di Roberto Devigili *
(26 dicembre 2012) In questi ultimi mesi si è molto parlato (o sparlato) delle gestioni associate dei servizi comunali. Infatti, a fronte della richiesta della Provincia - in accordo con il Consorzio dei Comuni - di spingere verso la gestione associata di alcuni servizi fissandone come bacino ottimale quello del territorio delle Comunità di Valle, è scoppiato un piccolo finimondo.
La questione merita di essere brevemente inquadrata con alcuni dati e considerazioni di carattere generale:
- i comuni trentini sono 217 (fino a due anni fa erano 223) mentre ad esempio, nel
vicino Alto Adige - Sudtirol, i comuni sono "solo" 112 nonostante la popolazione sia equivalente a quella trentina;
- molti enti (anche se non lo ammettono) faticano a garantire un livello di qualità dei servizi a costi accettabili, situazione destinata ad aggravarsi in uno scenario di diminuzione progressiva delle risorse pubbliche;
- le decrescenti risorse è preferibile che siano destinate ad ampliare e migliorare i servizi a cittadini ed imprese piuttosto che "bruciate" per mantenere lo status quo;
- se venisse a mancare a molti comuni il supporto consulenziale (diretto o surrettizio) da parte degli uffici provinciali competenti, molti di questi uffici/servizi ora in precario equilibrio, precipiterebbero in un piccolo caos;












