... La fase politica che viviamo è particolarmente complessa, richiede capacità di guardare oltre, di non fermarsi agli interessi di bottega, tantomeno su quelli personali. La possibile candidatura di Mario Monti alla presidenza del Consiglio nelle elezioni politiche anticipate fa sì che la nostra coalizione di governo possa trovarsi divisa e questo dovrebbe farci mettere in campo tutte i possibili anticorpi per evitare sfarinamenti. Così provo a ricostruire con il mio intervento il profilo politico di quel percorso che ha consentito al Trentino di rappresentare nel ventennio leghista e berlusconiano un'anomalia. Il testo integrale lo travate nella home page. Devo dire che alla fine dell'intervento ricevo un diffuso riconoscimento, a testimonianza che la trasversalità non debba essere necessariamente medietà...
Non è una relazione qualsiasi quella che alle dieci e trenta di lunedì 10 dicembre il presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai si accinge a leggere davanti al massimo organo della nostra autonomia. Si avverte nelle parole del presidente, forse per la prima volta nel corso di questi anni, l'emozione del commiato, il concludersi di un percorso insieme politico ed umano tutt'altro che banale. Ed infatti, quello che Lorenzo Dellai traccia è un bilancio non solo di questa legislatura ma di quattordici anni di governo, interpretati con l'impronta di un uomo che ci ha messo non solo l'intelligenza ma anche il carattere e lo stile di un modo di governare che talvolta hanno fatto discutere...
... Proseguono intanto gli incontri pubblici sulla LP 5/2012 relativo alla bonifica dell'inquinamento da amianto. Giovedì sera tocca a Cristo Re, nella saletta del circolo La Ginestra. Poca gente, per la verità, ma grande interesse e i complimenti per questo esempio di buona politica. Esprimo nell'incontro il mio rammarico per il ritardo nel varo dell'aggiornamento del Piano che deve riprendere il dettato legislativo, a partire dalla rimozione del problema che ancora spesso caratterizza l'atteggiamento dei cittadini. Uno dei presenti ci racconta di un condominio di via Milano dove i balconi sono coperti da eternit e dove l'assemblea dei condomini ha deciso di soprassedere alla loro rimozione. Il giorno successivo il vicepresidente Pacher mi informerà che il Piano è sostanzialmente pronto e che il varo sarà nei primi giorni di gennaio. Nei giorni della Finanziaria verificheremo anche l'impegno che il presidente della PAT si è preso con me per rimpinguare il fondo per l'implementazione della Legge provinciale sull'amianto. Come si può capire, non basta varare le leggi, bisogna accompagnarle e farle diventare cultura diffusa.
... se c'è stato un passaggio dell'impegno regionale che rivendico personalmente e che ha contribuito a dare anima alla finanziaria regionale 2013, questa è l'iniziativa per la costituzione di un Fondo strategico per lo sviluppo locale, che avevo auspicato con due atti proposti dal sottoscritto ed approvati in sede regionale (Mozione n.49 su Pensplan) e provinciale (Ordine del giorno n.38 sulla Finanza di territorio) che potete trovare in questo sito. Non a caso la relazione di Dellai dedica alla costituzione del Fondo ben cinque pagine, rappresentando l'unico vero tratto di novità di questa manovra rispetto a quella degli anni precedenti. Bastava far riferimento a questi atti politici per indicare l'indirizzo concerto nella gestione di tale fondo, ma spesso la logica del sospetto (o della polemica) tende a prevalere...
...Tantissime persone ma soprattutto quello che colpisce tutti è lo spirito del luogo, la sua raffinatezza a dispetto della sobrietà (anzi, grazie ad essa...) e di un arredamento totalmente affidato al riuso, la qualità della musica e della proposta enogastronomica. Ne approfitto per ringraziare tutte le persone (ed in primis Francesca e Federico) che hanno contribuito a realizzarlo questo vecchio sogno che avevo coltivato fin dai tempi della Casa per la pace con Gigio Calzà. Vederci qui in questa serata merita davvero l'abbraccione che ci dedichiamo. Fra tanta gente, anche il sindaco di Trento Alessandro Andreatta che nel suo messaggio all'inaugurazione parla di uno spazio che grazie a questa iniziativa viene restituito alla città rendendola più ricca e bella.
La partecipazione alle primarie del centrosinistra ha rappresentato una ventata di ottimismo, come se d'incanto l'antipolitica fosse svanita. Certo, una partecipazione così massiccia anche in presenza di regole più selettive come la pre-iscrizione, sta ad indicare come la gente tenda ad appropriarsi degli strumenti che trova, specie se in fondo non sono troppo costosi, almeno sul piano del mettersi in gioco, del partecipare in maniera seria e continuativa, della conoscenza e dello studio, non dico dell'andare contro i poteri forti che pure si manifestano anche laddove il governo è amico. Ma l'antipolitica non è affatto svanita...
... Imprese non facili e per questo mi vengono in mente le straordinarie parole di Altiero Spinelli quando, lasciando l'isola di Ventotene il 18 agosto 1943, pensando al progetto federativo europeo scriveva: «Guardavo sparire l'isola nella quale avevo raggiunto il fondo della solitudine, mi ero imbattuto nelle amicizie decisive della mia vita, avevo fatto la fame, avevo contemplato come da un lontano loggione la tragedia della seconda guerra mondiale, avevo tirato le somme finali di quel che ero andato meditando durante sedici anni, avevo scoperto l'abisso della rassegnazione, la virtù del distacco, il piacere del pensare pulito, l'ebbrezza della creazione politica, il fremito dell'apparire delle cose impossibili... nessuna formazione politica esistente mi attendeva, né si preparava a farmi festa, ad accogliermi nelle sue file... con me non avevo per ora, oltre me stesso, che un Manifesto, alcune Tesi e tre o quattro amici...»
.
... La misura del nostro delirio quotidiano... per poi fare improvvisamente i conti con la finitezza di ognuno. Con questo pensiero mi trovo ad accompagnare, insieme a tantissimi amici, Agostino Catalano nel suo ultimo viaggio. Con Agostino avevamo più o meno la stessa età, un itinerario politico poi non tanto diverso, luoghi analoghi di frequentazione, eppure non eravamo amici. Oltre al caso, la ragione forse era riconducibile a quel 1989, nella scelta di rottura politica e culturale che compimmo in quei mesi con un pezzo della nostra storia e di cui anche Agostino era parte. Ricordo che una volta mi disse, come a rimproverarmi personalmente, che nella scelta di andarcene da DP avevamo strappato la speranza che in tanti riponevano in quel collettivo e nelle singole persone che costituivano quel gruppo dirigente. Fu così, è vero. In molti non condivisero, lacerammo una piccola storia che - negli anni della sconfitta - aveva pure rappresentato un riferimento nell'azione come nella ricerca politica. Ma in questo modo riuscimmo seppur faticosamente a rimescolare le carte e se di lì a qualche anno, di fronte all'involuzione della seconda repubblica, il Trentino non si è omologato culturalmente e politicamente al resto dell'arco alpino e alla devastazione dello spaesamento, questo lo si deve anche a quella scelta così dolorosa...
... Nella prestigiosa cornice della "Farrari Incontri", dove le bottiglie del "Trento doc" sembrano oggetti preziosi, Vittorio Borelli presenta il suo primo romanzo "Stefana. Il profumo acre dell'est", un thriller edito dalla piccola casa editrice trentina "Silvy". Vittorio è un vecchio amico dai tempi in cui era il direttore del "Quotidiano dei Lavoratori". Nella metà degli anni '70 condividevamo oltre alla militanza politica anche l'idea, invero piuttosto irragionevole, che l'impegno politico potesse assorbire le nostre vite fin quasi ad identificarvisi. Erano anni di profondi cambiamenti e di straordinaria passione, fors'anche per questo non ammettevano dubbi e quell'identificazione portava con sé il segno inquietante di una sconfitta che da politica sarebbe diventata personale. Vittorio ne scrisse un libro (Diario di un militante intorno a un suicidio, Feltrinelli, 1979) e se ne andò...
Tre immagini per descrivere queste giornate autunnali. Molto diverse fra loro ma che ci possono aiutare a descrivere questo passaggio di tempo, fra stanchi rituali che sembrano inguaribili coperte di Linus, istituzioni dove vanno in scena le maschere di una politica in crisi profonda di visione e, ciò nonostante, spazi dove ancora l'esercizio del pensiero cerca di proporre sguardi inconsueti sul nostro presente.
Esce sul quotidiano "L'Adige" una lunga intervista al presidente Lorenzo Dellai. Due pagine a cura del direttore Pierangelo Giovanetti, titolo sparato sulle dimissioni a febbraio, candidato alla Camera dei Deputati per un partito che ancora non c'è. Ad un'attenta lettura dell'intervista, in realtà le parole sono molto più caute, "se ci sono le condizioni politiche..." dice il presidente. Forse perché il flop dell'API ancora brucia...
... Del paradigma territoriale, ovvero l'unica strada che io vedo oggi possibile per ripensare la politica, nell'intervista di ieri nemmeno una parola. E' solo la sintesi giornalistica o non è invece un ritorno al passato per giustificare l'operazione nazionale e (sempre che funzioni) una possibile collocazione governativa del presidente? E dov'è finito il progetto delle "terre alte"? ...
... Dovrebbe risultare facile, per questi ragazzi che sono nati negli anni '90, oltrepassare un secolo che hanno conosciuto appena. Il problema è che tutto quel che li circonda, i messaggi televisivi, quello di cui hanno sentito parlare a scuola o nelle famiglie, tende a riportarli in un quadro di categorie dalle quali non è affatto facile uscire. Il fatto è che in assenza di elaborazione la storia non passa e nemmeno i suoi paradigmi. Provo così a fornire loro una lettura non banale di quattro passaggi cruciali del Novecento (la Shoah, il Gulag, Hiroshima e gli anni '90) che non abbiamo sufficientemente o per quasi per nulla elaborato, ciascuno dei quali ci pone domande di straordinaria attualità in ordine a quello che Rimbaud definì "il tempo degli assassini", ad una promessa diventata demenza, al mito prometeico dell'uomo signore del mondo e alla fine di una storia che ha dato il là alla postmodernità...