... In nome del consenso e della paura, il veleno che ci fa smarrire il valore dell'attraversamento. Eppure si tratta della nostra storia, anche fra queste montagne. O forse ci siamo dimenticati che a Moena, nel cuore delle Dolomiti, c'è un quartiere che si chiama Turchia? Che la parola “bait” che nel nostro dialetto vuol dire baita di montagna viene dall'arabo e vuol dire casa (Bait al Hikma, si diceva a Baghdad per indicare la “Casa della saggezza”)? Che la parola alambicco, tanto famigliare nella nostra tradizione locale di produttori di grappa, viene dall'arabo al-inbiq? ...
Nel giorno in cui la capitale di quel che rimane dell'Unione Europea viene colpita dagli attacchi terroristici sono all'Istituto Tambosi Battisti di Trento a parlare, fra Europa e Mediterraneo, di uno “scontro di civiltà” che non esiste e che pure sembra auto avverarsi.
... Negli stessi contesti cittadini, nella stessa fascia d'età, nello stesso passaggio di tempo... registro in queste tre occasioni d'incontro nelle scuole trentine modi d'essere, approcci e sensibilità anche molto diverse. Rispecchiano condizioni sociali e stimoli culturali che pure ci raccontano molto di questa nostra terra. In realtà tutti a loro modo (e a saperli prendere) attenti ed incuriositi, a testimonianza di quanto ci sia da investire nella conoscenza e nel senso critico di questi ragazzi. Una lezione di geografia, anche per me.
Fra il non più e il non ancora... Nel tardo pomeriggio di venerdì 26 febbraio ha preso il via il percorso “Fra il non più e il non ancora” proposto dall'associazione “territoriali#europei”, percorso che ci accompagnerà per tutto il 2016 attraverso la ricerca di uno sguardo lungo sulle contraddizioni del nostro tempo. Si tratta di tre itinerari (“Alle radici della paura” - “Tra passato e futuro” - “Cambi di paradigma”), nell'intento di offrire alla nostra comunità, impegnata in un un difficile passaggio del suo cammino, una diversa narrazione sul presente. Il primo appuntamento (il programma completo sarà disponibile non appena avremo definite le disponibilità dei relatori e dei luoghi) è stato dedicato alla necessità di sviscerare il concetto tragicamente moderno di “scontro di civiltà”, evocato come possibile cornice della fine dell'umanesimo...
Padova, mercoledì scorso. L'aula magna dell'Istituto Ruzza è piena di insegnanti, qualche volto maschile, per la quasi totalità donne. Non mi sorprende perché negli ambiti formativi che mi capita di seguire è quasi sempre così, come se il bisogno di apprendimento negli adulti riguardasse solo una metà del cielo. Ma tant'è. L'incontro sia svolge nell'ambito del percorso ideato dalla Fondazione Fontana attraverso la World Social Agenda. ...
... Nella sua bella casa di Oaxaca, Mary Kay segue con un certo stupore i miei ragionamenti sulla necessità di fermare un modello di sviluppo fondato sulla crescita illimitata, che è già ben oltre la sostenibilità e che ci sta portando alla guerra, quella stessa guerra di cui parla, in buona sostanza inascoltato, Papa Francesco. E di strade inedite di liberazione che la politica, ancorata ai vecchi paradigmi ed incapace di interpretare un tempo nuovo, non avverte nemmeno il bisogno di cercare. Non trovando di meglio da fare che ancorarsi alla rivoluzione francese. Un cambio di paradigma richiede una metamorfosi profonda, ci vorrà tempo e spazi di confronto. La cosa bella è di essere qui a parlarne fra persone che vivono, pensano ed operano in mondi diversi, a decine di migiaia di chilometri l'una dall'altra. Dialoghi che potranno proseguire usando al meglio ciò che le nuove tecnologie ci permettono di fare.
Visti da lontano. La nonviolenza, la "sinistra italiana", il congresso dell'upt
Diario messicano. Quarta puntata
... Qualcuno potrebbe pensare che, viste da lontano, le nostre miserie politiche possano apparire irrilevanti, ma non è affatto così. Perché in buona sostanza i nodi al pettine – pur nel carattere specifico di ogni realtà – sono sostanzialmente gli stessi qui, nei paesi europei o nei territori che conosciamo più da vicino. L'interdipendenza è questo in fondo, rende piccolo il villaggio globale e richiede visioni alte e profonde affinché l'autogoverno non diventi una strada per rivendicare privilegi e chiusure. ...
... Quando ci svegliamo di buon mattino, eccolo finalmente il grande oceano. E, di nuovo, colpisce la forza della natura. Le sue onde mettono a nudo la tua insignificanza. L'idea dell'uomo signore del mondo, malgrado il delirio che chiamiamo progresso, appare in tutta la sua arroganza e stupidità. Perfino la tua carnagione nel sole dei tropici ti fa sentire inadeguato, consigliando di accostarti con prudenza ad un luogo verso il quale noi europei abbiamo un debito non ancora elaborato, men che meno saldato. Anzi. I flussi della globalizzazione, il pensiero unico, le leggi del mercato, i suoi simboli, l'incapacità di fare i conti con la propria storia fanno il resto, esponendo queste comunità a forti processi di omologazione culturale e materiale. In fondo non molto diversi, in ogni parte del mondo...