18 Gennaio 2014

Cinque anni dopo l’uscita di «Darsi il tempo»

Gentile Dr. Nardelli,

sono Licia Masi, volontaria di Tulime Onlus. Le scrivo perchè ho recentemente finito di leggere il suo libro “Darsi il Tempo” e mi è sembrato particolarmente vicino, oltre che molto utile alla riflessione che abbiamo avviato rispetto ad alcune iniziative che avremmo in programma e che trova meglio illustrate nel file allegato.

Ci farebbe cosa gradita se volesse sostenerci nel cammino che intendiamo intraprendere, contribuendo con il suo punto di vista al riguardo.

Cordiali saluti

Licia Masi

15 Febbraio 2012

La dimensione civica della cooperazione internazionale. Una lettera.

«... Non ti nego che "Darsi il tempo" è il vademecum che porto con me quando mi trovo a confrontarmi con i ragazzi nelle varie scuole, per cercare di suscitare in loro interesse per un ambito che purtroppo a lungo è stato connotato dall’alone fuorviante dell’assistenzialismo o, peggio ancora, vestito di un abito pletorico basato sul marketing impattante che sfrutta l’immagine dell’infanzia denutrita. Si tratta del marketing dei giorni nostri che cozza con i principi della cooperazione e che si presenta come la logica conseguenza del dominio culturale (che diventa politico) a cui la televisione ci ha abituato: un tentativo magro e scadente di smuovere le coscienze celato nel parapiglia degli sms solidali, dei farmaci salvavita abbinati all’acquisto di certi prodotti, del volto sorridente del testimonial che esorta i telespettatori ad essere buoni quanto lui. Così facendo si perdono di vista i valori, la genuinità, subentrano i secondi fini e sfugge la reale posizione della cooperazione auspicata nel libro, perfetta saldatura tra forma e contenuto inserita in una dimensione civica di costruire relazioni. Dimensione civica, ecco il cardine, che è, in ultima analisi, il carattere vincente del testo...’

8 Maggio 2011

Spunti stimolanti e… destabilizzanti

Gentili Cereghini e Nardelli,

mi chiamo Giovanni Lago, faccio l’insegnante; sono arrivato ai vostri indirizzi (e a Osservatorio dei Balcani) grazie al libro Darsi il tempo, ricco di spunti stimolanti (e a volte destabilizzanti). Da circa un anno faccio parte dell’associazione "Perchè no?" di Cittadella (Padova) che, all’interno del Comitato di sostegno alle forze di pace della provincia di Padova, fa attività di vario tipo in due villaggi bosniaci. Soko e Karanovac sono confinanti, separati solo dal piccolo fiume Spreca: Soko si trova nella municipalità di Gracanica (Federazione), Karanovac nella municipalità di Petrovo (Repubblica Srpska). L’estate scorsa grazie al lavoro svolto dai volontari "storici" negli ultimi anni, ho assistito a uno spettacolo che è stato per me (era la mia prima esperienza lì) sorprendente: nel teatro di Gracanica ragazzi di Soko e Karanovac hanno recitato, cantato e ballato insieme rappresentando una favola di Umberto Eco, I tre cosmonauti. Vi scrivo perchè la prossima settimana ospiteremo cinquanta ragazzi (età compresa tra dodici e venti anni) di Soko e Karanovac per rappresentare (con la collaborazione di altri due comitati di comuni vicini: Idemo e Unamano) due repliche dello stesso spettacolo (con le parti recitate tradotte ovviamente in italiano e recitate da noi). Vi invio in allegato le locandine delle due serate: so che per voi da Trento sarà un po’ difficile raggiungerci, ma ci sarebbe utile se magari poteste girare l’iniziativa ai vostri contatti. Ci piacerebbe - in un prossimo futuro e compatibilmente ai vostri impegni - avere la possibilità di confrontarci con voi sulle attività che stiamo portando avanti, presentando anche Darsi il tempo. Credete sia possibile?

Grazie intanto per l’attenzione e la disponibilità

Giovanni Lago

19 Febbraio 2011

I dieci No della cooperazione internazionale

di Fabio Pipinato

(18 febbraio 2011) Anche le trasmissioni più intelligenti come Vieni via con me o Che tempo che fa  possono scivolare nella semplificazione in tema di cooperazione internazionale allo sviluppo. Bambini che piangono, farmaci che salvano, sms che ridonano una vita, adozioni che resuscitano, partite del cuore e tanta felicità. Senza volerlo ed in assoluta buona fede si dà voce solo alle ong/aziende più conosciute che già sono  marketing oriented e che sanno come bucare lo schermo per loro conto o stressare i passanti nei centri storici.

14 Settembre 2010

Riprendere il dialogo a partire da “Darsi il tempo”

Cari Michele e Mauro, è passato davvero molto tempo dall’ultima volta che vi ho scritto, e di questa assenza vi chiedo scusa, ma alcuni eventi familiari e lavorativi mi hanno "costretto" a volgere lo sguardo altrove. Mi piacerebbe riprendere con voi il dialogo iniziato a partire dal vostro libro Darsi il tempo, che per la nostra neonata ong è diventato una sorta di bussola per orientarci e da alcune idee progettuali che ne sono scaturite. Come vi dicevo in precedenza il libro è stato una folgorazione mentre non è stato proprio folgorante l’incontro con il mondo della cooperazione. Poco attento alla realtà e alla dimensione umana e in perenne adorazione idolatrica dell’emergenza. L’idea che con il tempo ci è cresciuta dentro, infatti sono anni che frequentiamo questi luoghi ormai depressi, è quello di mettere in relazione dei piccoli paesi situati all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga e altre comunità simili che si trovano dall’altra parte dell’Adriatico.  Volevamo ripartire dalle città, dal lavoro di animazione territoriale con le comunità e dal dialogo per far rivivere gli ambienti rurali e di montagna e per dar vita a modelli sostenibili che favoriscono lo sviluppo di città a misura di bambino e di uomo.  Gli unici contatti che abbiamo sono con alcuni amici sloveni ed è con loro che abbiamo sovente parlato di questo. Inoltre l’Abruzzo ha dei programmi di cooperazione transfrontaliera. Che ne dite possiamo confrontarci e parlarne con voi? Purtroppo ho perso i vostri numeri di cell a causa di un virus e comunque possiamo sentirci anche via skype. Il mio numero è questo 3389334024  id skype adriano.ferroni Un abbraccio Adriano
20 Giugno 2010

La richiesta di Tulime onlus

Caro Michele,
mi chiamo Francesco Picciotto e sono il Presidente di un’associazione con sede legale in Sicilia ma con sedi operative in diverse parti d’Italia che si chiama Tulime (http://www.tulime.org/) e che si occupa di cooperazione internazionale. Ho da pochissimo concluso la lettura del tuo libro "Darsi il tempo", lettura per me particolarmente illuminante e confortante. La nostra è un’associazione abbastanza giovane con una visione che coincide in più punti con quelli che sono i principi espressi nel vostro libro. Il 2, 3 e 4 luglio saremo presenti alla Festa Multiculturale di Parma e in quell’occasione abbiamo deciso di organizzare per quest’anno il nostro Meeting Nazionale. Mi chiedevo se fosse possibile avere in quella sede l’opportunità di fare un incontro con te. Nella data e della durata che preferisci, per noi sarebbe un onore oltre che un piacere.
Aspetto tue notizie.
Francesco Picciotto per Associazione di Cooperanti Tulime

22 Aprile 2010

Folgorati

Gentili Mauro Cereghini e Michele Nardelli, mi chiamo Adriano Ferroni e sono un operatore sociale che sviluppa progetti educativi, culturali e di comunicazione sociale per alcune associazioni non profit.  Tempo fa con alcuni amici della mia città, Roseto degli Abruzzi in provincia di Teramo, abbiamo iniziato un confronto serrato sulle questioni riguardanti l’uomo, spaziando dalla politica alla pedagogia, dalla giustizia alla pace, dall’urbanistica alla vita dei bambini nelle città. Si discuteva dell’importanza del dialogo ecumenico e dell’incontro con le culture. Organizzavamo incontri con teologi, filosofi, scrittori, giornalisti e soprattutto meditavamo testi e approfondivamo esperienze e percorsi diversi: don Milani e Bonhoeffer, Tonino Bello e Sorella Maria di Campello, Turoldo e Capitini, Levinas e Simone Weil, La Pira e Langer. Da questa ricerca continua è nata l’idea di creare una organizzazione non governativa, che mette al centro del proprio operare l’incontro con l’Altro non astratto ma concreto, nei suoi contesti culturali, sociali, politici, spirituali ed economici attraverso progetti di cooperazione allo sviluppo, con un’attenzione particolare al mondo dei bambini e dei ragazzi.  Mentre cercavamo modelli e contatti con cui confrontarci e dialogare abbiamo trovato "casualmente" il vostro libro Darsi il tempo che ci ha a dir poco folgorati. L’idea di cooperazione che volevamo mettere in opera si materializzava. Le aspirazioni e le pratiche di cui parlate ci hanno subito coinvolto ed entusiasmato fornendoci una direzione. Siamo agli inizi e quando si comincia a camminare si ha sempre bisogno di consigli esperti e volevamo chiedervi se vi andava di fare un tratto di strada insieme e discutere alcune idee che sono scaturite dalla lettura del libro. Ringraziandovi per il bellissimo lavoro svolto auguro buone giornate. Adriano
16 Marzo 2010

Una chiave per ripensare il mondo e la politica

"Darsi il tempo. Idee e pratiche per un’altra cooperazione internazionale" Emi, 2009 pp 221 euro 13.00

Le esperienze di  cooperazione internazionale come una chiave per ripensare  il mondo e la politica oggi. Un libro che illustra i fallimenti dovuti al persistere dei  vecchi modi di  guardare  e  di ascoltare.  Che narra come gli autori  hanno capito  di  dover darsi il tempo di  osservare e ascoltare le stesse cose da una molteplicità di punti di vista, di accogliere altri modi di vedere e sentire, di inventare risposte inattese e spiazzanti.  Superare l’ansia e l’ossessione del controllo e del progetto da realizzare  e dare il tempo non a pochi operatori, ma a intere comunità, la "nostra " e la "loro" di incontrarsi, di saggiare le resistenze e diffidenze e di costruire terreni comuni grazie a progetti impensati e impensabili (prima). 

( a cura di Marianella Sclavi )

8 Febbraio 2010

Darsi il tempo: per che cosa?

Da Missione Oggi, rivista mensile dei missionari saveriani, una recensione del libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli

di Maria Teresa Cobelli

Korogocho. Seduti attorno ad un tavolo scambiamo due chiacchiere con giovani universitari che vorrebbero valutare l’impatto della cooperazione internazionale sulla vita della baraccopoli. Il padre, che ci ospita, ascolta e ad un tratto esce con una frase lapidaria: "La cooperazione è voler andare a risolvere i problemi degli altri per non occuparci di quelli di casa nostra!". Magari un po’ brutale, ma come dargli torto, soprattutto nell’Italia di oggi?

È proprio su questo aspetto della critica al sistema degli aiuti allo "sviluppo" che si incentra il libro Darsi il tempo, di Cereghini e Nardelli. (...)

http://www.saverianibrescia.com/missione_oggi_stampa.php?centro_missionario=notizie&notizia=darsi_il_tempo_per_che_cosa&id_n=134

11 Settembre 2009

Il tempo della cooperazione

di Andrea Rossini - (apparso su Balcani Cooperazione, 7 novembre 2008)

Incontro Michele Nardelli per un caffé nella čaršija di Sarajevo. Sta accompagnando un gruppo di insegnanti trentini in un viaggio di conoscenza attraverso i Balcani. Quando il discorso cade sullo stato della cooperazione internazionale nel Paese comincia a spazientirsi, e a dar voce a pensieri e riflessioni che ormai da anni va ripetendo nelle sedi più diverse. Ritrovo oggi quei ragionamenti espressi in forma compiuta finalmente in un libro, scritto a quattro mani con Mauro Cereghini.