Sabato sera mi giunge una brutta notizia. Sandro Regazzola ha lasciato questo mondo, lasciandoci tutti più poveri e più soli. Perché Sandro era una persona colta e saggia, oltre che un caro amico. A ragion del vero Sandro negli ultimi tempi aveva piano piano, senza far rumore come da par suo, staccato la spina. Di tanto in tanto, ci scrivevamo oppure lo andavo a trovare, ma avvertivo in me una sorta di pudore, come se lo disturbassi in questo lento accomiatarsi dalle cose di questo mondo. Sandro aveva 83 anni. Da quando era andato in pensione si era dedicato anima e corpo nell'impegno volontario alla Casa per la Pace di Trento, diventandone un punto di riferimento. Furono anni difficili e insieme straordinari, dove ciascuno di noi si mise alla prova quando alla fine degli anni ottanta, alla speranza di un mondo senza blocchi seguì un tempo (mai davvero archiviato) dove la guerra ridivenne normalità. Prese forma una piccola comunità, insieme di azione e di pensiero, e Sandro c'era. Anche quando decidemmo che lo spazio della guerra andava abitato, nell'intervento umanitario quando ancora il sangue stava scorrendo, nella cooperazione di comunità quando le macerie (non solo quelle materiali) del dopoguerra andavano rimesse insieme. Ne venne un lavoro di grande spessore, riuscimmo a fare cose che sembravano impossibili, cambiammo anche noi...