sistema energetico verso l’efficienza, il risparmio, le fonti rinnovabili".

Bene, molto bene.
Però ricordo che all’ assemblea di nascita del Circolo di Caldonazzo, la nostra Laura Froner aveva parlato anche del nucleare, dicendo che il partito non deve essere granitico di fronte simili scelte (testuali parole, purtroppo) e in questo modo pilatesco non aveva detto cosa ne pensasse lei stessa, esponente di primo piano del partito. Il sospetto è che tropo spesso nel PD si abbia paura di sembrare poco moderni, essendo magari capaci di esseri ambientasliti.
Però allo stesso tempo Laura Froner quella sera diceva che il PD sostiene le fonti rinnovabili...Facendo quindi tanta confusione.
Vorrei ricordare infatti che il nucleare rinnovabile non è, perchè usa l’uranio che non è un combustibile rinnovabile. Di conseguenza se si dice di essere favorevoli alle rinnovabili è automatico essere contrari al nucleare...anche se sembra così di sinistra ...:-)

Malissimo e sciocchezze in quella risposta dunque: se un partito non ha un’idea precisa e granitica sulle fonti rinnovabili e contro il nucleare nel 2009 non è un partito con un programma e una visione di paese.
E’ un gruppo di persone con molte idee ben confuse, e di fatto oggi questo è il PD, anche in Trentino.
A furia di voler sembrare aperti aperti flessibili flessibili si diventa incapaci di decidere e darsi una linea vera.

Come dice Franceschini ci serve un partito che sappia dire dei si e dei no netti, sulle cose di fondo.

L’energia è una delle cose fondamentali sulle quali si deve essere granitici, sennò ci prendiamo in giro o giochiamo alle tre carte.
Il dramma è che nel PD ci sono tanti politici che non sanno di cosa parlano e per questo fanno demagogia.

PS  A proposito, vorrei sapere come la mettiamo con quei cattivoni degli ambientalisti che da due anni dicono no al collegamtno Passo Rolle San Martino sentendosi ignorati dal partito, per poi scoprire che anche la Giunta oggi dice quello che dicevamo noi ...abbiamo perso tempo intanto...ah, se il partito conoscesse le vertenze e il territorio, quanto saprebbe governare ..:-)


un saluto notturno
Maddalena Di Tolla Deflorian
29 Luglio 2009

La carta dei valori del Partito democratico

Noi, i democratici, amiamo l‘Italia. Amiamo la ricca umanità della sua gente; il suo patrimonio ineguagliabile di storia, arte e cultura; l‘intreccio di splendide città, di magnifici ambienti naturali e paesaggi che da secoli attrae viaggiatori stranieri. Amiamo il senso profondo di ospitalità e di solidarietà degli italiani, la loro attenzione alla qualità della vita, la loro straordinaria capacità di produrre cose che piacciono al mondo. leggi in formato pdf
26 Luglio 2009

Orvieto

di Michele Nardelli


Orvieto è un antichissimo borgo etrusco e medievale di grande fascino e bellezza, per ciò che la storia ha riservato a questa città e per quello che la natura gli ha portato in dono. Anche la sua gente è aperta e gentile, il che non guasta. La sua cucina ha saputo amalgamare in forma raffinata il farro e il tartufo, il cardo e i latticini di bufala. Ha dalla sua di essere ad un tiro di schioppo dalla capitale, ma abbastanza lontana per tenersi distante dalla politica di palazzo e dai suoi cortigiani. Dovrebbero venirne buone idee, insomma. leggi in formato pdf