Sami Adwan è persona simpatica e curiosa, risponde senza reticenze alle stimolanti domande di Adel Jabbar. "La storia dell'altro" è un libro che non era nelle corde della maggioranza della sua gente perché mettere a confronto due narrazioni tanto diverse significa in qualche modo legittimarle, eppure era fondamentale partire da lì per cercare una terza narrazione lasciata come spazio bianco da riempire in un percorso di riconciliazione. Un lavoro diverso da quello, peraltro preziosissimo, dei nuovi storici (Morris, Pappe...) che in Israele parlano del 1948 rompendo il tabù di una narrazione che negava la pulizia etnica e che oggi viene a galla anche grazie all'apertura degli archivi britannici che permettono di svelare vicende sempre taciute nella costruzione dello stato di Israele. Di quanto ha inciso l'uscita di questo lavoro rivolto alle scuole, adottato ancora da pochi educatori ma diventato strumento per la formazione degli insegnanti, non solo in Israele e in Palestina. Tanto è vero che stamane, in una scuola di Mezzolombardo, un ragazzo ha chiesto a Sami Adwan perché il metodo adottato in questo libro non potesse essere utilizzato anche qui. E proprio di questo si parlerà mercoledì prossimo nel confronto che Adwan avrà con gli insegnanti trentini (gli insegnanti - ci dice - dovrebbero diventare produttori di storia, non solo consumatori), uno dei molti appuntamenti che sono previsti con lui in tutta la regione.
In effetti, di ricostruire una lettura condivisa della storia, di educazione alla pace e di capacità di stare nei conflitti per farli evolvere in forma nonviolenta, discutiamo nel tardo pomeriggio nel Consiglio del Forum a proposito delle iniziative sul ventennale della LP 11/91 che lo ha istituito. Un bilancio s'impone e decidiamo di aprire un confronto pubblico sul sito del Forum (ma anche sulla stampa locale) sull'impatto di questa legge nel fare diverso il Trentino: il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? Definiamo un ricco programma di iniziative che verranno avviate il prossimo 11 giugno in un luogo simbolico (probabilmente il forte di Cadine che dovrebbe diventare una sorta di laboratorio permanente sull'elaborazione del conflitto), per proseguire nei mesi successivi con una serie di eventi che si stanno perfezionando.
Nel primo pomeriggio si svolge la conferenza d'informazione su Metroland, il progetto di collegamento su rotaia della valli del Trentino. Ho sempre guardato con attenzione e curiosità a questa proposta avveniristica, ma oggi nell'ascoltare le relazioni dei tecnici per l'ennesima volta senza che in premessa non venga posto il tema della mobilità alternativa, l'autostrada informatica e la riforma istituzionale come snodi decisivi destinati a modificare radicalmente il rapporto con la mobilità tradizionale, mi girano proprio le scatole. In mattinata avevo appositamente chiamato il vicepresidente Pacher affinché nella trattazione del progetto si parlasse della vera riforma ambientale e della mobilità che stiamo realizzando in Trentino, la banda larga e le comunità di valle. I dati già visti mille volte sul traffico pubblico e privato fotografano certo l'attuale situazione, ma non è questo il riferimento che può motivare un investimento di oltre tre miliardi e mezzo di euro. Anche in questo caso la politica deve saper offrire visioni e spero che il vicepresidente lo faccia. Devo infatti andarmene a metà conferenza per altri impegni programmati.
In questo report a ritroso di questo inizio settimana, fra incontri e riunioni, la predisposizione di un emendamento alla legge di riforma sulla protezione civile relativo alla formazione dei volontari per gli interventi in sede internazionale. Leggo l'intervista di ieri sul Corriere del Trentino a Giovanni Kessler su questa riforma e rimango basito: ne esce proprio un'altra idea di questa terra e decido di rispondergli. Sempre se riesco a trovare il tempo.... Che i partecipanti s'interroghino su come interpretare il tema della pace nelle loro scelte amministrative mi sembra davvero questione non banale. Così nel mio intervento prima dei cento rintocchi di Maria Dolens sottolineo proprio come oggi la pace debba essere declinata nel concetto di sobrietà, nell'uso delle risorse come nei comportamenti, nella capacità di ascolto come nei toni che usiamo quando entriamo in conflitto con chi la pensa diversamente...
L'assemblea del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani rappresenta un complesso di realtà molto diverse fra loro, associazioni di volontariato, istituzioni di ricerca, musei storici, università, fondazioni, il Consorzio dei Comuni trentini e il Consiglio Provinciale. Un istituzione unica nel suo genere in Italia, che quest'anno compie vent'anni di vita. Era infatti il 10 giugno 1991 quando il Consiglio provinciale approvò la legge istitutiva, in un contesto di profonde trasformazioni ma anche di civiltà politica...
... considero vitale la connessione fra il Trentino e il contesto globale, condizione essenziale per "stare al mondo". Non c'è ambito nel quale le connessioni glocali non siano all'ordine del giorno e per questo dovremmo rifocalizzare il nostro sguardo politico, sociale, amministrativo. Non si va in Palestina o in qualsiasi altra parte del pianeta per aiutare ma per aiutarsi a comprendere quel che accade e per osservare da una diversa angolatura la propria stessa realtà...