Al mattino è convocato il Gruppo consiliare provinciale del PD del Trentino. All’ordine del giorno il confronto sullo stato della maggioranza anche alla luce della formazione delle coalizioni e delle liste per le elezioni comunali che il 16 maggio prossimo in Trentino riguarderanno la grande maggioranza dei Comuni. Ne esce una discussione politica vera. E’ forse la prima volta, da quando siamo insediati, che nel gruppo si sviluppa un confronto politico a tutto tondo: si affronta il contesto politico provinciale, le dinamiche all’interno della coalizione di maggioranza e dell’UpT, lo stato del blocco sociale che è alla base del centrosinistra autonomista. Tema quest’ultimo sul quale insisto nel mio intervento, perché ne avverto le crepe. Se il Trentino è l’unica realtà regionale dell’arco alpino non omologata alla vandea leghista, lo si deve ad una serie di fattori (l’autonomia, il diffuso sistema di autogoverno locale, lo straordinario tessuto associativo…), non ultimo l’assetto economico e sociale del nostro territorio, caratterizzato dalle prerogative finanziarie dell’autonomia e dalla tradizionale presenza della cooperazione trentina, nei fatti il primo soggetto economico (dopo la PAT) della nostra provincia. Una presenza che fa da cornice alle migliaia di imprese famigliari diffuse in molti settori chiave come l’agricoltura o la zootecnia, o di imprese cooperative nei servizi come nel campo ambientale. Ma è proprio in tali ambiti che oggi possiamo cogliere una serie di elementi di criticità. La crisi della filiera del latte, i rischi che stanno correndo alcune delle più importanti cantine sociali, alcuni elementi di difficoltà nell’industria turistica sono lì ad evidenziare il tramonto di un modello basato sulla quantità e la difficoltà di avviare contestuali processi di conversione fondati invece sulla qualità. Cosa che viene regolarmente auspicata nei documenti programmatici, ma poi ampiamente smentita dalle pratiche concrete e da un diffuso conservatorismo presente in alcuni di questi settori. Non bastano le tradizioni, serve una capacità di rimotivazione culturale che non si può ridurre alla pura e semplice difesa economica delle categorie. Che peraltro nemmeno c’è, se pensiamo alle dinamiche di mercato (e alla crisi) che investono tutte le produzioni prive di valore aggiunto sul piano della qualità. A queste difficoltà sociali corrispondono anche crepe politiche. Lo si è visto nella formazione delle coalizioni sul territorio e nella geometria variabile che si è determinata in molti comuni trentini. Tant’è che in Comuni come Ala, Arco, Levico, Mori ed altri minori, i due principali partner della coalizione provinciale (PD e UpT) hanno espresso candidature contrapposte. E che in altri (Avio, Lavis, Mezzocorona…) il Patt abbia operato scelte di alleanza con il centrodestra. Parliamo delle difficoltà interne all’UpT e di una deriva che si sta manifestando nella direzione di mettere in campo alleanze di "centro-centro". Ne scriverò nei prossimi giorni, per proporre uno sguardo d’insieme sull’esito del voto regionale e sulla necessità di rilanciare il progetto della coalizione che governa il Trentino. Nel primo pomeriggio inizio una serie di incontri come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Per iniziare incontro i rappresentanti dell’associazione "Terre del fuoco" che da due anni gestisce il "Treno della memoria". Un’esperienza straordinaria che ha portato ottocento ragazzi delle scuole trentine a visitare Auschwitz nell’ambito di un percorso formativo sul tema della memoria. Parliamo di un possibile nuovo itinerario formativo sui luoghi del conflitto lungo il confine orientale, che partendo dalle vicende delle pulizie etniche che hanno segnato questi territori dal fascismo al dramma delle foibe e dell’esodo istriano dalmata, passa per la tragedia del gulag titino di Goli Otok (l’isola calva), per giungere infine ai conflitti che hanno portato alla dissoluzione della Jugoslavia negli anni ’90. Incontro Maria Rosa Mura (il Gioco degli Specchi) per condividere la proposta sulla "Cittadinanza Euromediterranea" che più tardi porterò all’assemblea del Forum. Maria Rosa, come immaginavo, non solo condivide la proposta, ne è entusiasta. Mentre gli descrivo gli itinerari ancora solo abbozzati ricevo da lei stimoli e suggerimenti, oltre alla disponibilità a far parte del gruppo di lavoro che ne seguirà l’articolazione. Arriviamo così all’assemblea del Forum. Ci sono 9 nuove associazioni che hanno scelto di aderire al Forum che accogliamo in questa assise. Un segnale importante l’adesione delle associazioni di rappresentanza degli immigrati, anche questo un preciso segnale di integrazione. Illustro di seguito il progetto tematico annuale che abbiamo condiviso nel Consiglio del Forum, dedicato come dicevo alla "Cittadinanza euromediterranea". Il progetto è molto ambizioso, non c’è dubbio, e richiede per essere realizzato il coinvolgimento delle associazioni e delle istituzioni che del Forum sono protagoniste. Non caricando le associazioni di un tema in più rispetto alla loro programmazione, bensì individuando (e stimolando, s’intende) fra le attività di ciascun soggetto delle iniziative che potrebbero rientrare negli itinerari proposti. Questi rispondono alle seguenti suggestioni: la storia, ovvero "L’Europa fuori di sé"; i saperi, ovvero "Conoscersi…"; i pensieri, "Pensieri in cerca di cittadinanza"; ed infine le geografie, ovvero "Scoprire l’Europa". Rimando i lettori alla proposta, che pubblicheremo a breve anche su questo sito. Presentiamo il nuovo sito del Forum (http://www.forumpace.it/), davvero un bel salto rispetto a quello precedente, un’impronta nuova tanto sotto il profilo grafico che su quello dei contenuti. Francesca Zeni ne illustra l’articolazione e i servizi a disposizione delle associazioni per valorizzare le loro attività ed insieme condividere spunti di riflessione, contenuti, progettualità. Infine la Marcia Perugia Assisi. Quest’anno sarà il 16 maggio, giorno in cui in Trentino si vota. Non a Trento e negli altri Comuni che sono stati da poco alle urne (Pergine Valsugana, Mezzolombardo, Cles, Aldeno…) e dunque da questi Comuni organizzeremo la partecipazione, cercando un tratto politico e culturale che caratterizzi questa partecipazione. Una sorta di anticipazione di quel che intendiamo fare l’anno prossimo, quando cadrà il cinquantenario dalla prima marcia, datata appunto 1961. Quando proporremo un itinerario formativo e conoscitivo sul pensiero eretico di Aldo Capitini. Finita l’assemblea, ma non la giornata. Ci incontriamo con Alberto Robol e Mirco Elena per parlare dell’attività di Isodarco, la scuola annuale dell’Unione degli Scienziati per il disarmo. Giunta alla sua XXIV edizione, vorremmo rilanciare quest’attività per il suo particolare valore e spessore […]