... Voglio dire che non si può ricordare Giuseppe Mattei omettendone la figura di personaggio eretico nel panorama politico e sindacale di quella straordinaria stagione riconducibile ai Consigli di Fabbrica e al protagonismo dei lavoratori nella società. Non posso dimenticare quando, durante la lunga vertenza della Michelin di cui Beppino fu protagonista, i lavoratori raggiunsero in corteo il Teatro Sociale dove si svolgeva una manifestazione a difesa della legge sul divorzio...
Il video. Tracce di un viaggio a Barcellona, nel cuore del conflitto catalano (22 - 25 marzo 2018)
Con la loro maestria gli amici Razi e Soheila hanno realizzato un corto, una traccia di quattro giorni intensi di viaggio che poi saranno sviuppati su www.zerosifr.eu Volti e luoghi che esprimono il valore della ricerca e della curiosità verso le cose del mondo, che poi sono le nostre cose.
https://www.youtube.com/watch?v=3mmlTxCAJbA&feature=youtu.be
Dal libro dell'esodo. Per interrogarci e turbare la pace.
Un salto a Milano per presentare un libro, un treno regionale e uno veloce, il tempo di arrivare in Galleria San Fedele in pieno centro, nel cuore della Milano della Compagnia di Gesù. Siamo nell'unico collegio elettorale della città (e forse della Padania) dove il centrosinistra prevale sulla Lega. La povera gente abita altrove, lontano da questi palazzi. Il capovolgimento qui è più che evidente e paradigmatico di come è cambiato questo paese...
«...Ripercorrere la vita di un filosofo, matematico e pacifista dai tratti controversi come Bertrand Russell, fra l'aristocrazia dei suoi natali e la prigione per le sue idee, attraverso un secolo ancor più controverso come il Novecento, fra grandi speranze e altrettanto spaventose tragedie, in poco meno di un'ora non è un'impresa agevole. Eppure il monologo di Stefano Detassis riesce nell'intento di farci attraversare l'una e l'altro con la leggerezza di una favola ma anche con la profondità della riflessione, laddove lo sguardo a ritroso può divenire una bussola per navigare un presente non meno accidentato. Sempre che quello sguardo qualcuno intenda raccoglierlo...»
... E proprio dal confronto con lo scrittore e giornalista triestino Roberto Curci è emersa l'idea di un festival della geografia o, meglio, delle geografie... un'ipotesi di lavoro che mi ronzava in testa da tempo nell'urgenza di indagare la distanza fra le nuove geografie nell'interdipendenza e gli assetti geopolitici ereditati dai due secoli passati ma che ancora incombono con i loro paradigmi sul tempo presente...
Il 5/6/7 ottobre scorso si è tenuto a Spello (Pg) l'incontro biennale che il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) propone ai propri associati. Una tre giorni che aveva come titolo "Sguardi meticci" e alla quale sono stato invitato per portare un contributo di pensiero nell'assemblea plenaria iniziale. Quello che segue è il testo del mio intervento.
Presenti al nostro tempo. Sulla solitudine di Papa Francesco e sulla necessità di cambiare i nostri paradigmi.
di Michele Nardelli
Sguardo è una parola che mi è cara. E quando mi è arrivato l'invito di Armando Zappolini nel quale, proprio parlando di questo incontro, scriveva della necessità di “essere colpiti da qualche cosa”, ho avvertito un'istintiva sintonia.
Perché quest'esortazione all'apparenza banale mi ricordava l'espressione che amava usare Hannah Arendt (peraltro non sua, ma le parole usate non hanno proprietà) quando indicava il bisogno di «essere presenti al proprio tempo». E certo almeno apparentemente tutti lo siamo, ma a guardar bene non è così. Essere presenti al proprio tempo significa mettere a fuoco gli avvenimenti, cogliere i segni del tempo, osservare ciò che vediamo ogni giorno con occhi diversi o semplicemente alzando lo sguardo.
Nel gorgo, per non abbaiare
Racconto di viaggio lungo la valle del Po, fra ingombranti eredità e la ricerca di nuovi paradigmi
di Michele Nardelli
In ognuno degli itinerari fin qui realizzati del “Viaggio nella solitudine della politica” sentivo di essere sul pezzo, ma mai come in quest'ultimo percorso nel cuore della “Padania” la sensazione di “essere presenti al proprio tempo” è stata così viva.
Essere lì, a Pieve di Soligo, nella terra di Andrea Zanzotto e di Giuseppe Toniolo, il poeta che ha saputo raccontare con grande profondità lo spaesamento della sua terra e l'economista cattolico che seppe dar corpo e profilo culturale al movimento cooperativo veneto, nel giorno cruciale del referendum per l'autonomia, ad interrogarci sul valore dell'autogoverno in una prospettiva europea, ha dato oltremodo significato al nostro viaggio assumendo nel tempo di twitter e dei talk show – come qualcuno ha osservato nel corso dell'incontro riferendosi all'aridità dell'attuale contesto politico – un profilo quasi commovente. ...
Lungo i confini del Novecento
Diario del 4° itinerario del "Viaggio nella solitudine della politica"
Come Predrag Matvejevic scrive a proposito dei Balcani, citando una famosa osservazione di Churchill, potremmo dire che stiamo viaggiando lungo un limes – quello nordorientale adriatico – che ha prodotto più storia di quanta non riesca a consumarne.
E se questo è vero per la notte dei tempi, per il Novecento lo è ancora di più, per il condensarsi in questo angolo di mare delle tragedie che lo hanno attraversato, dalle mattanze della prima guerra mondiale all'avvento qui forse più brutale che altrove del fascismo, dalle leggi razziali alla pulizia etnica, dalla cieca industrializzazione all'avvelenamento della laguna che ospita la città più bella del mondo, dall'occupazione nazista che trasformò uno stabilimento per la pilatura del riso in un luogo di sterminio ai campi di concentramento (Arbe) o di rieducazione (Goli Otok) dai quali si usciva (quando si usciva) segnati irrimediabilmente nel corpo e nello spirito, dalla complicità verso i persecutori alla falsa coscienza che ancora pervade comunità chiuse nel proprio racconto (ma meglio sarebbe dire nella propria ossessione). E molto altro ancora.
La mancata elaborazione anche solo di questo passaggio di tempo breve o lungo che è stato il Novecento ha fatto sì che questo secolo ancora oggi incomba sul presente di queste terre, sia come eredità sepolta ma viva nei fanghi della laguna o nelle dolorose vicende familiari degli operai che il petrolchimico ha devastato, come nell'ipocrisia di una città come Trieste che non sa e non vuole fare i conti con se stessa.
Nel nostro itinerario, viaggiamo nelle memorie frastagliate di tutto questo, fra i confini degli uomini e quelli (pur sempre degli uomini) della mente, a ben vedere ancor più radicati di quelli che separano gli stati, fra narrazioni separate e paradigmi apparentemente inossidabili.
... Il luogo dove si svolge il nostro incontro è un centro di co-working nel quartiere di Ballarò, con annesso un piccolo ristorante gestito da persone che vengono da ogni parte del mediterraneo. Sono qui per parlare del “Viaggio nella solitudine della politica” e già il fatto che le idee navighino, possano trovare ascolto e suscitare confronto collettivo mi sembra un grande regalo...
... Itinerari che verranno seguiti con occhi diversi, diversi per storia personale, anagrafica e sensibilità di sguardo, ma anche perché non ci siamo messi in cammino per trovare conferme, ma per dare corpo a quel cambio di paradigma la cui assenza è all'origine della crisi della politica. Per questo di ciascun itinerario produrremo gli appunti, materiale grezzo da plasmare insieme per proseguire il dialogo avviato. Lo faremo sin d'ora dalle pagine del blog dedicato al viaggio