19 Luglio 2020

domenica, 19 luglio 2020

E' stata la prima manifestazione pubblica in uno spazio chiuso con le regole del distanziamento che sia stata realizzata a Bondo (ora uno dei borghi del nuovo comune di Sella Giudicarie) e probabilmente l'argomento non poteva essere migliore: la presentazione del libro “Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite” (Bertelli Editori, 2020). Perché quel monito, le connessioni che il libro pone e che la serata ha ampiamente affrontato hanno posto l'attenzione non solo sugli eventi che a fine ottobre 2018 hanno portato alla distruzione di 42.525 ettari di bosco ma anche sulla Pandemia che è entrata drammaticamente nelle nostre esistenze e che nel pianeta è ancora nella sua fase più acuta...

11 Luglio 2020

sabato, 11 luglio 2020

Nelle valli del Pasubio il tempo è da lupi e sembra ricordare in qualche modo quel pomeriggio del 28 ottobre 2018 quando Vaia passò anche da qui. Sotto la pioggia intensa, arrivando al rifugio Masetto poco sopra l'abitato di Geroli, immaginavo che la prevista presentazione de “il Monito della ninfea” si sarebbe risolta in una chiacchierata fra pochi intimi. Ovviamente l'incontro non si sarebbe potuto svolgere all'aperto e di conseguenza Anna e Gianni, sapendo il fatto loro, avevano predisposto una bella sala al piano superiore con il necessario distanziamento dei posti a sedere.

20 Giugno 2020

sabato, 20 giugno 2020

... la presentazione de “Il monito della ninfea” ha richiamato quasi un centinaio di persone: una strada gremita pur nel rispetto delle regole di precauzione, a rappresentare il desiderio di riappropriarsi di uno spazio di rinascita dopo mesi di lockdown... una riflessione esigente che si pone l'urgenza di un cambiamento dei paradigmi e di quel modello di sviluppo che ci ha portati nel territorio dell'insostenibilità ...

 

28 Marzo 2020

sabato, 28 marzo 2020

Oggi sarebbe stato il giorno centrale del consiglio nazionale di Slow Food Italia che dopo circa 20 anni si sarebbe svolto in Sicilia. Da tempo ci preparavamo a questo evento, epocale per la Sicilia, e a margine dei lavori congressuali, si era scelto come luogo simbolo la spianata dei Megaliti dell’Argimusco, sito magico, in cui si sarebbe svolto un rito propiziatorio, accompagnato da canti antichi siciliani, dedicato alla primavera e al risveglio del pianeta dall’inverno dovuto prevalentemente all’aggressione insostenibile dell’uomo verso il nostro pianeta. Avremmo celebrato le “COLTURE RESILIENTI” con la benedizione di un piccolissimo campo di grano di sementi antiche siciliane, piantato simbolicamente proprio in quella radura...

1 Marzo 2020

domenica, 1 marzo 2020

... In una fredda domenica di pioggia, sessanta persone malgrado il “coronavirus”, i quaderni di appunti e l'attenzione dei momenti di formazione, la qualità delle relazioni e delle esperienze raccontate, il buon cibo preparato con cura per le pause dei nostri lavori, il laboratorio di degustazione del formaggio... davvero una giornata utile e piacevole che non sarebbe stata possibile senza l'apporto di Fabiana Brandino e Nicola Fattibene, a cui va il mio e nostro ringraziamento.
15 Febbraio 2020

sabato, 15 febbraio 2020

C'è una comunità di pensiero che, malgrado il protrarsi della crisi dei corpi intermedi, non ha mai smesso di osservare in maniera attenta e curiosa il proprio tempo, di interrogarsi sull'intrecciarsi delle crisi che devastano il pianeta, di riflettere criticamente sui paradigmi della modernità che ne sono all'origine e di immaginare nuovi scenari. E' questa la considerazione che mi viene dalla serata di presentazione del libro “Il monito della ninfea” alla libreria Arcadia di Rovereto.

1 Febbraio 2020

sabato,1febbraio 2020

... Di questa dimensione inclusiva, che sa accogliere e prendersi cura, e che di Marina costituiva il profilo essenziale, parlano i ricordi e le testimonianze. Anche a Castelluccio tutto questo si poteva avvertire. Risuonava nelle parole “così avrebbe voluto Marina” con cui Stefano e Paola ci hanno proposto un vin brulè per riscaldarci. Valgono per Marina le parole che Hans Jonas dedicò ad Hannah Arendt proprio nel giorno del suo funerale: «Aveva il genio dell'amicizia».

24 Gennaio 2020

venerdì, 24 gennaio 2020

Che cosa dire di quasi quaranta persone che affollano l'aula magna delle Scuole Medie di Ala per l'ennesima presentazione del libro “Sicurezza”? E' interessante toccare con mano, a quasi due anni dalla sua uscita, l'interesse che questo libro ancora genera e l'attualità del suo messaggio, tanto questa parola – sicurezza – continua ad essere il mantra che pervade la campagna elettorale permanente nella quale questo paese è finito. E prendere atto come la necessità di una sua diversa declinazione possa diventare, vista la prossimità delle elezioni comunali, un terreno sul quale contendere il terreno agli imprenditori della paura.

26 Dicembre 2019

venerdì, 13 dicembre 2019

Caro Mario, provo a scrivere le parole che avrei voluto rivolgerti nel momento del nostro ultimo saluto ma che, per emozione, ritrosia o timidezza, non mi sono venute.

Il mio primo pensiero, al di là dei tanti episodi di vita che abbiamo saputo intrecciare e che pure sarebbe bello rammentare, non può che andare all'impegno politico che, di questi tempi, facciamo un po' fatica a ricordare ed elaborare. Che invece è giusto rivendicare perché in ciascuno di noi non ci sono compartimenti stagni e perché la politica per noi occupava (e ha continuato ad occupare) uno spazio grande, di cuore e di pensiero, che ci ha fatti incontrare lungo un percorso impervio e appassionante.

26 Dicembre 2019

giovedì, 26 dicembre 2019

Diario palermitano... e non solo

Palermo, dicembre 2019. Tre giorni non sono niente per visitare e cercare di capire una città come Palermo. Nella quale peraltro sono stato molte altre volte, ma senza mai con l'intenzione di entrare in questa città, nella sua storia e nella sua comunità. Come se qualcosa me la facesse sentire ostile.

Devo dunque ringraziare gli amici di Tulime1: è grazie a loro se negli ultimi anni mi ci sono avvicinato un po' di più, per quanto di fretta. Forse, anzi certamente, sono cambiati i miei occhi, il mio sguardo si dispone diversamente dal passato. Così in quest'ultima occasione, un po' per le persone che ho incontrato, un po' girovagando nei quartieri del suo centro storico, un po' perché più ci si addentra nel Mediterraneo il fascino di questi luoghi carichi di storia e di umanità ti avvolge, ho trovato Palermo una città particolarmente avvolgente e mi è venuta voglia di ritornarci. Ne parlo in questo piccolo diario palermitano.

8 Novembre 2019

mercoledì 24 giugno 2009

I mutamenti climatici stanno mostrando i loro effetti e su Reggio si scatena un vero e proprio nubifragio. Andiamo con Mariella in aeroporto per noleggiare un’auto che lasceremo a Napoli dopo qualche giorno di vacanza fra Maratea ed il Cilento. Partiamo ed è un diluvio che ci rende il viaggio lungo la Calabria sicuramente più fresco ma anche più lento, visto che con l’acqua che scende non è il caso di correre. La costa della Calabria, naturalmente bella, fa i conti con l’azione dell’uomo ed è un continuo di case, spesso in costruzione o semplicemente lasciate a metà, senza soluzione di continuità. Anche l’autostrada ti dà il segno di una regione per anni abbandonata a se stessa e segnata dalla criminalità: ovunque interruzioni di carreggiata, lavori lasciati sospesi per anni, viadotti in condizioni penose. E’ la "Salerno – Reggio Calabria" e bene aveva fatto Tonino a dirmi che in auto non sarei mai arrivato in tempo per la conferenza a Messina. Addolora vedere una regione dalle straordinarie potenzialità messa così, alla mercé dell’abusivismo (La Repubblica del giorno dopo darà notizia di un abuso ogni 150 metri lungo la costa calabra), della speculazione privata e dell’incuria. E devo dire che lasciandoci alle spalle Praia a Mare, entrando in Basilicata, l’aspetto è decisamente diverso, se non altro nella cura delle strade. C’è qua e là qualche scheletro di cemento, segno che un po’ ci hanno provato anche qui, ma l’impressione è che Maratea tutto sommato mantenga la sua fama di città della cura dell’ambiente. Da quando siamo stati qui in vacanza la prima volta sono passati trent’anni e un po’ fatichiamo a riconoscere le spiagge, un tempo pressoché deserte ed oggi ricoperte di ombrelloni e sdraio in attesa che arrivi la massa dei turisti. Per nostra fortuna siamo a fine giugno, il turismo di massa deve arrivare e dunque scendere a mare è ancora un piacere. Alziamo gli occhi e quello che un tempo era l’hotel Marisdea direttamente a picco sul mare oggi è un edificio abbandonato e pericolante, conservando dell’antico fascino solo qualche tratto di colore azzurro. Anche Maratea porto non è più la stessa, grazie alle centinaia di imbarcazioni che lì ormeggiano. Un porto per riccastri, si direbbe dal tipo di natanti parcheggiati, che però hanno cambiato il volto del luogo. Ed anche il suo genio, un tempo rappresentato da Za’ Mariuccia che ci cucinava gli spaghetti alle vongole veraci come solo lei sapeva fare. Il locale c’è ancora, è blasonato con "il buon ritorno", ma non è più lo stesso. Con Gabriella decidiamo di dedicarci "un pranzo da pascià" (trent’anni valgon bene una cena con i fiocchi) ma tranne il tavolino sul balcone il resto è una grande delusione. E il prezzo del conto, lasciamo stare… In compenso ci sistemiamo in un posto molto carino e in mezzo alla macchia mediterranea, che ci farà da base per un paio di notti. Riscoprire dopo un tempo così lungo il vecchio paese è un’avventura: cerchiamo ristoranti che non ci sono più, scopriamo che il tempo si è portato via persone conosciute, ma anche che la vecchia Za’ Mariuccia c’è ancora. Chissà cosa penserà del suo locale ora così esclusivo ma che della sua anima i figli hanno conservato ben poco.  In compenso nel cuore della città vecchia scopriamo un locale ricco degli antichi sapori della Lucania che ci ripaga degnamente della sera precedente. Ripercorriamo verso nord le strade che ci hanno visti poco più che ragazzi, ma dopo tutto questo tempo è davvero difficile raccapezzarsi. Strade costeggiate dal mare lungo le quali dormivamo in spiaggia o in auto ed ora occupate da stabilimenti balneari tutti uguali, piccoli centri abitati ora cresciuti a dismisura, campeggi con migliaia di bungalow pronti ad ospitare un turismo senza qualità. Sono brutti ed inospitali da vuoti, figuriamoci quando brulicheranno di migliaia di persone, quintali di creme nauseabonde, il vociare di chi non ama il silenzio. Grazie a Maurizio, amico di Salerno conosciuto nelle frequentazioni balcaniche e che si è da poco ristrutturato un vecchio casolare in mezzo gli ulivi, troviamo un agritur lontano dalla bolgia (non oso immaginare la calca dei mesi di luglio e di agosto), proprio sotto il vecchio centro di Pisciotta, antico borgo medievale che ha conservato nonostante le anonime costruzioni della modernità un po’ del suo antico fascino. L’agriturismo "La locanda sul fiume" dove siamo alloggiati si rivela oltre ogni nostra aspettativa, nel gusto con il quale è stato ricostruito (era uno dei più grandi frantoi dell’ottocento), nell’accuratezza delle stanze e negli straordinari sapori della cucina di Sonia. Decidiamo così di goderci per qualche giorno questo luogo, un piccolo paradiso in una Campania tanto ricca quanto offesa. Il turismo ha portato per qualcuno affari d’oro, ma il territorio complessivamente si è impoverito. Un mare di negozi e magazzini che vendono cianfrusaglie di ogni tipo "made in China", ma la ricchezza più vera, la terra e l’ulivo, sono in grande sofferenza. Perché faticare se c’è un business molto più redditizio e molto meno faticoso? E così nei villaggi turistici i prodotti del territorio non ci sono e sono in pochi a richiederli. Gli agriturismi si contano sulle dita. Le spiagge affollate sono un inferno di rumore e di banalità. Per trovare amore per il territorio bisogna spostarsi nell’entroterra, dove la cultura terranea ancora resiste ed il piacere del "buono, pulito e giusto" si coniuga con quel che dà la terra (e il mare). Scoviamo così un’enoteca proprio a due passi da Pisciotta,  molto spartana ma invece ben fornita: è un piacere ritrovare il Fiorduva o il Pallagrello bianco ed altri vini campani di grande pregio. Uno spuntino diventa un signor pranzo, annaffiato da un Fiano "Rocca del principe" che vale la giornata. Mi accorgo solo alla fine che si tratta di un locale segnalato da Slow Food. Eravamo gli unici ospiti e vi assicuro che il conto era più che onesto. Mi convinco oltremodo che "buono, pulito e giusto" sia un programma politico che fa la differenza. Ma le logiche che prevalgono sono […]