Potremmo dire che con oggi si riprende l’attività a pieno ritmo. Mi guardo indietro e l’impressione è di non averla mai interrotta, se non per qualche giorno. Pazienza. Intanto, inesorabilmente, l’agenda si infittisce di appuntamenti, scadenze, incontri. Così alle 10.00 mi vedo con il presidente del Consiglio regionale Marco De Paoli. Lo scopo è l’iniziativa che si sta preparando per metà ottobre in Palestina dal titolo "Il tempo della responsabilità" e che porterà a Gerusalemme qualche centinaio di persone, in rappresentanza di amministrazioni locali e associazioni, per mettere in campo altrettante relazioni fra territori, rilanciando una cooperazione oltre l’emergenza. Il mio intento come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani è di far sì che nella delegazione trentina che "Pace per Gerusalemme" sta organizzando vi siano anche cinque giovani che altrimenti non avrebbero i mezzi economici per potervi partecipare, facendo con loro un patto formativo e di restituzione nell’impegno verso le scuole e le loro comunità. Come altre volte, trovo in De Paoli un interlocutore sensibile. Sensibilità che avverto anche nelle parole che ci scambiamo sul confronto politico dell’estate, il che mi dice che se questa nostra maggioranza avesse luoghi adeguati di confronto potrebbe anche svolgere un ruolo di stimolo e di confronto positivo che oggi fatica ad avere. Alle 11.15 ho appuntamento a Levico, nei pressi del lido, con Graziano Costa. Arrivo qualche minuto prima e mi accorgo che non frequento quel posto da una vita. Sarà perché c’è pochissima gente ma ho l’impressione che il contesto ambientale sia notevolmente migliorato e che venirci in qualche pomeriggio afoso non sarebbe affatto male. Con Graziano ci conosciamo dal 1978. Era la prima vera campagna elettorale provinciale a cui partecipavamo e con Graziano battemmo paesino per paesino la Bassa Valsugana e il Tesino. Memorabile, per il risultato che ottenemmo contro ogni previsione e per i legami di amicizia che si strinsero fra noi. Eravamo poco più che ventenni. Sono passati trent’anni, qualche capello bianco e un po’ di disincanto, ma lo sguardo critico e l’ironia sono quelli di sempre. E conversare con lui lungo il lago è davvero piacevole. Mi consegna le firme raccolte per la candidatura di Roberto e ritorno a Trento. In ufficio preparo gli incontri del pomeriggio. Alle 15.00 abbiamo la prima riunione del Gruppo consiliare dopo le ferie. Ci sarebbero molte cose di cui discutere, sul piano del dibattito politico come sulla programmazione delle attività, ma non sarà così. Non resta che prendere atto che il gruppo consiliare non è ancora un collettivo politico, bensì una serie di individualità ciascuna delle quali fa le sue cose come se rispondesse al proprio elettorato. E’ un vuoto disarmante, che certo non nascondo nel mio intervento, riproponendo una giornata di lavoro nella quale provare a definire un profilo politico che in questi primi nove mesi di legislatura non c’è stato. Le ragioni di questa situazione sono molteplici. I componenti del gruppo sono (compresi gli assessori) dieci persone che hanno ciascuna storie molto diverse fra loro, idee ma anche modalità di fare politica. Le dinamiche che hanno segnato l’inizio dell’attività del Gruppo sono avvenute più all’insegna del posizionamento, seguendo dinamiche di appartenenza tutt’altro che superate, piuttosto che sulla base di un programma da declinare in iniziative istituzionali e della valorizzazione delle competenze e dell’esperienza delle persone elette. Il partito di riferimento non è messo molto meglio, per un anno non si è fatto altro che discutere di regole, lasciando i contenuti appannaggio di qualche sparuto gruppo di lavoro considerato un po’ naïf. Trovandosi così, nei fatti, senza un gruppo dirigente all’altezza del mandato ricevuto dagli elettori, ovvero quello di essere il primo partito del Trentino. La proposta di darci una giornata di lavoro per rimettere in carreggiata un lavoro collettivo del gruppo viene accettata, come del resto era già avvenuto altre volte, ma temo che non sia sufficiente. Credo che forse dovremo darci altre modalità. E che se non avremo un autorevole soggetto politico di riferimento non andremo molto lontani. Alle 16.30 vado al Forum per la Pace dove ci vediamo con Erica Mondini e con lo staff. E’ il primo momento di restituzione dopo i cinque focus tematici realizzati durante l’estate. Un lavoro egregio, che non avrei immaginato saremmo riusciti a fare già nel corso dei mesi estivi e che ha prodotto un sacco di appunti e di idee. Metterle a fuoco, definire a partire da queste il programma di lavoro del Forum, sarà l’obiettivo dei prossimi incontri. Ma intanto iniziamo a selezionare modalità ed argomenti, parole chiave ed obiettivi. E’ un primo confronto, sul quale dovremmo ritornare, ma vedo nei miei interlocutori reazioni positive agli stimoli proposti. Da qui al 18 settembre, quando è convocato il Consiglio del Forum, e per fine mese, quando avremo l’assemblea del Forum, dovremo delineare l’impronta culturale e politica che pure inizia a prendere corpo. Ma sin d’ora una cosa è chiara: la cultura della pace deve rompere gli steccati del pacifismo. L’iniziativa rivolta ai Sindaci trentini per evitare l’applicazione delle "pacchetto sicurezza" e "ronde" connesse ha avuto una grande efficacia perché ha saputo fare esattamente questo, coinvolgendo il Consorzio dei Comuni trentini e la Trentini nel mondo nel respingere il tentativo di imbarbarimento delle relazioni sociali. Conclusa questa parte, ci incontriamo con il Comitato per la Pace in Medio Oriente, organismo che si è costituito sull’onda dell’emozione dell’assedio di Gaza e al quale hanno aderito numerose realtà. L’interrogativo che l’incontro si pone è come riuscire a mettere in relazione l’attività del Comitato con l’azione delle singole realtà che vi aderiscono. La scelta, che verrà proposta all’assemblea, di metà settembre, è quella di un coordinamento leggero, di stimolo e di promozione di quel che si muove, incardinato sul Forum e dotato di un website e di una mailing list per far circolare idee, proposte, iniziative e documentazione, avvalendosi degli strumenti e dei finanziamenti previsti per il Comitato dalla mozione approvata in Consiglio provinciale. Si parla infine del viaggio in Palestina di metà ottobre (oggetto del colloquio con De Paoli in […]