Giornata dura e difficile. Durante la notte (e anche quella precedente) ho avuto brividi di febbre e male di stomaco e quindi alle 8.10 sono nell’ambulatorio del mio medico di base. Sarà qualcosa di virale, mi dice. Mentre aspetto questo verdetto, do una scorsa ai messaggi e così capisco che la giornata sarà davvero tosta. Come ha detto un amico in questi giorni, è difficile difendersi dal nulla. (Medito su quel che devo fare, nel tardo pomeriggio è convocata l’Assemblea del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, e mi chiedo se riuscirò a reggere lo stress di una candidatura a presidente avversata da più parti. Nel confronto che ha accompagnato il rinnovo degli organi del Forum ho cercato di porre domande sul significato di un impegno per la pace che non fosse la banalizzazione del bene, indicando idee e progetti per segnare un salto di qualità nel modo stesso di essere del Forum e per uscire dalle ritualità che uccidono la pace. Posso capire che la reazione ad uno scossone metta in moto forme di conservazione, quel che non sopporto è la cattiveria e l’intrigo) Alle 9.30 sono in ufficio, al Gruppo consiliare. Di lì a poco mi vedo con Eugenio e Claudia per il programma di lavoro di "Viaggiare i Balcani", associazione nata da poco ma punto d’arrivo di sette anni di impegno sul tema del turismo responsabile nell’Europa di mezzo. Quando ho cominciato a porre questo tema, in molti mi guardavano storto quasi mi si accusasse di profanare la tragicità della guerra. Non capendo che la guerra non è altro da noi, la si deve conoscere ed affrontare nelle sue conseguenze se la si vuole sconfiggere. Le nuove guerre, poi, avvengono contro l’urbanità, contro la cultura e la storia. Non a caso a morire sono prevalentemente i civili, ci si accanisce contro i luoghi simbolici, le città e la loro cultura cosmopolita, i musei e le biblioteche nazionali, i segni della storia, i ponti. Essere per la pace significa attraversarli quei ponti, ridare vita culturale a quelle città, studiarne la storia, viverne la bellezza. (Penso all’emozione di tante persone accompagnate in questi anni nei viaggi del turismo responsabile nell’attraversare il ponte di Mostar o quello sulla Drina a Visegrad.) Con Claudia ed Eugenio definiamo un programma di lavoro e fissiamo l’assemblea dell’associazione per lunedì 8 giugno, alle 18.00, in occasione della quale presenteremo i programmi dei viaggi per l’estate. (consideratelo un invito) Alle 12.45 è convocata la riunione del Tavolo trentino con il Kosovo. Mi sono riproposto di mollare un po’ l’impegno nelle associazioni, semplicemente perché il concetto di limite riguarda in primo luogo ciascuno di noi. E in questo senso c’è in questa riunione un passaggio di testimone, nel senso che a rappresentare il Progetto Prijedor nell’ambito del Tavolo ora ci sarà Luca Bronzini, da anni impegnato nella cooperazione e che in questi anni ha scoperto i Balcani, contribuendo grazie alle sue competenze di ingegnere forestale a numerosi progetti ambientali e di valorizzazione del territorio. Quest’anno è il decennale della nostra presenza della comunità trentina in Kosovo e nella fattispecie nel territorio di Peja-Peć. Ricordo l’affollamento delle ong nei mesi dell’emergenza e della facile profezia che quel "circo umanitario" avrebbe nel giro di un paio d’anni tolto le tende. Con tanti soldi e poche idee, gran parte di quella presenza si è tradotta in una sequenza di azioni insostenibili, lasciando dietro di sé altre macerie. Noi di soldi ne avevamo pochi, almeno se paragonati con quelli della Missione Arcobaleno, ma non proponevamo progetti bensì relazioni. All’inizio questa cosa non era più di tanto compresa, ed altri erano gli interlocutori a cui rivolgersi (e spremere). Ma a lungo andare il nostro passo è stato apprezzato e riconosciuto, ed ora la presenza dei trentini rappresenta l’interlocuzione internazionale forse più importante per quella città. Discutiamo di come impostare le iniziative per il decennale, perché questo lavoro diventi occasione per crescere qui, nelle nostre comunità. (Avverto che siamo in buone mani e che le persone che sin qui hanno condiviso questo percorso – pur partendo da approcci molto diversi fra loro – hanno fatto davvero un cammino importante, ascoltandosi e cambiando nella reciprocità) Alle 15.00 c’è la riunione settimanale del Gruppo consiliare. Affrontiamo una serie di temi: la nomina del Difensore civico, la legge sulle minoranze, le polemiche uscite sull’ufficio stampa del Consiglio Provinciale. Poi ci si divide il lavoro per il prossimo Consiglio provinciale di mercoledì e giovedì prossimi. Una riunione di routine. Alle 17.30 è convocata l’assemblea del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Come già in occasione della prima riunione, la Sala Aurora di Palazzo Trentini è affollata di gente. Si avverte l’importanza del momento, il valore dei temi posti nella discussione, la necessità di considerare un’opportunità di crescita per tutti il dibattito che forse per la prima volta ha accompagnato la nomina del Presidente e degli altri organi del Forum (Consiglio della pace e Vicepresidente). La discussione oscilla fra proposte programmatiche e umori, anche se l’emotività si avverte in quasi tutti gli interventi. Franca Bazzanella ritira la sua candidatura, un atto di disarmo nonviolento, afferma, ma non l’avverto così. Si va al voto, serve la maggioranza assoluta degli aventi diritto, ovvero 32 voti. Come già nella precedente riunione siamo in 54. Ma questa volta la maggioranza c’è, e così sono eletto Presidente del Forum. Un mandato più difficile che in altre legislature, perché tutt’altro che unanime. Ma non si può certo dire che questa volta il confronto non ci sia stato e che il programma di lavoro non sia chiaro ed ambizioso. Evito di dire che sarò il presidente di tutti, ma chiedo che l’assemblea ritorni ad essere protagonista del Forum, cosa che negli ultimi anni era decisamente venuta meno. Passiamo all’elezione del Consiglio della Pace, composto di 15 membri eletti dall’assemblea e da 7 persone nominate d’ufficio (i tre consiglieri, il presidente del Consiglio provinciale, l’assessore delegato dal Presidente della Giunta, un rappresentante di Iprase e uno dell’Università degli studi […]