"Mi colpisce un concetto inserito al primo posto del programma della lista del PD di Dro. Si parla di "pausa costruttiva", proposta che si può declinare sia nel senso di porre fine alla logica del cemento che continua a mangiarsi territorio ma anche come necessità di fermarsi a riflettere su dove stiamo andando, di mettere a fuoco e comprendere le trasformazioni in atto che talvolta generano inquietudine, solitudine, paura. Del resto, che cosa sono un parco fluviale o agricolo se non una narrazione di questo tempo e di questo Trentino?"
... in questo passaggio di tempo la formazione (e quella politica in particolare) diventi di fondamentale importanza e che questa cosa prenda corpo in Trentino come in altre parti d'Italia mi sembra una risposta concreta proprio alla crisi della politica. Mi scrive Silvano Falocco, animatore della scuola di formazione che a Roma si è intitolata alla figura di Danilo Dolci, per chiedermi se me la sento di tenere a gennaio una giornata del loro percorso formativo. Il tema che mi viene proposto prende spunto da un passaggio di questo stesso diario: "La bellezza del passare la mano. Rottamatori e rottami: ma l'unico linguaggio è quello dello sfasciacarrozze? E' possibile trasmettere le esperienze, le passioni e le competenze in politica, senza costringere qualcuno a portarci via, a forza, dai luoghi del potere?". Tema intrigante, di particolare attualità. E, come potete immaginare, non può che farmi piacere trattare...
... la crisi di cui si parla rappresenta il manifestarsi di una situazione profondamente mutata. Che richiede idee, risposte originali, alleanze nuove contro quel processo di finanziarizzazione che devasta l'economia reale. E' quel che Giuseppe De Rita ha definito cultura terranea, non il ritorno alla civiltà contadina ma una diversa considerazione del territorio dove quest'ultimo non sia più l'oggetto dei processi insediativi ma un soggetto vivente, proprio nell'accezione che ne fa Alberto Magnaghi nel suo "Il progetto locale" (Bollati Boringhieri) quando afferma che «i luoghi sono soggetti culturali, "parlano", dialogano del lungo processo di antropizzazione attraverso il paesaggio, restituiscono identità, memoria, lingua, culture materiali, messaggi simbolici e affettivi»...