Sarajevo ricorda oggi il centenario dell'attentato che cambiò la storia europea, innescando la crisi diplomatica che portò all'inizio della Prima Guerra Mondiale
Questo articolo viene pubblicato oggi da Osservatorio Balcani Caucaso 
Se la Macroregione Adriatico-ionica vuole essere una strategia per il rilancio di una regione ai margini, il dialogo tra apparati politico-amministrativi non può bastare. Serve un ampio dibattito pubblico per dare stimolo all'azione politica su questioni urgenti e di comune interesse. Un approfondimento dal sito www.balcanicaucaso.org
 
(11 settembre 2013) Nei mesi scorsi la sentenza n.133 della Corte Costituzionale aveva ritenuto illegittima una norma della Regione Trentino Alto Adige - Süd Tirol che introduceva la distinzione tra i cittadini italiani e gli stranieri extracomunitari ai fini dell'erogazione dell'assegno regionale al nucleo famigliare per figli ed equiparati. In altre parole mentre per i cittadini italiani veniva richiesta la semplice residenza, per i cittadini extracomunitari si era prevista "la residenza in Regione da almeno cinque anni"".
La Corte ha giudicato tale norma lesiva dell'articolo 3 della Costituzione Italiana ma anche della legislazione nazionale vigente dove si stabilisce che ""ai fini delle prestazioni e delle provvidenze, anche economiche, di assistenza sociale, equiparano ai cittadini italiani gli stranieri titolari di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno di durata non inferiore a un anno""...
"(26 maggio 2014) Nonostante il vento che soffia forte nei paesi del vecchio continente, il progetto dell'Europa politica non esce sconfitto dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo di domenica. E questo grazie in particolare al voto italiano ed allo straordinario risultato del Partito Democratico.
L'astensione dal voto che avrebbe incrinato l'autorevolezza del Parlamento europeo è stata contenuta superando la soglia della partecipazione delle elezioni del 2009; nonostante l'effetto Le Pen in Francia il peso complessivo dei partiti antieuropei non è cresciuto di quanto si temeva; l'influenza della Merkel e dei partiti conservatori risulta più bilanciata rispetto a cinque anni fa.
(31 maggio 2014) Ha preso il via il Festival dell'economia. Il tema della nona edizione è di quelli cruciali: “Classi dirigenti, crescita e bene comune”. Un tema stimolante e di grande attualità, per una manifestazione che non smette di stupire per quante attese e attrazione di pubblico riesce a generare. E per una comunità che, a dispetto degli anni, continua a vivere il festival come un tratto di sé, della sua natura aperta, curiosa, coesa, che va ben oltre il “tutto esaurito” della ricettività alberghiera che ovviamente male non fa.
Viva il festival dell'economia, dunque. Eppure c'è qualcosa che non va. In questi nove anni le risposte che il festival ha dato sui grandi temi del nostro tempo sono sembrate piuttosto scontate, difficilmente hanno saputo scuotere il pensiero dominante, leggere con anticipo quel che sarebbe accaduto, indicare strade originali... come si dovrebbe richiedere ad un luogo di incontro e di pensiero.
Così il festival è diventato più una passerella prestigiosa di premi nobel, di protagonisti del pensiero economico, di personaggi che portano sulle loro spalle responsabilità politiche o di governo, di giornalisti... che un luogo di intuizione o di elaborazione.
Lo si evince anche dalla domanda, implicita nel titolo, che costringe la riflessione lungo uno scenario a mio avviso fuorviante: sono all'altezza le nostre classi dirigenti di rimettere in moto la crescita economica? Non è che per caso le nostre classi dirigenti (tanto della politica quanto della pubblica amministrazione) hanno costruito il loro sapere attorno a paradigmi che non reggono più?
di Michele Nardelli
Domenica 25 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo, un passaggio cruciale nel futuro dell'Europa politica.
Lo è a cominciare da quanti cittadini europei eserciteranno il loro diritto di voto. Nel 2009, negli allora 27 paesi dell'Unione Europea, votarono il 43% degli eventi diritto, una percentuale già piuttosto bassa che mostrava una disaffezione preoccupante. Se il 25 maggio 2014 il calo dovesse essere ancora maggiore, il grado di rappresentatività e di autorevolezza del Parlamento e delle istituzioni europee in generale potrebbe segnare un punto di crisi senza precedenti. E il progetto europeo subire un colpo mortale.
Lo è per il peso che i sondaggi assegnano ai partiti e movimenti antieuropei, già peraltro presenti anche nelle scorse elezioni. Se saranno rappresentativi del 30% del Parlamento Europeo come dicono le previsioni, i loro seggi andranno ad assommarsi a quelli di formazioni che a parole si dicono europeiste ma che in buona sostanza pensano ad un riequilibrio della sovranità a favore degli stati nazionali. E sarebbe comunque la paralisi del processo di costruzione dei un'Europa politica e federale.
Il Corriere del Trentino del 28 maggio riporta un'interessante intervista a Lorenzo Dellai sul voto di domenica scorsa. L'idea di un luogo comune di progettazione politica del centrosinistra autonomista. Forse, piano piano...
di Tristano Scarpetta
«Questo voto ha aperto un ciclo politico nuovo». A Lorenzo Dellai non sfuggono gli aspetti contingenti che hanno catalizzato lo straordinario successo elettorale del Pd, ma non si ferma a quelli. Domenica è stato infranto un tabù: molti elettori che in passato non avrebbero mai votato a «sinistra» hanno votato Pd. Un dato che, secondo l'ex governatore, potrebbe diventare in parte «strutturale». Di qui la proposta: dare vita a «un'associazione politica che crei il campo comune in cui democratici, popolari e autonomisti possano andare oltre la coalizione tra partiti».
Onorevole, che valutazione dà del voto di domenica in Trentino? «Molto positiva, per due motivi. Per l'elezione di Dorfmann, la cui candidatura è stata un ponte tra il Pd, cui la Svp si era collegata facendo una chiara scelta di campo, e il Ppe. Ma anche per il grande divario, maggiore che nel resto d'Italia, tra la principale forza europeista, il Pd, e gli antieuropeisti, M5s in testa».
Anche molti elettori del suo partito, l'Upt, hanno votato Pd. «So bene che è andata così. Lo hanno fatto alla luce del sole, senza farsene un problema. Hanno visto nel Pd la diga all'avanzata del populismo, dello sfascio».
Shortistan! L’Afghanistan raccontato dal cinema breve
organizzato dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e Associazione Afghanistan 2014 in collaborazione con Associazione BiancoNero - Religion Today Filmfestival, Unimondo, Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale e Associazione 46° Parallelo.
Lunedì 26 maggio 2014, ore 20.30 – SCONTRO DI CIVILTA'
GOD, CONSTRUCTION AND DESTRUCTION di Samira Makhmalbaf, da “11'9''01 September 11” (Iran, 2002, 11’)
Una giovane insegnante cerca di trasmettere ai propri studenti, un gruppetto di bambini afghani rifugiati in Iran, l’impatto che questo evento avrà sul mondo.
Dialogano Aboulkheir Breigheche e Michele Nardelli
(19 maggio 2014) Giorni e giorni di piogge torrenziali hanno provocato un alluvione in Bosnia Herzegovina e in Serbia che non ha precedenti almeno negli ultimi 120 anni. Sono già stati accertate decine di vittime nella Bosnia nord orientale e centrale e nella Serbia Occidentale, oltre ai feriti e a migliaia di sfollati.
Centinaia di villaggi sono rimasti isolati a causa delle esondazioni di diversi fiumi, tra cui la Miljacka che attraversa la capitale bosniaca. La protezione civile e i vigili del fuoco forniscono viveri e medicine alla famiglie bloccate in casa.
Un aggiornamento costante della situazione lo potete trovare sul sito di Osservatorio Balcani Caucaso www.balcanicaucaso.org attraverso i reportage dei corrispondenti dai paesi coinvolti da questa nuova tragedia.
"Astensione e comportamento elettorale nelle elezioni europee 2009
La presente sintesi si basa su una ricerca documentale condotta sull'astensione e sul comportamento elettorale nel giugno 2009. Rappresenta la prima fase della strategia commerciale sociale della DG Comunicazione in preparazione delle elezioni europee 2014.
I dati sono tratti dal sondaggio dell'Eurobarometro condotto da TNS Opinion dopo le elezioni del 2009. Lo studio è












