E' stata la prima manifestazione pubblica in uno spazio chiuso con le regole del distanziamento che sia stata realizzata a Bondo (ora uno dei borghi del nuovo comune di Sella Giudicarie) e probabilmente l'argomento non poteva essere migliore: la presentazione del libro “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite” (Bertelli Editori, 2020). Perché quel monito, le connessioni che il libro pone e che la serata ha ampiamente affrontato hanno posto l'attenzione non solo sugli eventi che a fine ottobre 2018 hanno portato alla distruzione di 42.525 ettari di bosco ma anche sulla Pandemia che è entrata drammaticamente nelle nostre esistenze e che nel pianeta è ancora nella sua fase più acuta...
Nelle valli del Pasubio il tempo è da lupi e sembra ricordare in qualche modo quel pomeriggio del 28 ottobre 2018 quando Vaia passò anche da qui. Sotto la pioggia intensa, arrivando al rifugio Masetto poco sopra l'abitato di Geroli, immaginavo che la prevista presentazione de “il Monito della ninfea” si sarebbe risolta in una chiacchierata fra pochi intimi. Ovviamente l'incontro non si sarebbe potuto svolgere all'aperto e di conseguenza Anna e Gianni, sapendo il fatto loro, avevano predisposto una bella sala al piano superiore con il necessario distanziamento dei posti a sedere.
... la presentazione de “Il monito della ninfea” ha richiamato quasi un centinaio di persone: una strada gremita pur nel rispetto delle regole di precauzione, a rappresentare il desiderio di riappropriarsi di uno spazio di rinascita dopo mesi di lockdown... una riflessione esigente che si pone l'urgenza di un cambiamento dei paradigmi e di quel modello di sviluppo che ci ha portati nel territorio dell'insostenibilità ...
... Angelo ci invita a riscoprire la salubrità del cibo, secondo i criteri di qualità definiti dagli autori del decalogo di consigli consultabile nel sito di Alpibio ("
Oggi sarebbe stato il giorno centrale del consiglio nazionale di Slow Food Italia che dopo circa 20 anni si sarebbe svolto in Sicilia. Da tempo ci preparavamo a questo evento, epocale per la Sicilia, e a margine dei lavori congressuali, si era scelto come luogo simbolo la spianata dei Megaliti dell’Argimusco, sito magico, in cui si sarebbe svolto un rito propiziatorio, accompagnato da canti antichi siciliani, dedicato alla primavera e al risveglio del pianeta dall’inverno dovuto prevalentemente all’aggressione insostenibile dell’uomo verso il nostro pianeta. Avremmo celebrato le “COLTURE RESILIENTI” con la benedizione di un piccolissimo campo di grano di sementi antiche siciliane, piantato simbolicamente proprio in quella radura...
C'è una comunità di pensiero che, malgrado il protrarsi della crisi dei corpi intermedi, non ha mai smesso di osservare in maniera attenta e curiosa il proprio tempo, di interrogarsi sull'intrecciarsi delle crisi che devastano il pianeta, di riflettere criticamente sui paradigmi della modernità che ne sono all'origine e di immaginare nuovi scenari. E' questa la considerazione che mi viene dalla serata di presentazione del libro “Il monito della ninfea” alla libreria Arcadia di Rovereto.
... Di questa dimensione inclusiva, che sa accogliere e prendersi cura, e che di Marina costituiva il profilo essenziale, parlano i ricordi e le testimonianze. Anche a Castelluccio tutto questo si poteva avvertire. Risuonava nelle parole “così avrebbe voluto Marina” con cui Stefano e Paola ci hanno proposto un vin brulè per riscaldarci. Valgono per Marina le parole che Hans Jonas dedicò ad Hannah Arendt proprio nel giorno del suo funerale: «Aveva il genio dell'amicizia».
Che cosa dire di quasi quaranta persone che affollano l'aula magna delle Scuole Medie di Ala per l'ennesima presentazione del libro “Sicurezza”? E' interessante toccare con mano, a quasi due anni dalla sua uscita, l'interesse che questo libro ancora genera e l'attualità del suo messaggio, tanto questa parola – sicurezza – continua ad essere il mantra che pervade la campagna elettorale permanente nella quale questo paese è finito. E prendere atto come la necessità di una sua diversa declinazione possa diventare, vista la prossimità delle elezioni comunali, un terreno sul quale contendere il terreno agli imprenditori della paura.
Caro Mario, provo a scrivere le parole che avrei voluto rivolgerti nel momento del nostro ultimo saluto ma che, per emozione, ritrosia o timidezza, non mi sono venute.
Il mio primo pensiero, al di là dei tanti episodi di vita che abbiamo saputo intrecciare e che pure sarebbe bello rammentare, non può che andare all'impegno politico che, di questi tempi, facciamo un po' fatica a ricordare ed elaborare. Che invece è giusto rivendicare perché in ciascuno di noi non ci sono compartimenti stagni e perché la politica per noi occupava (e ha continuato ad occupare) uno spazio grande, di cuore e di pensiero, che ci ha fatti incontrare lungo un percorso impervio e appassionante.
Diario palermitano... e non solo
Palermo, dicembre 2019. Tre giorni non sono niente per visitare e cercare di capire una città come Palermo. Nella quale peraltro sono stato molte altre volte, ma senza mai con l'intenzione di entrare in questa città, nella sua storia e nella sua comunità. Come se qualcosa me la facesse sentire ostile.
Devo dunque ringraziare gli amici di Tulime1: è grazie a loro se negli ultimi anni mi ci sono avvicinato un po' di più, per quanto di fretta. Forse, anzi certamente, sono cambiati i miei occhi, il mio sguardo si dispone diversamente dal passato. Così in quest'ultima occasione, un po' per le persone che ho incontrato, un po' girovagando nei quartieri del suo centro storico, un po' perché più ci si addentra nel Mediterraneo il fascino di questi luoghi carichi di storia e di umanità ti avvolge, ho trovato Palermo una città particolarmente avvolgente e mi è venuta voglia di ritornarci. Ne parlo in questo piccolo diario palermitano.