Allora, vediamo un po’. Oggi è sabato. Al mattino c’è la conferenza provinciale dell’ANPI, l’associazione nazionale partigiani italiani. L’incontro con il volontariato della Protezione civile, dei Nuvola, dei Vigili del Fuoco che sono stati a Kukes e a Peja/Pec dieci anni fa e il Sindaco di Peja. Il Convegno del PD del Trentino sull’Università e le nuove competenze dell’autonomia. Nel pomeriggio, la presentazione pubblica delle candidature per il coordinamento cittadino del PD, l’incontro sulla privatizzazione dell’acqua promosso dal Comitato locale, l’Assemblea del Consorzio per il Miglioramento Fondiario di Sopramonte. Avrei dovuto anche essere a Roma per l’assemblea nazionale degli enti locali contro la privatizzazione dell’acqua. Scelgo di andare all’incontro nella sede degli alpini dei volontari trentini, anche perché lì dovrei portare un saluto. E poi come riconoscimento del fatto che da quell’incontro fra realtà molto diverse nell’intervento nel dopoguerra kosovaro ha preso corpo un diverso modo di pensare la cooperazione, quella di una comunità che si mette in gioco nelle sue varie espressioni. Avrei potuto passare anche nelle altre sale, ma non mi piace saltapicchiare semplicemente per farsi vedere. L’incontro con i volontari è intenso, parole, ricordi, immagini si rincorrono in un’esperienza che rimane dentro le persone. "Ho partecipato a molti interventi d’emergenza", afferma un rappresentante dei VVFF volontari, "ma quello era particolare perché non si trattava di una catastrofe naturale, bensì dell’azione dell’uomo". Con gli amici dell’ANPI (a cui sono iscritto da anni) avrei voluto parlare del tema della memoria anche in relazione alla collaborazione che abbiamo avviato con loro come Forum per la Pace. Riuscire a riflettere sulla storia del Novecento lo ritengo fondamentale e quello potrebbe essere un luogo in cui le generazioni s’incontrano, si conoscono, viaggiano insieme attraverso le realtà simboliche del secolo breve. Pazienza, recupereremo in un incontro da realizzare a breve per confrontarci sull’insieme delle attività. Figuriamoci se i volontari non ci offrono il pranzo nella loro sede. E’ l’occasione per parlare in maniera informale, scambiarsi impressioni e saluti. Riesco ad avere anche un momento di parola con alcuni amici kosovari. Parliamo dell’89 e di "jugonostalgia", di quel che sarebbe accaduto se l’Europa avesse avuto la lungimiranza di guardare alla ragione balcanica anziché alla spartizione delle spoglie della Jugoslavia, del ruolo di Ibrahim Rugova, l’unico fra i leader jugoslavi ad avere un approccio nonviolento, così da essere inascoltato e alla fine messo da parte. Ora Rugova nell’immaginario del giovane popolo kosovaro è una figura leggendaria, ma il suo messaggio rimane inascoltato. La logica con cui le potenze internazionali hanno affrontato il conflitto balcanico legittimava la forza delle armi non certo la nonviolenza, così Dayton è stata la fine di Rugova e la legittimazione tanto di Milosevic quanto dell’Uck. I miei interlocutori in parte dissentono e lo posso capire visto che quella è stata la strada della loro indipendenza. Così parliamo anche di questo e di quel che se ne fanno di un indipendenza peraltro riconosciuta solo da un terzo della comunità internazionale. Mi chiedono che cosa uscirà dalla sentenza della Corte internazionale chiamata ad esprimersi dal ricorso della Serbia sulla loro indipendenza, e così espongo loro il mio approccio post nazionale, l’idea di un’Europa delle regioni come strada per uscire dalle secche del ‘900. Avverto un loro bisogno di approfondire questi temi e ci diamo appuntamento in occasione della visita che faremo a maggio. Alle due del pomeriggio sono all’assemblea cittadina del PD per la presentazione delle candidature per la figura di coordinatore cittadino. In realtà dell’unica candidatura, quella di Giovanni Scalfi e di una squadra di dodici persone che dovrà affiancarlo in questo lavoro. Vanni espone in maniera molto sintetica le sue idee, una proposta più incardinata sul metodo che non sull’idea di città, ma almeno ora ci sarà un interlocutore per il governo cittadino, per il gruppo consiliare, per le circoscrizioni, per i dodici circoli territoriali. Per lo stesso confronto con il gruppo consiliare provinciale. Sarà la stanchezza, sarà il mio stato d’animo, ma avverto distanza. Così decido di andarmene a casa. Anche per il bisogno di riprendere fiato. L’indomani mattina (domenica) partenza per Arezzo dove nel pomeriggio ho un convegno sui temi del conflitto con Elvira Mujciic, giovane scrittrice bosniaca originaria di Srebrenica e cara amica. Al TG3 della sera le immagini degli avvenimenti della giornata, il convegno sull’Università che diventa l’occasione per una nuova polemica di Kessler con Dellai, la conferenza dell’Anpi, altro. Sorrido fra me per come riesco "spontaneamente" ad essere altrove.