16 Marzo 2010

venerdì, 17 febbraio 2012

... Fra i relatori invitati ci sono anch'io, per parlare dell'amianto, delle sue conseguenze, di come è stato usato in passato, nel pericolo talvolta invisibile che ancora rappresenta.  E della proposta di legge che mi vede primo firmatario. La platea dopo una mattinata di relazioni rischia di essere un po' stanca, ma ciò nonostante vedo le persone molto attente alle mie parole. Ciascuno dei presenti si è trovato in situazioni a rischio e la consapevolezza che è sufficiente l'esposizione occasionale per contrarre una delle gravi malattie correlate non può che preoccuparli. Cerco di essere sintetico e di spiegare le ragioni che mi hanno portato a presentare questa proposta. Un forte applauso, i complimenti di molti dei presenti, qualche domanda e qualche osservazione come quella di chi, nei giorni scorsi, era con la Protezione Civile nella Val Marecchia ad aiutare le popolazioni sotto tre metri di neve e si trovava ad avere a che fare con  numerose coperture in eternit crollate sotto il peso della neve...
15 Marzo 2010

lunedì, 15 marzo 2010

C’è attesa per l’esordio di "Politica è responsabilità". Comincia il passa parola e arrivano i primi commenti, tutti positivi, tanto per l’idea quanto per la grafica. Ora vedremo se diventerà quel che ci aspettiamo, ovvero un luogo di confronto e di elaborazione politica. Se, nel far questo, crescerà anche uno spazio di formazione politica, sarà il massimo… Ma intanto è "solo" una prima tesi – quella di Marco Brunazzo – che s’interroga sulla qualità della democrazia, corredata da una robusta documentazione bibliografica e giornalistica. Ed un blog aperto a tutti coloro vorranno parteciparvi. S’intrecciano le telefonate per sistemare qualche dettaglio, ma nel complesso la cosa è pulita ed efficace. Quel che temiamo è l’indifferenza, è che nella massa indistinta di un’informazione e di una politica sempre più manichee, prevalga l’idea che tutto sia già stato scritto o pensato. L’avvio di Politica è responsabilità coincide con l’uscita della nuova veste grafica del sito di Osservatorio Balcani e Caucaso. Un bel lavoro, mi piace. C’è talmente tanta carne al fuoco che quasi ti gira la testa. Così come i numeri di OBC: quasi un milione di visitatori ogni anno, 42 milioni e 756 mila accessi (pagine o notizie del sito scaricate). E’ una nostra eccellenza, si dice così, ma ho l’impressione che il Trentino quasi l’ignori. Eppure, sono anche queste le cose che fanno diversa questa terra. Ricordo il colloquio avuto un paio d’anni fa con il vicepresidente della Provincia di Trieste che si complimentava per questo lavoro e che si stupiva per come una comunità come quella trentina avesse la lungimiranza (oltre ai mezzi) di investire sulla conoscenza di una regione (quella balcanica) più prossima a loro che a noi. In questo quadro devo dire che sono molto contento di come va anche questo sito che state leggendo. Altri numeri, ovviamente, ma anche qui sono già oltre quattrocento visitatori ogni settimana e continuo ad incontrare persone che apprezzano molto questa comunicazione quotidiana. Lavoro su questo e poi accade che oggi non abbia né riunioni, né appuntamenti. Quindi decido di lavorare in casa. Mi metto a scrivere la relazione per il Disegno di legge che stiamo preparando sull’affitto dei fondi rustici di proprietà degli enti locali e della Pat. Leggo le pagine che mi ha inviato Stefano Fait che s’interrogano sull’anima nera dell’umanità, tesi che l’autore avversa con ogni forza ma quasi disperatamente. Leggo le pagine de "Il Veneto che amiamo", un bel lavoro delle Edizioni dell’asino, casa editrice animata da Goffredo Fofi, che raccoglie scritti e conversazioni con Fernando Bandini, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern e Andrea Zanzotto e che vorrei presentare a Trento prossimamente, magari invitando Dellai e Galan. Insomma, una giornata tranquilla, quasi non mi sembra vero.  
13 Marzo 2010

sabato, 13 marzo 2010

Devo darmi delle priorità e non tirare troppo la corda. Mi assicuro che alla conferenza della Confederazione Italiana Agricoltori ci sia il capogruppo in Consiglio provinciale e mi concentro su un po’ di lavoro arretrato e sulla preparazione dell’avvio di "Politica è responsabilità". Dopo mesi di gestazione, si è deciso che lunedì 15 marzo si inizia. Come si dice? La perfezione è nemica del bene… e allora cominciamo. Il sito è proprio carino, abbiamo già definito un itinerario di almeno una decina di direttori responsabili e allora possiamo iniziare. L’onere e l’onore di fare da rompighiaccio tocca a Marco Brunazzo e, del resto, il tema che lui ci propone, "la qualità della democrazia", riguarda il senso stesso di questo progetto, ovvero la riqualificazione della politica e delle forme del suo agire. Ci ritroviamo con il gruppo promotore, gli ultimi accorgimenti, una parola al posto di un’altra per meglio farsi capire e poi buon lavoro a tutti noi. In primis a Stefano Albergoni che del sito web http://www.politicaresponsabile.it/ sarà l’animatore. Ci interroghiamo su come dar notizia di questo inizio e scegliamo che il veicolo più importante sarà il passaparola, ovvero il coinvolgimento a cerchi successivi di persone che possono essere interessate in primo luogo proprio attraverso il web. Abbiamo anche intenzione di parlarne con la carta stampata, ma non c’è fretta. L’esito positivo di questa iniziativa non dipenderà dal clamore ma dall’efficacia nella circolazione delle idee, dalla qualità delle idee stesse che circoleranno. Così come ne parleremo in incontri pubblici che rifletteranno i temi sviluppati nel sito ma non solo. Ci cambiamo qualche idea e ci proponiamo di verificarne la fattibilità. Fra una cosa e l’altra sono quasi le tre del pomeriggio, fra pochi minuti devo presiedere l’assemblea di costituzione del Circolo del PD del Bondone. Non si tratta di primarie ma dell’elezione del coordinatore e del direttivo del Circolo, l’affluenza è sostanzialmente degli iscritti. A Sopramente vi partecipano ventiquattro persone, ancora poche rispetto alla potenzialità dei duecento che nei sobborghi del Bondone parteciparono alle primarie di qualche mese fa. L’obiettivo è proprio quello di coinvolgere tutte queste persone, la vera ricchezza del PD del Trentino. In compenso il clima è buono, tutti convergiamo nell’indicazione di Stella Passerotti come coordinatrice del circolo e nell’elezione del direttivo che sarà composto da quattordici persone, sette per genere. C’è fra i presenti una grande richiesta di promuovere momenti di approfondimento tematico, rivolti agli iscritti ma anche alla comunità, sulla falsariga di quello organizzato qualche giorno fa sulla questione delle filiere corte. Così il Circolo di un partito potrà divenire utile alla sua comunità. Alle 6 del pomeriggio l’assemblea si chiude con lo scrutinio dei voti e poi, finalmente, una serata di relax. Arrivano le imamgini della manifestazione di Roma dell’opposizione. Testimoniare il dissenso è importante, ma non saranno iniziative di questo tipo a dare una spallata al berlusconismo.  
12 Marzo 2010

venerdì, 12 marzo 2010

Torniamo alla realtà. Il primo incontro della giornata è con i rappresentanti della Confederazione Italiana Agricoltori. Stiamo approntando una proposta di legge sulla questione delle proprietà rurali dei comuni trentini e dei criteri che presiedono all’affitto di questi fondi. Questione che più approfondisco e più avverto nelle implicazioni di ordine economico e di trasparenza. Per sostenere l’avvicinarsi di giovani all’agricoltura e per accedere ai contributi per avviare nuove imprese è necessaria una certa quantità di terra da lavorare che non è sempre facile reperire. Per destinare questo patrimonio rurale a produzioni di qualità. Per favorirne l’uso sociale, laddove i fondi sono nel centro abitato o nelle sue prossimità (orti per anziani, orti dittici…). Per dotarsi di un’anagrafe dei fondi agricoli in questione, che oggi non c’è. Ci lasciamo con le coordinate di fondo del nuovo DDL e dandoci appuntamento all’indomani, per la Conferenza della Confederazione. Appena ho concluso l’incontro vado al Commissariato del Governo dove è previsto il presidio della Cgil in occasione della giornata di sciopero generale nazionale contro le politiche del governo sulla crisi e sul lavoro. Qualche centinaio di persone, volti per lo più conosciuti. Niente di nuovo, devo dire. Credo sia giusto essere qui, ma sono altrettanto convinto che anche queste manifestazioni siano l’esprimersi di un rituale ormai inefficace. Incontro Osvaldo Salvetti, vecchio compagno di mille battaglie, operaio ora in pensione ma dallo sguardo sempre vivace e giovanile, consigliere comunale a Rovereto quando i Consigli di fabbrica esprimevano una soggettività politica di tutto rilievo e nelle istituzioni potevano accedere non solo gli avvocati ma anche gli operai. Ci scambiamo un po’ di impressioni su questo tempo, sulla fatica di rinnovare lo sguardo sulle questioni sociali a partire da un orizzonte interdipendente e mi fa piacere sentirlo in sintonia. Mi posso fermare poco perché al gruppo consiliare mi aspetta Enrico. Lo ricordo bambino, vicino di casa di Carlo e Olga in via Degasperi a Trento. Ora è già padre e vive a Bologna. Ha alle spalle qualche anno di esperienza nella cooperazione internazionale in Sudamerica e vorrebbe riprendere questa attività sul piano professionale. Gli dico senza peli sulla lingua quel che penso della cooperazione internazionale, di quel che è diventata, della crisi di senso prima ancora che di finanziamenti che la caratterizza. Mi sembra condivida il mio approccio ma questo non lo aiuta certo nella possibilità di trovare lavoro. Perché la cooperazione di comunità ha bisogno più di animatori di territorio che di cooperanti. E non sempre (è un eufemismo) le comunità locali intendono darsi questo sguardo sul mondo, preferendo la logica dell’emergenza e dell’aiuto materiale al mettersi in gioco in una relazione. Gli propongo di leggersi il libro mio e di Mauro Cereghini sulla cooperazione, di ritrovarci per scambiare qualche idea e di rimanere in contatto. Raggiungo Daniele Bilotta all’agenzia viaggi Etli Trento, dove lavora. Dobbiamo raggiungere insieme Rovereto dove ci si vede con Claudio che dell’Etli è il fondatore, per fare il punto sulle attività del turismo verso i Balcani, ambito nel quale Daniele e il gruppo di lavoro "Viaggiare i Balcani" sono impegnati. Una scommessa, quella del turismo responsabile verso l’Europa di mezzo, sulla quale non smettiamo di credere anche se l’orientarsi del turismo è più alla ricerca dei "non luoghi" che della conoscenza e della scoperta. E che insieme intendiamo continuare a percorrere, nella certezza che questa diversa modalità di viaggiare è destinata a crescere e che il fascino di questo pezzo d’Europa ai più sconosciuto prima o poi verrà compreso. Quello stesso fascino che Abdulah Sidran, poeta e scrittore di Sarajevo, sceneggiatore dei primi film di Emir Kusturica, racconta nel suo "Romanzo Balcanico". L’incontro con lui rappresenta il primo di una serie di eventi che Osservatorio Balcani e Caucaso intende promuovere a Trento e in molte altre città italiane in occasione del decennale dell’Osservatorio. Che cosa straordinaria abbiamo messo in piedi… La cultura e l’identità europea ne sarà il filo conduttore e il vecchio Sidran in poche e semplici parole racconta di quel che la città di Sarajevo ha rappresentato lungo la storia. Lo fa a partire dal censimento del 1910 e dalla domanda che veniva rivolta ai suoi cittadini: qual è la vostra lingua madre? Le risposte che ne vennero cent’anni fa danno l’idea di quella straordinaria babele che rappresentava (e ancora, nonostante tutto, rappresenta) la "Gerusalemme dei Balcani". Sidran non nasconde la sua "jugonostalgia", ma lo fa in un modo così delicato e profondo che non c’è niente di nostalgico nelle sue parole. Nostalgia, sì. Di un sogno andato perduto. Silvio Ferrari che di Abdulah Sidran ha tradotto le opere e quelle di tanta letteratura balcanica e che in questa occasione fa anche da interprete (devo dire di rara sensibilità) delle parole di Sidran, nella sua introduzione ricorda – a proposito di identità europea – quella volta che Sidran interrogato sull’argomento rispose: "Noi certo siamo europei, non so quanto lo siate voi".  
11 Marzo 2010

giovedì, 11 marzo 2010

Mattina libera da impegni, riassaporo il piacere di leggere e di scrivere come una parentesi nello stress quotidiano. Fuori c’è la neve caduta nella notte, non tantissima ma sufficiente ad avere intorno a casa un bel panorama imbiancato. Dalla finestra scorgo un capriolo che sotto casa cerca qualche spiazzo di erba secca, ne abbiamo intorno a casa una piccola colonia ed osservarli al mattino presto nella loro eleganza è davvero un bel modo per iniziare la giornata. Verso l’una avrei un appuntamento con Edoardo Arnoldi per prendere qualcosa insieme e scambiarci qualche idea ma, visto il carattere disteso della mattinata, lo chiamo e lo invito a pranzo, così ci guadagna il fegato e anche la conversazione. Due fettuccine ai finferli fanno sempre piacere. Devo dire che anche il pomeriggio è piuttosto rilassato. Mi vedo con Stefano per "Politica è responsabilità", da lunedì 15 marzo si parte con il sito e dobbiamo sistemare le ultime cose. Graficamente è molto bello, Paul Klee ci aiuta davvero. La prima tesi sarà di Marco Brunazzo, giovane docente universitario e studioso sui temi della partecipazione, proprio sulla qualità della democrazia. Ne parleremo con dovizia di particolari nei prossimi giorni, personalmente lo considero l’esito di un impegno elettorale che consegno alla nostra comunità. A metà pomeriggio ho un appuntamento al Forum con una persona che, andando in pensione, ha deciso di dedicarsi alla conoscenza della regione balcanica. Cura alcune pagine dedicate su un sito web trentino e mi chiede qualche battuta di intervista sulla prospettiva europea. Tema questo che invece affrontiamo in maniera approfondita nell’incontro del gruppo di lavoro che abbiamo costruito in seno al Forum. Il tema centrale che caratterizzerà l’azione del Forum nel prossimo biennio sarà proprio l’Europa e il Mediterraneo. Sono presenti i rappresentanti del Museo storico del Trentino, del Museo della guerra di Rovereto, delle associazioni (Pace per Gerusalemme, la Comunità dei profughi istriano dalmati, l’Unione scienziati per il disarmo…), le persone che lavorano al Forum: ne esce un confronto intenso e stimolante, come del resto lo è l’argomento. Un sacco di piste di lavoro, dalla storia alla letteratura, dai conflitti alla memoria, dalla conoscenza geografica al turismo responsabile, dalle culture materiali all’idea di fare del pane un ingrediente per intrecciare identità… che proviamo a tradurre in un programma al quale possa concorrere in vario modo un’intera comunità. In questo senso un programma che è già avviato in questi giorni con la settimana dedicata al decennale di relazioni con il Kosovo, con l’incontro con il poeta sarajevese Abdulah Sidran, con l’Officina Medio Oriente della prossima settimana e che vorremmo si potesse concludere dedicando il festival dell’Economia del 2011 proprio all’Europa e alla sue relazioni mediterranee. Riuscire ad avvicinare l’Europa agli europei e questi al loro mare, alle genti e alle culture che l’hanno attraversato e che l’attraversano. Partendo da noi, da una piccola comunità. Una bella scommessa, no?  
11 Marzo 2010

mercoledì, 12 settembre 2012

In Terza Commissione Legislativa provinciale si aprono due Disegni di Legge sulla navigazione a motore nella parte trentina del Lago di Garda, da anni vietata diversamente da quel che avviene nella parte lombarda e veneta. Le Proposte di Legge, rispettivamente dei consiglieri Giovanazzi e Ottobre, prevedono l'uso di motori elettrici o ibridi, fasce orarie o potenze limitate. Ciò nonostante rappresentano a mio modo di vedere una faglia pericolosa nell'attuale legislazione. La scelta lungimirante assunta in passato di vietare la navigazione a motore (tranne ovviamente per i mezzi pubblici) ha fatto sì che il ramo trentino del Garda divenisse in pochi anni il paradiso della vela, grazie anche alle particolari condizioni eoliche.

10 Marzo 2010

mercoledì, 10 marzo 2010

Tante cose da segnalare. L’incontro al Forum con una classe quarta del Liceo Rosmini, la conferenza stampa di presentazione della settimana di iniziative che abbiamo chiamato "Officina Medio Oriente", la riunione per il programma Seenet 2 (sviluppo locale e turismo responsabile nei Balcani), la manifestazione di esposizione della bandiera tibetana in Regione in occasione del 51° anniversario dell’insurrezione del popolo tibetano, la riunione del Consiglio direttivo del Progetto Prijedor ed altro ancora. Ma l’incontro su cui mi voglio soffermare è quello che ho verso le 13.00 a San Michele all’Adige con Gianbattista Rigoni Stern e Giovanni Kezich. Il primo ingegnere forestale (e figlio di Mario Rigoni Stern), il secondo direttore del Museo degli usi e costumi della gente trentina. Qualche giorno fa Gianbattista mi aveva chiamato per avere un colloquio sulle attività di cooperazione sulle quali sta lavorando a Srebrenica, in Bosnia Erzegovina. Nei mesi scorsi si è ritrovato ad accompagnare Roberta Biagiarelli nel progetto di cooperazione culturale che sta svolgendo nella città bosniaca e dunque eccoci qui, davanti ad un piatto di "gulasch suppe", a parlare di cooperazione e a dargli qualche consiglio elementare: le comunità locali hanno i loro saperi, serve il confronto piuttosto che qualcuno che arriva in un posto a dire quel che si deve o non si deve fare; è necessario darsi il tempo per comprendere le dinamiche locali, osservare prima di proporre qualcosa, fare in modo che l’agire nasca dal confronto e che i protagonisti siano i soggetti locali; muoversi come comunità piuttosto che come singole persone o singole Ong, nell’obiettivo di costruire relazioni durevoli e per questo più inclini alla sostenibilità; considerare l’aspetto economico del finanziamento come importante ma non decisivo, nel senso che si possono avere grandi risorse finanziarie a disposizione e non combinare un fico secco, anzi danni. Cose semplici ma decisive. Vedo nei miei interlocutori sguardi attenti. Gli dico di lasciar perdere la Cooperazione italiana o la Banca Mondiale e di rivolgersi piuttosto alle loro comunità, ad Asiago, ad un Parco o ad un Museo, perché di questo si nutrono le relazioni. "Vorrei usare quel po’ di denaro che viene dai diritti d’autore dei libri sulla guerra di mio padre per qualcosa di utile in un dopoguerra come quello bosniaco" e la cosa mi sembra molto bella. Ma è importante aver chiaro come muoversi, in primo luogo conoscere a fondo i contesti, per far sì che un atto di amore verso un luogo tanto segnato dalla guerra come Srebrenica possa effettivamente rappresentare un contributo per uscire dall’incubo in cui ancora sono. Regalo loro una copia di "Darsi il tempo" e spero possa loro servire. Vedo Kezich scorrere l’indice del libro con grande interesse. Poi mi dona una copia del film sul carnevale in Europa che ha realizzato anche con le maschere che provenienti dalla Croazia e dalla Macedonia. Com’è davvero piccolo il mondo. Di questo parliamo anche nella riunione serale del Progetto Prijedor. Abbiamo fatto in questi anni cose davvero straordinarie, ma da un po’ questo luogo mi sembra angusto. Con il presidente Giuseppe Ferrandi ho una grande affinità, stiamo insieme provando a rinnovare lo spazio tanto sul piano del pensiero come delle modalità di azione, una nuova fase connessa ai comuni obiettivi di costruzione di una cittadinanza europea senza i quali l’azione umanitaria da sola non serve granché. Del resto, se qualcuno è alla ricerca di emergenze umanitarie oggi ne trova certo di ben maggiori altrove e quindi devono essere altre le motivazioni, altro il profilo. Ma ci sono nell’associazione resistenze culturali e tratti caratteriali che ostacolano da tempo questo processo e francamente non ho più voglia di perdere tempo con la cattiveria e l’ignoranza. Ho dedicato a questo progetto un pezzo della mia vita, ricevendone tanto sul piano dell’esperienza e della conoscenza. Qualcuno in sala mi dice che il mio approccio è forse troppo avanti e in effetti per molte delle persone che sono qui conta di più l’aiuto che il cambiamento profondo (culturale e politico) che può venire da questa relazione in entrambe le comunità. Ricordo che già qualche anno fa dissi (un po’ provocatoriamente) in assemblea del Progetto Prijedor che dopo tutto quel che avevamo fatto in quella città ora avremmo dovuto concentrarci a presentare libri, come contributo alla rinascita culturale (e di una diversa classe dirigente). Tema che ritengo ancora oggi decisivo. Ma in buona sostanza abbiamo continuato ad occuparci di tutto, facendo così venir meno un po’ anche l’originalità di questa esperienza, la sua capacità di rinnovarsi e di continuare a "scandalizzare" come quando decidemmo di andare nella tana del lupo. La vita è fatta di parabole, è normale.  
9 Marzo 2010

martedì, 9 marzo 2010

Un’intera giornata se ne va per discutere qualche articolo della proposta il Disegno di Legge regionale sui segretari comunali proposto da Margherita Cogo. Discussione iniziata qualche mese fa in commissione e nella sessione del mese scorso del Consiglio regionale, che oggi riprende ma che non fa molti passi in avanti perché la Lega fa ostruzionismo con decine di emendamenti che hanno l’effetto di paralizzare l’aula. La cosa più buffa è che di questa paralisi si ha l’impressione non freghi niente a nessuno. In effetti, stiamo discutendo di una proposta che in buona sostanza tratta il tema dell’incompatibilità ambientale fra il segretario comunale e il sindaco. La si può riempire di valore politico fin che si vuole, ma sappiamo che la vicenda da cui si è partiti è quella di una situazione patologica che si è creata in un Comune del Trentino (Vallarsa). Ma intanto siamo qui, a perdere il nostro tempo, con un ordine del giorno che diventa sempre più lungo e sempre più obsoleto, con mozioni in attesa presentate un anno fa. Ed un aula di estranei che dà una pessima prova di sé. Sul ruolo della Regione ho presentato al gruppo del PD una proposta di lavoro affinché nel corso di questa legislatura si cominci a delinearne un diverso ruolo e diverse funzioni, pur sapendo che mettere mano alla Regione è inoltrarsi in un ginepraio. Certo è che così – lo continuo a dire – non ha proprio senso. Per non perderlo del tutto, il tempo, ci si organizza con qualche incontro di lavoro. Uno di questi è quello che con Renzo Dori che incontro insieme a Sara Ferrari. Renzo ha lavorato una vita all’Enel e con lui abbiamo un interessante colloquio sulla situazione interna alla struttura che caratterizzava l’ente ben prima che si provincializzasse l’energia e che continua anche dopo la creazione di HDE e Dolomiti Energia. Un complesso intreccio societario, ma quel che più conta, un serio problema di progressivo degrado degli impianti per effetto della cronica assenza di manutenzione. Il quadro che ci propone è allarmante. La straordinaria opportunità che ci viene dalla nostra autonomia come l’aver riportato in Trentino un settore strategico come il comparto energetico, rischia di venir vanificata da un combinato di interessi, incompetenze e perdita di professionalità. Decidiamo così di porre la questione all’attenzione della Commissione ambiente del partito, invitando gli ex assessori Pinter e Bressanini nonché il vicepresidente Pacher e lo stesso Dori per condividere un quadro generale e cercare di correre ai ripari. La cosa è vieppiù importante anche perché strettamente connessa con la partita "acqua" di cui abbiamo più volte parlato in queste pagine. Finiamo questa inutile e vuota giornata consiliare alle 17.30, chiusura anticipata per la presentazione presso la Sala di Rappresentanza della Regione del volume "Dedicato agli emigrati che furono traditi dalla propaganda" e frutto di una lunga e minuziosa ricerca presso i vari archivi trentini curata dalla signora Maria Grazia Dalfollo Lenzi (moglie del conigliere Lenzi scomparso nell’incidente aereo del giugno scorso), sull’esodo che avvenne a partire dal 1850 e di come questo sia stato incoraggiato da promesse di lavoro e fortuna, spesso ingannevoli. Un salto a casa e poi con Sergio Valentini (presidente regionale di Slow Food) a tenere una serata a Sopramonte per la presentazione della Legge sulle filiere corte. Già legge, già votata dal Consiglio, ma che richiede condivisione culturale e di essere presidiata sul piano della sua applicazione non appena sarà vistata dalla Commissione Europea. Una serata gradevole, con molte domande ed il piacere di vedere arrivare in porto progetti e idee di qualità.  
8 Marzo 2010

lunedì, 8 marzo 2010

La mancanza di un momento di sosta si fa sentire. Domenica infatti se n’è andata ad Arezzo, bella la città e il suo centro storico, bello il Caffè dei Costanti (quello attorno al quale sono state girate alcune scene de "La vita è bella") da poco ristrutturato, bello il mercato dell’antiquariato per le viuzze del centro. Bello e partecipato pure l’incontro cui partecipo insieme ad Elvira Mujcic, sala piena del vecchio cinema a due passi dal Duomo. Un’intervista a due molto intensa e stimolante per il pubblico presente che segue con attenzione il dialogo fra noi, sguardi diversi sugli anni ’90 e sul presente balcanico, ma che si riconoscono quasi naturalmente nel comune amore per questo pezzo d’Europa. Elvira poi, è persona sensibile e intelligente. Oltre alle emozioni dell’incontro, rimangono ottocento chilometri in auto a velocità sostenuta, la tensione che precede ogni iniziativa, la fatica del concentrarsi sulle parole giuste, il ripartire dopo un veloce scambio di sensazioni, un veloce saluto agli organizzatori che ti chiedono di ritornare, la frugalità di pasti consumati in autogrill per non fare troppo tardi. E quando arrivo a casa è mezzanotte passata. Sono cose queste che mi aiutano a svolgere in maniera diversa anche il mio mandato politico in Consiglio provinciale, non per coltivarsi consenso ovviamente, ma per avere uno sguardo più ampio, cogliere gli umori delle persone con le quali entri in contatto, vedere esperienze come "la Rondine", uno studentato per giovani provenienti da situazioni di conflitto acuto che oggi è diventato una importante fondazione aretina che si occupa di pace e di cooperazione internazionale. Osservare i cartelli della campagna elettorale regionale già avviata e farti cadere le braccia quando scopri che lo slogan del candidato presidente alla regione è "Toscana avanti tutta". Mi chiedo dove stiamo andando… Epperò… oggi la fatica si fa sentire. Per fortuna questo lunedì è una giornata piuttosto tranquilla, ho un appuntamento alle 10 con il Sindaco di Zambana per una serie di questioni che investono il suo Comune. Poi mi vedo con Stefano Albergoni per fare il punto sul sito di "Politica è responsabilità" (ormai quasi ci siamo) e su questo stesso sito (dove programmiamo una serie di ritocchi e di nuovi spazi per valorizzare il "diario", i "libri" e gli "eventi"). Ci concediamo un pranzo insieme anche a Cristina (è un bel conversare sulle cose della politica trentina e non solo) e poi vado al gruppo dove – visto che la riunione del gruppo è saltata – riordino un po’ di cose, un salto veloce al Progetto Prijedor e poi a mettere su cena, un po’ di ospiti per l’otto marzo (per come è ridotta questa festa, una buona cena in compagnia non è una cattiva idea) a base di polenta e funghi porcini. E’ tardi quando leggo la posta elettronica. Da Arezzo Luciana mi scrive così "…Il tuo intervento ci ha fatto riflettere sul conflitto nei Balcani, ci ha illuminato su alcuni aspetti storici e geopolitici e ci ha anche emozionato, soprattutto quando abbiamo scoperto che il tuo approccio al tema "conflitti" ha molti punti in comune con l’approccio di Rondine. Ci ha aperto "finestre" e prospettive che non immaginavamo. Abbiamo inoltre apprezzato la passione con cui parli dei Balcani: si capisce che è un tema che ti sta molto a cuore". Insomma, un po’ di soddisfazione suvvia…  
6 Marzo 2010

sabato, 6 marzo 2010

Allora, vediamo un po’. Oggi è sabato. Al mattino c’è la conferenza provinciale dell’ANPI, l’associazione nazionale partigiani italiani. L’incontro con il volontariato della Protezione civile, dei Nuvola, dei Vigili del Fuoco che sono stati a Kukes e a Peja/Pec dieci anni fa e il Sindaco di Peja. Il Convegno del PD del Trentino sull’Università e le nuove competenze dell’autonomia. Nel pomeriggio, la presentazione pubblica delle candidature per il coordinamento cittadino del PD, l’incontro sulla privatizzazione dell’acqua promosso dal Comitato locale, l’Assemblea del Consorzio per il Miglioramento Fondiario di Sopramonte. Avrei dovuto anche essere a Roma per l’assemblea nazionale degli enti locali contro la privatizzazione dell’acqua. Scelgo di andare all’incontro nella sede degli alpini dei volontari trentini, anche perché lì dovrei portare un saluto. E poi come riconoscimento del fatto che da quell’incontro fra realtà molto diverse nell’intervento nel dopoguerra kosovaro ha preso corpo un diverso modo di pensare la cooperazione, quella di una comunità che si mette in gioco nelle sue varie espressioni. Avrei potuto passare anche nelle altre sale, ma non mi piace saltapicchiare semplicemente per farsi vedere. L’incontro con i volontari è intenso, parole, ricordi, immagini si rincorrono in un’esperienza che rimane dentro le persone. "Ho partecipato a molti interventi d’emergenza", afferma un rappresentante dei VVFF volontari, "ma quello era particolare perché non si trattava di una catastrofe naturale, bensì dell’azione dell’uomo". Con gli amici dell’ANPI (a cui sono iscritto da anni) avrei voluto parlare del tema della memoria anche in relazione alla collaborazione che abbiamo avviato con loro come Forum per la Pace. Riuscire a riflettere sulla storia del Novecento lo ritengo fondamentale e quello potrebbe essere un luogo in cui le generazioni s’incontrano, si conoscono, viaggiano insieme attraverso le realtà simboliche del secolo breve. Pazienza, recupereremo in un incontro da realizzare a breve per confrontarci sull’insieme delle attività. Figuriamoci se i volontari non ci offrono il pranzo nella loro sede. E’ l’occasione per parlare in maniera informale, scambiarsi impressioni e saluti. Riesco ad avere anche un momento di parola con alcuni amici kosovari. Parliamo dell’89 e di "jugonostalgia", di quel che sarebbe accaduto se l’Europa avesse avuto la lungimiranza di guardare alla ragione balcanica anziché alla spartizione delle spoglie della Jugoslavia, del ruolo di Ibrahim Rugova, l’unico fra i leader jugoslavi ad avere un approccio nonviolento, così da essere inascoltato e alla fine messo da parte. Ora Rugova nell’immaginario del giovane popolo kosovaro è una figura leggendaria, ma il suo messaggio rimane inascoltato. La logica con cui le potenze internazionali hanno affrontato il conflitto balcanico legittimava la forza delle armi non certo la nonviolenza, così Dayton è stata la fine di Rugova e la legittimazione tanto di Milosevic quanto dell’Uck. I miei interlocutori in parte dissentono e lo posso capire visto che quella è stata la strada della loro indipendenza. Così parliamo anche di questo e di quel che se ne fanno di un indipendenza peraltro riconosciuta solo da un terzo della comunità internazionale. Mi chiedono che cosa uscirà dalla sentenza della Corte internazionale chiamata ad esprimersi dal ricorso della Serbia sulla loro indipendenza, e così espongo loro il mio  approccio post nazionale, l’idea di un’Europa delle regioni come strada per uscire dalle secche del ‘900. Avverto un loro bisogno di approfondire questi temi e ci diamo appuntamento in occasione della visita che faremo a maggio. Alle due del pomeriggio sono all’assemblea cittadina del PD per la presentazione delle candidature per la figura di coordinatore cittadino. In realtà dell’unica candidatura, quella di Giovanni Scalfi e di una squadra di dodici persone che dovrà affiancarlo in questo lavoro. Vanni espone in maniera molto sintetica le sue idee, una proposta più incardinata sul metodo che non sull’idea di città, ma almeno ora ci sarà un interlocutore per il governo cittadino, per il gruppo consiliare, per le circoscrizioni, per i dodici circoli territoriali. Per lo stesso confronto con il gruppo consiliare provinciale. Sarà la stanchezza, sarà il mio stato d’animo, ma avverto distanza. Così decido di andarmene a casa. Anche per il bisogno di riprendere fiato. L’indomani mattina (domenica) partenza per Arezzo dove nel pomeriggio ho un convegno sui temi del conflitto con Elvira Mujciic, giovane scrittrice bosniaca originaria di Srebrenica e cara amica. Al TG3 della sera le immagini degli avvenimenti della giornata, il convegno sull’Università che diventa l’occasione per una nuova polemica di Kessler con Dellai, la conferenza dell’Anpi, altro. Sorrido fra me per come riesco "spontaneamente" ad essere altrove.  
6 Marzo 2010

giovedì, 22 dicembre 2011

... Da Piazza Vittorio ci trasferiamo a Via del Tritone, alla sede nazionale dei focus del PD, dove abbiamo in programma un incontro con Stefano Fassina, responsabile economico dei democratici. I temi della cooperazione economica con l'area mediterranea sono il pretesto per una conversazione a tutto campo, che va dal Trentino all'Europa, dalla cooperazione trentina a quella internazionale, dalla crisi della politica alla forma partito. Un confronto interessante, una disponibilità all'ascolto forse inaspettata, persino un sentire comune tanto che attorno ai temi della cooperazione nel mediterraneo e all'Europa proviamo a definire i contorni di una collaborazione...
5 Marzo 2010

venerdì, 5 marzo 2010

Do uno sguardo all’agenda ed è talmente piena che fatico a decifrare gli appuntamenti. Di oggi come del fine settimana, per la verità. Ma tant’è (della serie "hai voluto la bicicletta? pedala"). Cominciamo dall’appuntamento con il vicepresidente Alberto Pacher, alle 8.30 del mattino. Primo e più importante argomento della nostra conversazione, il parco Agricolo dell’Alto Garda. La legge provinciale che lo istituisce è della fine della scorsa legislatura. Prevede, fra l’altro, che qualora la Comunità di Valle – su cui è incardinata la proposta – non sarà operativa entro diciotto mesi dalla promulgazione della legge, sia la PAT a prendere in mano la partita della sua attuazione. Il problema è che la Comunità di Valle si eleggerà nell’autunno prossimo e prima di riuscire a prendere in mano la questione passerà altro tempo. Perché allora non procedere sin d’ora con un incarico temporaneo ad un Tavolo di lavoro di cui facciano parte anche i Comuni della zona per le azioni di studio preliminare? Pacher si dice perfettamente d’accordo nel procedere in questa direzione. Seconda questione, l’acqua. A fronte del decreto governativo convertito in legge dal Parlamento il 18 novembre scorso che ne privatizza il servizio, la PAT non deve rimanere con le mani in mano. E’ vero che la nostra autonomia (articoli 8 e 9 dello Statuto) ci affida competenze primarie ma è altrettanto vero che in assenza di precisi provvedimenti valgono le normative nazionali. Già alla fine del 2010 sono in scadenza una serie di concessioni e la logica delle gare non ci pone certo al riparo da brutte sorprese. Nei giorni scorsi, prima e durante gli incontri sul territorio che ci hanno visti insieme partecipi, è emersa l’idea di uno scorporo della gestione acqua da Dolomiti Energia (che gestisce il servizio in 19 comuni, compresi Trento e Rovereto) in direzione della costruzione di una società totalmente pubblica che faccia rete anche con il sistema vigente negli altri 199 Comuni del Trentino (a gestione diretta). Parliamo di questo, di una iniziativa da concertare nel PD del Trentino e di un confronto da avviare nella coalizione. Facciamo un veloce aggiornamento sull’acciaieria della Valsugana. I dati rassicuranti delle analisi dei suoli e dell’aria non risolvono certo la questione del modello di sviluppo della zona. Occorre mettere in campo una forte iniziativa e decidiamo di parlarne con i circoli del PD della Valsugana. Parliamo infine dell’impianto Wind localizzato fra i Comuni di Lavis (che ne ha decisa la localizzazione) e Zambiana, realizzato sul territorio di Lavis ma vicino alle abitazioni di Zambana. La Provincia non ha competenze, se non quella relativa alle autorizzazioni sanitarie, ma la cosa si configura come uno sgarbo tra territori. Ci incontreremo lunedì mattina con il Comune di Zambana per stabilire il da farsi. Qualche altra piccola questione e poi corro all’appuntamento con Erica Mondini, al Forum. Lei oltre ad essere una persona cara è anche la vicepresidente del Forum e insieme facciamo il punto delle cose da fare, delle convocazioni degli organismi e degli argomenti da trattare. Dopo qualche minuto arriva in visita la delegazione del Comune di Peja/Pec (Kosovo) guidata dal sindaco Ali Berisha e dell’associazione Trentino con il Kosovo. Qualche parola di presentazione del Forum e poi entriamo nel vivo dell’argomento che intendiamo trattare, la costruzione di un’Agenzia della Democrazia Locale a Peja/Pec. Organismo previsto dal Consiglio d’Europa, le ADL hanno rappresentato nei dopoguerra balcanici (e ora anche in Caucaso) un’efficace strumento attraverso il quale costruire partenariati territoriali fra le regioni e le città europee intorno ai temi della pace, della democrazia, dei diritti dei soggetti più vulnerabili, della prospettiva europea. Dal loro particolare punto di osservazione è chiaro che fra Europa e Stati Uniti nel corso degli anni si è giocata nei Balcani (e in Kosovo in particolare) una partita piuttosto dura, tutt’altro che favorevole alla costruzione di una forte soggettività politica dell’Europa. D’altro canto è pur vero che gli USA sono stati i più accaniti sostenitori dell’indipendenza kosovara, tanto da infrangere il diritto internazionale che sanciva l’intangibilità dei confini, e dunque la sovranità di un paese riconosciuto internazionalmente come la Serbia. Ma i nostri interlocutori sanno bene che la prospettiva per il loro stesso territorio non può che essere europea, sempre che l’Europa sappia darsi una propria fisionomia post nazionale. Se non sarà così, sarà una federazioni di stati nell’ambito della quale non ci sarà cessione alcuna di sovranità e a quel punto a qualcuno potrebbe risultare più utile un’area balcanica deregolata con cui fare affari d’oro piuttosto che un pezzo d’Europa senza barriere doganali né visti. L’intesa è piena e ci si muoverà nell’obiettivo di sancire la nascita dell’ADL a Peja/Pec a maggio, in occasione della restituzione istituzionale della loro visita di questi giorni. Finiamo l’incontro al Forum, un pasto insieme alla delegazione kosovara, e poi all’incontro con il presidente Dellai e di seguito con l’assessore Beltrami – Giovanazzi e i partner sociali del Tavolo trentino con il Kosovo. Un puzzle di relazioni davvero ampio e positivo, raccontato dai protagonisti. Alle 17.30 un nuovo appuntamento nel quadro del decennale delle relazioni con il Kosovo, la presentazione dell’associazione "Viaggiare i Balcani" e delle proposte di viaggio per il 2010. Lo scenario è quello delle gallerie di Piedicastello, la musica di un quartetto d’eccezione che propone musica e parole di un confine nord orientale che fino a qualche anno fa costituiva la cortina di ferro. Un’attività a cui tengo molto per averla avviata con il Progetto Prijedor e Tremembè sette anni fa e che ora vive di luce propria, seppure in stretta collaborazione con il costruendo Tavolo Balcani. I giovani che hanno preso in mano l’attività negli ultimi tempi illustrano le iniziative in corso e laddove non riescono le parole arrivano la musica e le immagini. Infine il buffet, sapori trentini e balcanici mescolati, che viene letteralmente spazzolato via dalle oltre cento persone presenti all’incontro. Sono le otto di sera. Alle 20.15 ci sarebbe anche l’assemblea del PD del Trentino ma le batterie sono scariche. Con Silvia Nejrotti (che stasera sarà nostra ospite) decidiamo di […]