21 Settembre 2011

mercoledì, 21 settembre 2011

... questa marcia assume un particolare significato nel contesto della crisi finanziaria che fa tremare il mondo intero. Per affrontarla seriamente servono scelte di fondo, non espedienti. E allora dobbiamo dirci chiaro e tondo che non si possono spendere come fa l'Italia 23,5 miliardi di euro ogni anno per l'apparato e 6 miliardi di euro per missioni all'estero o investimenti nel settore degli armamenti. Complessivamente quasi 30 miliardi di euro all'anno (il corrispettivo di una manovra finanziaria). Fra i cosiddetti investimenti c'è il programma di acquisto degli F35, aerei da combattimento di ultima generazione, per una spesa prevista di 16,5 miliardi in dieci anni. Perché non si mettono in discussione? L'idea che le spese militari facciano PIL è come augurarsi un terremoto per rimettere in moto l'economia. Perché si chiede con così forza il taglio dei costi della politica e non con altrettanta forza quello alle spese militari? O facciamo finta di non vedere che i singoli paesi europei spendono ogni anno 240 miliardi per la difesa? Che fine ha fatto l'Europa e la difesa comune?...
19 Settembre 2011

lunedì, 19 settembre 2011

...concludo la giornata partecipando - presso l'ex convento degli Agostiniani - al decimo compleanno del Cam, il Consorzio Associazioni con il Mozambico. In un contesto tanto diverso da quello balcanico come l'Africa più profonda, gli amici del Cam hanno sviluppato un quadro di riflessioni sulla cooperazione internazionale che riprende largamente quelle che ho sviluppato in questi anni, riprendendo concetti e parole di quella che abbiamo chiamato "cooperazione di comunità". Lungo l'intera settimana svilupperanno momenti di approfondimento che, a partire dall'esperienza concreta, delineano un pensiero di alto profilo. A testimonianza che questo non è solo il mondo del "fare", ma una realtà - in particolare quella dei Tavoli - che in questi anni ha saputo mettere mette a disposizione della nostra intera comunità uno sguardo che è diventato cultura politica. Ma non so quanto la politica e le istituzioni se ne siano effettivamente accorte...
18 Settembre 2011

domenica, 18 settembre 2011

Non so se è il mio sguardo o il mio stato d'animo, ma me ne vado dalla Palestina con un po' di pessimismo in più. Sarà per quanto abbiamo visto in questa breve visita, per la violenza così intima e profonda che presiede il togliere l'acqua (cioè la vita) ad altre persone che non hanno altro posto per vivere, ma non vedo vie d'uscita...
16 Settembre 2011

venerdì, 16 settembre 2011

... Nella città vecchia di Hebron è prevista la conferenza stampa a conclusione della Carovana. Tutti i negozi sono chiusi per il venerdì, ma sono circa ottocento quelli che le cui serrature sono state saldate con la fiamma ossidrica dai soldati israeliani solo perché nei pressi di una linea di confine che non è scritta da nessuna parte se non nell'incubo degli israeliani. Qualche giornalista, qualche reporter, raccolgono le voci delle persone che sono venute fin qui dall'Italia a testimoniare che l'acqua e la terra non sono solo un diritto ma un nuovo paradigma globale...

15 Settembre 2011

giovedì, 15 settembre 2011

... La partita che si gioca in questa parte del vicino oriente è davvero complessa. Richiederebbe una classe dirigente capace di mettere in campo idee nuove, visto che le opzioni fin qui seguite non hanno portato che ad un progressivo peggioramento della situazione. Ne parliamo in un incontro con il ministro Daiq e i suoi collaboratori, persone con il volto scolpito dalla storia di questo paese, dopo che l'udienza è stata sospesa per la ricusazione della corte. Mentre penso al ruolo che la primavera araba sta svolgendo nel ricambio politico dei paesi della regione, sono loro ad introdurre questo argomento. Come avessero la percezione che per uscire da questa situazione occorra anche qui una grande primavera nonviolenta...

14 Settembre 2011

mercoledì, 14 settembre 2011

... Così, con questa importante testimonianza del responsabile dell'agricoltura palestinese che snocciola dati sulle potenzialità, sul fabbisogno e sull'amara realtà dell'acqua in Palestina, si conclude la prima giornata di questo nuovo viaggio in "terrasanta". Il giorno seguente toccheremo con mano questa realtà, attraverso villaggi e città dei territori palestinesi trasformati in un incredibile guazzabuglio di zone a sovranità variabile, ma sempre più limitata. Espropriate non solo della terra ma anche dell'acqua. Vedere le piantagioni rinsecchite, le cisterne vuote, le fonti d'acqua inquinate dalle acque nere degli insediamenti israeliani e dai reflui industriali di aree chimiche e metallurgiche che secondo la legalità internazionale dovrebbero essere spazio vitale per il futuro stato palestinese, fa proprio male...
11 Settembre 2011

domenica, 11 settembre 2011

A dieci anni da quel tragico 11 settembre 2001 effettivamente sono cambiate molte cose. Non starò qui a dirvi di ricordi e di emozioni personali di fronte alle immagini terrificanti che tutti vedemmo in diretta dal cuore della grande mela. Ne sono pieni i giornali ed il rischio è davvero di cadere nella retorica. Credo invece sia bene interrogarsi su come appariva il mondo all'alba di quell'11 settembre e come il corso della storia sia da allora cambiato. Ne ha scritto con acutezza Lucio Caracciolo qualche giorno fa, mettendo in rilievo il declino della "superpotenza solitaria" (articolo che potete trovare in home page). Vorrei solo obiettare a Caracciolo che quella solitudine non era il "sogno americano", era diventato un incubo invece, per gli americani e il mondo intero.
8 Settembre 2011

giovedì, 8 settembre 2011

... Il giorno dopo lo sciopero generale il Senato vota l'ennesima fiducia (ormai si è perso il conto) come se nulla fosse. Ma non si capisce che anche così si scassa la democrazia? Se il più grande sindacato italiano porta in piazza milioni di lavoratori, giovani e pensionati per dire che la manovra è iniqua e inefficace e questo non ha alcun effetto, non diventa legittimo interrogarsi su quali sono gli strumenti della dialettica sociale? Se quella politica è nei fatti paralizzata da un Parlamento dove le maggioranze si comprano grazie al "porcellum" che affida nelle mani del capo la scelta degli eletti a seconda del loro grado di fedeltà oppure a suon di improbabili sottosegretariati, la dialettica sociale - l'altra faccia della democrazia - diviene fondamentale. Ma se anche questa strada è spuntata, allora la situazione può diventare pericolosa. Quando si sfarina la dialettica democratica, gli esiti possono rivelarsi disastrosi...
6 Settembre 2011

martedì, 6 settembre 2011

Una rivoluzione senza bandiere, uno sciopero generale dove l'indignazione rischia di diventare frustrazione. Immagini su cui riflettere. ...Forse che quei simboli corrispondono ad una divisione del paese che invece andrebbe ricomposta a partire da altre parole? Forse che gli strumenti che mettiamo in campo non riescono più a comunicare? Forse che le stesse rappresentazioni politiche non sono in grado di intercettare un tempo nuovo?

5 Settembre 2011

lunedì, 5 settembre 2011

Riunione del gruppo consiliare del PD del Trentino di buon mattino per mettere a punto l'agenda di lavoro delle prossime settimane: il contesto di tagli prodotti dalla manovra finanziaria anche per il Trentino, l'avvio della discussione sulla finanziaria 2012, i costi della politica, le attività legislative sulle quali indicare la priorità. Decidiamo di dedicare la riunione di gruppo di lunedì prossimo alla finanziaria ed entriamo invece nel merito dei cosiddetti costi della politica...
3 Settembre 2011

sabato, 3 settembre 2011

... Le figure che attraversano il mio intervento non sono santi, mostri piuttosto, ma nella loro (e nostra) normalità. Perché il male di cui parlo (la guerra com'è cambiata nel corso del tempo, le guerre postmoderne e i lati inconfessabili della guerra) non è riconducibile al tiranno di turno ma a ciascuno di noi. E' la "banalità del male" di cui ci ha parlato Hannah Arendt ma che regolarmente rimuoviamo... è la "felicità della guerra" che preferiamo non vedere, rimossa perché chiama in causa la natura umana. Come potremmo altrimenti spiegare il fatto che, lungo 5.600 anni di storia scritta, vi siano state almeno 14.600 guerre? La guerra è la normalità e la pace sorge nel territorio della guerra. O comprendiamo questo oppure il pacifismo diventa la pace dell'ingenuità o, se volete, dell'ignoranza travestita da innocenza...
31 Agosto 2011

mercoledì, 31 agosto 2011

Per la comunità islamica del Trentino è la fine del Ramadam. Un giorno di festa, ma anche l'occasione per un rinnovato impegno da parte della comunità e delle istituzioni trentine nel processo di costruzione di una piena cittadinanza, a cominciare dal diritto ad un luogo di preghiera per i credenti. E per questi nuovi trentini di sentirsi responsabilmente parte integrante di un territorio. Nel saluto che il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti porta alla "Festa del Fitr" che conclude il Ramadam questo messaggio esce forte e chiaro. "Il Ramadan insegna la pazienza, l'altruismo, la solidarietà e l'amore per il prossimo, come  si dice è il mese, il corso intensivo di educazione e del cambiamento in positivo - scrive il Presidente Comunità Islamica del Trentino Alto Adige Aboulkheir Breigheche - ... mi piace dire che il Ramadan ci insegna di come essere buoni cittadini".